A quando risale il primo veicolo super sicuro?
Escludendo le invenzioni assai futuristiche del genio di Leonardo da Vinci nel periodo rinascimentale o le protezioni di ferro medioevali per soldati e cavalli, potremmo sostenere che il concetto di veicolo in qualche modo protetto, possa associarsi all’americano Frederick Richard Simms che inizialmente produsse un quadriciclo a pedali – il Simms – attrezzato con una piastra d’acciaio a protezione del ciclista e mitragliera (foto). Successivamente, dopo l’invenzione del motore a ciclo Otto realizzato da Nikolaus August Otto nel 1885 con la Daimler, Simms presentò un prototipo di primo carro protetto motorizzato.
Questi sono in sintesi i primi passi dell'evoluzione tecnologica che ha portato al concetto di blindatura, un settore che oggi, oltre all'ambito militare e di rappresentanza, vede un interesse non indifferente tra la clientela civile, soprattutto in quegli stati del mondo dove la classe politica ha fatto ben poco per andare incontro alle necessità della popolazione più svantaggiata, ma anche in quei contesti mondiali dove predominano i regimi autoritari e le guerriglie.
Forse basterebbe osservare i dati statistici del know how italiano e tedesco, leader indiscussi nella produzione di veicoli protetti e i relativi trend di vendite negli Emirati Arabi e in Oriente. Circa 3000 veicoli all’anno prodotti e venduti e che raggiungono anche Città del Messico e Bogotà, oltre a diversi Stati del Sud America, per non parlare del boom di vendite in Cile durante gli anni ’70, quando vigeva la dittatura di Pinochet.
Francamente non so quanto possa essere considerato un successo l’incremento di veicoli blindati sul nostro pianeta, tuttavia molte case automobilistiche, percependo questo trend positivo, stanno provvedendo a una linea di auto protette, parallelamente ai già storici allestitori, come la Repetti di Casale Monferrato, leader indiscusso nel settore. Un ringraziamento al simpatico amministratore delegato dottor Stefano Repetti e al suo staff di pubbliche relazioni che mi hanno cortesemente fornito utili informazioni.
I livelli di protezione.
Addentriamoci ora nella tecnologia di protezione associata a questi super veicoli che, per certi aspetti, assomigliano incredibilmente alle famose auto di James Bond. In effetti, la produzione cinematografica si è consultata proprio con aziende leader nel settore della blindatura per avere suggerimenti da proporre nella trama di questa celebre serie di film.
È bene premettere che qualsiasi veicolo può essere rinforzato e protetto, tutto dipende dalla convenienza nel farlo e dalla possibilità di operare sul telaio in rapporto alle sue caratteristiche e potenza.
In Europa, lo standard europeo B Balistic regolamentato dalla normativa EN 1522 / EN 1063 si avvaleva di sole sette classi di crescente sicurezza, da B1 a B7, tuttavia recentemente è stata introdotta un’altra scala, la VR “Vehicle Resistance” che ha suscitato una certa confusione tra operatori e clienti, perché risulta sfalsata rispetto al vecchio e conosciuto metodo di misura.
La scala VR è associata alla Vpam-Vereinigung Prufstellen Materialien, l’Associazione dei centri di certificazione e costruzioni antiproiettile che ha elevato le classi sino a 14, e la più diffusa classe B6 con questa introduzione si eleva a Vpam7, mentre per esempio la B7 a Vr9. Infatti, stando alla vecchia scala, a partire dalla classe B7 i veicoli dovrebbero possedere uno scompartimento sigillato e inattaccabile per la protezione e la sopravvivenza di una persona mentre, con la nuova direttiva, questo avviene solo in classe Vr9.
Molto brevemente posso proporvi alcuni esempi sull’ordine di grandezza della protezione veicolare; ad esempio se un B1/B2 - rarissimi - sono in grado di trattenere un calibro 22 di una pistola, da 360 m/s, un B7 o VR7 trattengono un calibro 7,62 Nato da 850 m/s. È da capire a questo punto come evolva la scala; probabilmente, al di là della durezza dei materiali, questo valore cresce con l’aggiunta di allestimenti e optional sempre più sofisticati.
Vi starete domandando lecitamente, che grado di protezione hanno i veicoli militari, ma questo è un dato comprensibilmente riservato e le risposte evasive degli addetti ai lavori riferiscono genericamente un B7 superiore.
Tuttavia sappiamo che alcuni veicoli militari resistono ai missili piuttosto che ai colpi di bazooka e da questo possiamo dedurre il loro livello di sicurezza.
Se fino alla classe B6 e B7 i veicoli mantengono la linea originale e di serie, oltre questo livello la modifica della sagoma è spesso necessaria, basta pensare alla “Bestia”, la Cadillac Escape Sedan del presidente USA, che in definitiva di “Cadillac” ha solo il frontale e la coda, infatti perfino il suo telaio appartiene ad un autocarro come le ruote del resto (v.articolo).
In buona sostanza la blindatura è un sicuro rinforzo dentro la carrozzeria, mentre la corazzatura, come nel caso dei veicoli militari è l’uso al posto della carrozzeria di specifici materiali.
La costruzione di questi veicoli avviene prima di tutto analizzando i modelli civili più adatti per caratteristiche di potenza e spazio, alle modifiche artigianali. Mercedes, Audi, Lancia Range Rover e Toyota, sono tra le preferite per queste lavorazioni ma anche i furgoni, i camion o i pullman possono passare sotto questo “restyling forzato”…
Una volta giunti i veicoli nuovi nello stabilimento di allestimento, vengono completamente spogliati e sul ponte, rimane solo il telaio e nei computer dell’area tecnica sono immagazzinate tutte le misure e le caratteristiche dei modelli in circolazione, dove per ognuna è pronto un programma di taglio laser su materiali balistici speciali, come i ceramici o l’acciaio al carbonio, piuttosto che il kevlar.
Spesso poi, per ottimizzare pesi e materiali, vengono fatti dei calcoli sulle traiettorie delle ogive le quali possono penetrare solo in certi punti, come il sotto tetto al confine con gli sportelli. Qui però incontrano un materiale balistico durissimo che le devia facendole uscire da un altro punto vicino nella carrozzeria.
Forse qualcuno ricorderà un articolo su una famosa rivista di auto dove una Y10 turbo era stata protetta con livello B2, e chi magari ha fatto il militare nelle Forze dell’Ordine, avrà conosciuto il Porter Piaggio oppure l’F 900 blindati, ma anche la 1750 Alfa Romeo con parabrezza suddiviso in tre segmenti o la Fiat 130, 2500 cc.
La meccanica, motore, trasmissione, sospensioni, semiassi, braccetti e sterzo, vengono sostituiti a seconda del livello di protezione con dei kit molto più robusti, forniti su richiesta dalle stesse case automobilistiche.
Tuttavia per permettere manovre evasive, che vedremo più avanti, anche le centraline vengono modificate e tra queste anche quella che controlla il cambio automatico delle grosse berline. La preferenza cade su veicoli con molti cavalli almeno sopra i 300, ma negli anni ’90 molti ricorderanno la Fiat Croma turbo blindata che di cavalli ne aveva solamente 155 con un livello balistico presumibilmente B4 o B6.
Il vano motore è protetto con piastre ma le parti più delicate del propulsore vengono fornite in materiale diverso. Tuttavia, in caso di attacco è fondamentale la reazione del conducente il quale deve rimanere il minor tempo possibile sotto il fuoco e allontanarsi anche se con un radiatore fuori uso, tanto per fare un esempio. I pneumatici sono run flat, migliori e più leggeri rispetto a quelli pieni, alcuni invece hanno una seconda camera sulla quale può appoggiare il pneumatico forato e che permette l’uso sino a velocità di 100 km/h. Nei veicoli possono essere allestite anche due batterie in posizioni diverse e che garantiscono l’efficienza degli apparati optional.
I gradi di protezione, riguardano anche la difesa dagli esplosivi sotto la scocca che oltre agli occupanti deve mantenere integra la trasmissione e motore per consentire l’allontanamento.
L’elettronica e i ritrovati più fantasiosi ma realistici trovano grande interesse in molti Paesi del mondo, dove l’associazione con l’auto di James Bond è in una certa misura, verosimile (non in Italia dove le normative sulla pubblica sicurezza sono molto rigide). Si va dall’installazione di un contenitore di chiodi perforanti piuttosto che di liquido scivoloso ai fumogeni che coprono abbondantemente l’area di attacco, ma vi sono anche sistemi di attacco a fuoco oltre a radar e telecamere per la marcia in infrarossi, piuttosto che sofisticati sonar o frequenze acustiche elevatissime per creare diversivi e un forte fastidio disorientante all’esterno.
È previsto anche un super impianto anti-incendio e pensate un po', c’è un pressurizzatore dell’aria che aumenta la pressione all’interno dell’abitacolo - come nei jet - respingendo di conseguenza gli attacchi esterni con i gas, oltre alla chiusura preventiva delle prese d’aria. In Iraq, Giordania e Yemen, non sono pochi i veicoli di casa Mercedes denominati Guard che offrono soluzioni ingegnose che il cliente può scegliere a tavolino, in base al tipo di protezione necessaria, prima della stipula del contratto.
I vetri posso partire da uno standard di trenta millimetri sino ai 20 o più centimetri come nel caso della Cadillac del numero uno della Casa Bianca, che può superare pressioni nell’ordine dei 27.000 Joule, tuttavia nelle conformazioni per i comuni mortali, le Vr7, i cristalli trattengono attacchi di Ak 47 o 7,62 Nato oltre a qualche chilo di tritolo posto sotto la scocca, mentre per Vr 13, i vetri, garantiscono anche contro attacchi con calibri 50 e non solo.
“Sotto attacco”, preparazione difensiva.
Avere un’arma rivolta contro è uno degli scenari più traumatici che possa capitare e il corpo umano, oltre al panico, reagisce probabilmente con un’abbondante scarica di adrenalina. Avere famigliarità con questa sensazione significa fondamentalmente disporre di una buona dose di sangue freddo e soprattutto di una preparazione preventiva alle spalle, come i militari.
È da capire però a chi è rivolto un veicolo blindato.
Un ricco professionista, un politico o dei militari. In Sud America le pubblicità televisive reclamizzano spesso veicoli protetti per quella fascia di clientela benestante che magari non vuole essere raggiunta al semaforo e rapinata da sprovveduti criminali i quali, come si sa, possiedono senza troppa difficoltà delle armi da fuoco.
Potremmo sostenere che la fascia di veicoli con una blindatura media, potrebbe confondersi meglio nel traffico di qualche metropoli, mentre per personalità molto più a rischio, il connubio vincente è l’associazione tra auto blindata e un sistema di scorta con uno o più veicoli e dei piani di movimento.
Il tallone d’Achille di queste super macchine infatti, potrebbe risiedere in una errata valutazione preventiva durante gli spostamenti.
Un veicolo blindato non può sopportare troppi minuti di attacchi continui che deformerebbero la carrozzeria, stordendo il personale o rendendo impossibile la visuale attraverso i vetri bersagliati (anche se dispone di sistemi di navigazione supplementare).
Ecco quindi che il conducente e il suo assistente devono avere una costante sinergia e preparazione di guida evasiva e difensiva. La formazione su strada dei veicoli di scorta - vehicle security - deve rispondere a specifiche posizioni e traiettorie rispetto l’auto vip, ma anche sapere cosa osservare e la suddivisione dei compiti può fare la differenza durante un attacco a fuoco.
Questo significa che per lo spostamento di un vip medio necessitano circa dai cinque agli otto operatori suddivisi su tre auto protette compresa quella vip, e il veicolo in chiusura del corteo ha un ruolo fondamentale in caso di blocco e attacco sulla prima.
In Italia, scorta e tutela, per fortuna, sono riservate alle Forze dell’ordine tuttavia esistono corsi di guida e comportamento in caso di minacce rivolti ai conducenti privati che acquistano questi veicoli. A svolgere i corsi sono autorevoli funzionari di polizia, ma è bene sottolineare che sulle strade pubbliche è lo Stato che deve garantire la sicurezza dei cittadini e non l’improvvisazione del privato.
Famose personalità senza auto blindata. Il nostro papa Bergoglio piuttosto che alcuni politici, seguendo una loro etica personale, hanno scelto di non voler una protezione pesante, tuttavia come nel caso del presidente Kennedy ucciso mentre viaggiava su un'auto scoperta, o del generale Dalla Chiesa, che utilizzava una normale vettura, questo accorgimento forse avrebbe cambiato il loro atroce destino.
Viaggiare con un'abbondante e visibile scorta potrebbe essere semplicemente una manifestazione di leadership o addirittura un'ostentazione di forza piuttosto che la necessità di proteggersi da un eventuale rischio. Del resto non sempre funziona così, generalmente la discrezione nell’ambito della protezione ottiene risultati assai migliori: della serie “meno persone sanno che arrivo... meglio è!”.
(foto: web)