Un missile Borkan, derivazione dei vettori della famiglia Scud, è stato lanciato domenica 5 febbraio dalle forze ribelli yemenite su Riad.
Il missile avrebbe centrato l’obiettivo identificato con la base militare di Mazahimiyah, situata a 40 km dalla capitale saudita.
Il Borkan, testato più volte nel 2016 per colpire in profondità il territorio dell’Arabia, ha ufficialmente una gittata di 500 miglia, ma secondo quanto riportato da fonti yemenite, nell’attacco di ieri avrebbe percorso più di 1000 km dal punto di lancio. Già in autunno, i ribelli houthi avevano dichiarato che Riad rientrava nella lista dei prossimi obiettivi.
Dopo un tentativo di nascondere l’avvenuto impatto lanciando l’allarme per un disastro naturale (terremoto o meteorite), le autorità saudite hanno dichiarato lo stato d’emergenza nell’area della capitale.
I Borkan vengono lanciati dalle aree montuose della provincie occidentali dello Yemen, controllate dai ribelli e dalla Guardia repubblicana yemenita, fedele all’ex Presidente Saleh.
Sotto la supervisione di esperti iraniani, il fronte sciita sarebbe in grado di costruire missili “fai da te” ricavati dalle strutture di vecchi missili anti aerei, come i sovietici S-75. Lo stoccaggio di decine di vettori continua senza sosta al riparo dalle intercettazioni delle forze di sicurezza del Regno.
Dal punto di vista strategico il lancio di ieri (avvenuto proprio mentre il ministro della Difesa saudita Bin Salman era a colloquio col Presidente yemenita sunnita Hadi) rappresenta un notevole salto di qualità del conflitto: i ribelli hanno dimostrato che Riad può essere colpita in qualunque momento.
Meno di una settimana fa un altro Borkan aveva colpito l’isola di Zuqar nel Mar Rosso, causando la morte di decine di soldati e ingenti danni ad infrastrutture saudite. La notizia non è stata mai confermata da fonti della Coalizione araba.
(foto: AMN; video: youtube)