Il Task Group italiano delle Operational Reserve Forces (ORF) della NATO è giunto a Camp Villaggio Italia in Kosovo, concludendo la fase di immissione in teatro operativo.
Si tratta di due compagnie composte da circa 230 militari, in gran parte uomini e donne del 5° reggimento fanteria della brigata “Aosta” e di un’aliquota dell’Arma dei Carabinieri. Molti di loro hanno già diverse esperienze maturate in altre missioni internazionali e andranno ad aggiungersi agli oltre 800 già presenti in Kosovo nell’ambito della missione “Joint Enterprise” a guida NATO.
Il Task Group italiano, che ha dato il cambio a due compagnie (una bulgara, l’altra greca) inquadrate nel Multinational ORF Battalion della NATO, è stato schierato con un preavviso di 7 giorni, a seguito del coordinamento intercorso tra il NATO Joint Force Command Naples, il Quartier Generale KFOR e il comando operativo di vertice interforze (COVI), responsabile della pianificazione e della direzione delle 36 missioni e operazioni interforze che vedono oggi impegnati oltre 13 mila militari italiani in 25 diversi Paesi del mondo.
L’immissione di Forze operative di riserva NATO in Kosovo è una misura precauzionale richiesta dal comandante del Supreme Headquarters Allied Powers Europe e autorizzata dal consiglio del Nord Atlantico in seguito al perdurare di una situazione instabile nell’area balcanica, dovuta soprattutto ad attriti inter-etnici ancora esistenti in seno ad alcune comunità kosovare.
I militari italiani opereranno per un mandato di tre mesi alle dirette dipendenze del comandante di KFOR e rafforzeranno la presenza NATO soprattutto nel settore orientale del Kosovo, compresa l’area in cui si trova il ponte sul fiume Ibar, che separa un’importante enclave serba dalla maggioranza della popolazione di etnia albanese.
Le operazioni di deployment sono state completate grazie a un’importante sforzo logistico coordinato in Italia dal COVI e attuato in teatro operativo dal personale in forza al Support Battalion del regional command West: personale, mezzi e materiali hanno raggiunto il Kosovo a bordo di vettori aerei, navali e terrestri.
KFOR opera secondo quanto stabilito dalla risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 1999, concorrendo al mantenimento di un ambiente sicuro e protetto, nonché alla libertà di movimento per tutte le comunità che vivono in Kosovo.