Le specifiche che portarono alla nascita dell’ F-117 vennero diramate verso la fine degli anni ’70, anche se i primi studi e le prime valutazioni circa la progettazione di un velivolo invisibile ai radar risalgono al termine della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia soltanto con l’avvento dell’informatica è stato possibile dare corpo agli studi.
Le qualità stealth dell’F-117 e il suo basso valore di RCS (Radar Cross Section), al contrario di quanto generalmente si crede, dipendono solo in minima parte dall’utilizzo di materiali compositi, impiegati più che altro per alleggerire il peso massimo dell’aereo. La bassa visibilità dell’F-117 ai radar è principalmente dovuta all’uso di materiali radar-assorbenti (RAM), alla rinuncia quasi totale di superfici o segmenti curvilinei – secondo una tecnica chiamata faceting ("sfaccettatura") – nonché all’eliminazione dei punti ad alto potere radar-riflettente.
La cellula del Nighthawk è in lega d’alluminio, sopra la quale sono applicati pannelli RAM; esternamente la superficie assume l’aspetto di una serie di tegole incollate su un telaio metallico, il tutto ricoperto da una vernice con tessitura ruvida, la quale incorpora microscopiche sfere di materiale ferroso.
La forma spigolosa dell’aereo è stata appositamente disegnata al fine di disperdere in tutte le direzioni la radiazione radar incidente. Si è trattato della complessa applicazione di un’idea piuttosto semplice: se lo scopo di una stazione radar è quello di emettere delle onde elettromagnetiche che ritornino al ricevitore dopo aver colpito il bersaglio, quindi il segreto per non essere scoperti è semplicemente quello di non permettere alle onde stesse di tornare alla fonte.
Grazie al profilo sfaccettato, alla forma a cuneo con un angolo a 67,5° e alle particolari dentellature presenti sul cockpit e sugli sportelli del vano bombe e dei carrelli, le emissioni radar che colpiscono l’F-117 vengono riflesse in tutte le direzioni e non ritornano se non in minima percentuale nella direzione di partenza, in modo tale che sullo schermo dell’operatore radar non rimane nessuna traccia certa della presenza dell’aereo. Sempre per ridurre la RCS anche il carico bellico viene alloggiato in due stive interne, che vengono aperte solo durante la fase dello sgancio.
Il terzo punto che sta alla base della tecnologia stealth è l’eliminazione dei punti critici quali antenne, prese d’aria, trasparenze del cockpit, protuberanze di ogni genere, giunture e raccordi fusoliera-ali e fusoliera-piani di coda, che generalmente operano da riflettori per le radiazioni incidenti e sono di conseguenza i maggiori responsabili della RCS. Alcune di queste strutture irrinunciabili sono state riconfigurate sull’F-117 come appendici retrattili (come le due antenne dell’ILS poste subito dietro l’abitacolo) o come cavità, nel caso delle due prese d’aria.
Lo stesso scarico dei motori è stato studiato in modo da disperdere il flusso d’aria calda lungo una superficie più che doppia rispetto al normale cono dei reattori; inoltre il flusso viene miscelato con aria esterna per abbassarne la temperatura in uscita e viene leggermente deviato verso l’alto, cosa che lo rende ancora più difficile da avvistare da una postazione a terra.
I due piani di coda a V, completamente mobili sui loro assi, sono stati posizionati in modo tale da mascherare le emissioni di calore anche dall’alto, e a rendere l’F-117 meno identificabile da un aereo radar. L’apparato FLIR, contenete anche un designatore di bersagli per il puntamento di bombe laser guidate (LGB) è inserito nella cavità posta immediatamente davanti all’abitacolo, anch’essa schermata da una griglia.
Il Nighthawk è stato espressamente concepito per svolgere missioni di attacco al suolo, ovvero per colpire obiettivi delimitati ma strategicamente importanti e di conseguenza altamente protetti. Infatti una tipica missione dell’F-117 è quella di decapitare le strutture nemiche che vanno sotto il nome di C4I (Command, Control, Communications, Computer and Intelligence). Per questi compiti l’aereo può utilizzare due bombe a guida laser guidate GBU-27 (BLU 109/B) da 2.000 libbre. Assente qualsiasi altro armamento, compreso quello per l’autodifesa che resta affidata alla capacità stealth dell’aereo.
La prima missione di reale impiego degli F-117 è stata l’operazione Just Cause per l’invasione di Panama nel dicembre del 1989, alla quale presero parte sei aerei. Due di questi furono incaricati di sganciare le bombe in appoggio alle operazioni di sbarco dalla USS Ranger, la loro missione si rivelò un completo insuccesso. Altri due F-117 erano incaricati di fornire appoggio a un distaccamento di Special Forces il cui compito era di catturare il generale Noriega, però non si riuscì ad identificare la sua corretta ubicazione. Gli ultimi due erano aerei di riserva che provenivano direttamente dagli Stati Uniti dopo una lunga navigazione intervallata da numerosi rifornimenti in volo.
Proprio a quest’ultimi toccò il compito di disorientare gli addetti all’accantonamento di Rio Hato intimorendoli con il lancio di bombe GBU-27 nelle immediate vicinanze delle infrastrutture. Negli ambienti militari americani la missione venne considerata un completo successo, dal momento che gli F-117 avevano dimostrato di essere in grado di colpire accuratamente qualsiasi obiettivo, senza che nessuno fosse riuscito ad intercettarli o anche solo ad identificare la loro presenza.
Durante le primissime fasi dell’operazione Desert Storm, un F-117 colpì il palazzo delle telecomunicazioni di Bagdad, per l’occasione usato a scopi militari dall’Alto Comando di Saddam Hussein. In totale durante il conflitto del Golfo, non meno di 40 F-117 vennero schierati a Khamis Mushait, in Arabia Saudita; al loro intervento viene accreditato circa il 30% degli obiettivi colpiti nel primo giorno, la cui tempestiva distruzione ha favorito la rapida conclusione della guerra. Durante i 42 giorni dell’operazione, gli F-117 hanno effettuato 1.271 missioni, volando una media di 5 ore e mezza per missione, sganciando non meno di 2.000 tonnellate di ordigni esplosivi con un rateo di precisione vicino all’85% e senza subire perdite.
Tuttavia la sua invulnerabilità subì un grave colpo nel corso del conflitto in Kosovo. Infatti il 27 marzo 1999 i Comandi serbi annunciarono l’abbattimento di un F-117, allegando numerose foto e filmati del relitto. Probabilmente l’aereo venne abbattuto durante la fase di sgancio dell’armamento, ovvero quando i portelli vengono aperti, da un missile russo SA-3 guidato da un radar operante con frequenze insolitamente lunghe. È probabile che con quell’abbattimento sia cominciato il declino del Nighthawk, visto anche il debutto in quel conflitto del bombardiere strategico B-2 Spirit, in grado di trasportare un carico bellico dieci volte superiore rispetto all’F-117 e con la capacità di operare direttamente dagli Stati Uniti con un solo rifornimento in volo.
(foto: U.S. Air Force / web)