​Nave Vulcano ad Al Arish in supporto ai feriti della Striscia di Gaza

(di Stato Maggiore Difesa)
18/12/23

Nave Vulcano, l’unità di supporto logistico della Marina Militare, è dislocata in sosta nel porto egiziano di Al Arish per il soccorso ai feriti nella striscia di Gaza. Con le peculiari risorse medico chirurgiche di bordo, il contributo dei sanitari della Marina Militare, dell’Esercito Italiano e dell’Aeronautica Militare e di quattro medici della Fondazione Rava, Nave Vulcano ha accolto piccoli pazienti trattati in emergenza chirurgica a Gaza e nello stesso ospedale di Al Arish ed è stata in grado di stabilizzare alcuni casi e preparali per il trasferimento al Children Hospital di Doha in Qatar, e di curare gli altri casi con le risorse presenti.

Ad essere sottoposta al primo intervento chirurgico, è stata una donna di 38 anni vittima di esplosione, estratta dalle macerie con gravi lesioni ad entrambi gli arti. Il delicato intervento, durato oltre cinque ore ha permesso di effettuare un trapianto del nervo surale pro radiale del braccio destro ed una esplorazione e scarceramento del nervo ulnare omolaterale e di quello mediano controlaterale. Il tempestivo ed eccellente intervento dell’equipe medica ha permesso alla donna il recupero della funzione motoria e sensitiva negli arti lesi.

Contemporaneamente nella seconda sala operatoria avveniva un intervento di esplorazione di una ferita penetrante della parete addominale con rimozione di scheggia e revisione della ferita.
I due interventi, avvenuti in simultanea nelle due sale operatorie di Nave Vulcano, hanno permesso di sfruttare al massimo le potenzialità dell’area sanitaria di bordo.

La Fondazione Francesca Rava NPH, partner della Difesa, contribuisce con un medico pediatra e un’infermiera pediatrica, nel definire le terapie personalizzate per i piccoli pazienti e con un ginecologo ed un’ostetrica, per le necessità e l’assistenza delle donne in stato di gravidanza oltre al supporto nel campo delle rispettive competenze chirurgiche e infermieristiche.

L'alta professionalità di tutto il personale sanitario, impiegato nel Role 2 interforze, composto oltre che da personale sanitario della Difesa, anche da medici e infermieri della Fondazione Francesca Rava NPH e da alcuni medici del Qatar, ha permesso di apportare un sostanziale contributo a sostegno dei feriti accolti a bordo.