La tregua concordata ad Aleppo per consentire l’arrivo di aiuti umanitari e il flusso di civili dai quartieri ancora occupati dagli jihadisti, è iniziata alle 8,30 di Damasco (7,30 italiane). Secondo gli accordi dovrebbe finire alle 16,30, ma già dalla mattina sono ripresi i tiri di artiglieria dalle postazioni jihadiste del distretto di Bustan Al Qasr (circa 500 metri a ovest della Cittadella).
I miliziani islamisti impedirebbero ai civili di raggiungere le zone controllare dai lealisti allo scopo di usarli come scudi umani e avrebbero preso di mira con colpi di mortaio i convogli di aiuti già in marcia nell’area urbana. Nella zona di Al Masharika (poco a nord di Bustan al Qasr) una colonna di 8 ambulanze sarebbe stata coinvolta negli attacchi.
Mentre scriviamo, attraverso altoparlanti, l’esercito siriano sta offrendo ai miliziani asserragliati nei quartieri di Aleppo Est la possibilità di raggiungere i check point controllati dal governo, consegnare le armi e arrendersi. Viene ribadito che chi si consegnerà non verrà punito. Nel momento della ripresa delle ostilità, data per scontata già nelle prossime ore, il cerchio intorno agli jihadisti continuerà a stringersi e a quel punto non saranno previsti atti di clemenza.
La prima risposta è già arrivata da Jabhat Fateh al Sham (gli ex Al Nusra) che, incurante della tregua umanitaria, avrebbero ripreso i tiri di artiglieria.
Da Berlino intanto il presidente russo Putin aveva già rinnovato la disponibilità al prolungamento del “cessate il fuoco” e l’impegno per una strategia di uscita dalla crisi siriana. I presupposti sul campo sono l’impegno USA a separare le fazioni jihadiste dei cosiddetti ribelli moderati, lo studio di un nuovo modello di Costituzione per la Siria, e l’approntamento di elezioni politiche preliminari.
(foto: SAA)