Quando Roma era una superpotenza militare

(di David Rossi)
25/10/19

Da questo mese cominciamo una collaborazione, speriamo duratura, col fondatore del canale YouTube “Il Bar di Roma Antica”, Roberto Trizio: avremo occasione di sentirlo su temi interessanti sulle forze armate, gli armamenti e la geopolitica della Roma monarchica, repubblicana e imperiale.

Vi apprestate a sentir parlare della più portentosa macchina da guerra della storia: il soldato romano!

Quando nasce l'esercito romano?

L'esercito romano nasce con Roma stessa. Il cittadino romano è allo stesso tempo un soldato, che è sempre pronto a prendere le armi per difendere la sua patria e la sua terra. Ovviamente questa condizione, specie dopo la riforma di Mario e la nascita del soldato professionista, subisce delle evoluzioni, ma l'aspetto militare è nel DNA stesso dei romani.

Quando diventa la forza più formidabile dell’antichità e forse di tutti i tempi?

Direi che ci sono delle milestone importanti, dei momenti di svolta fondamentali. Il primo è sicuramente lo scontro con i Sanniti, che costringe i romani ad inventarsi i manipoli, una formazione nuova ed estremamente flessibile che conferisce una plasticità come mai si era vista sul campo di battaglia. La dimostrazione più evidente è poi lo scontro con la falange di Filippo V a Cinocefale, uno scontro che segna il tramonto delle vecchie formazioni in favore del manipolo.

Altro passo decisivo: la riforma di Mario. Con lui il soldato diventa un professionista e il legionario è una figura ed entità militare all'avanguardia per i suoi tempi. Non solo come gestione del singolo uomo, ma anche come equipaggiamento, dal gladio alla lorica, che è veramente fantascienza rapportata al periodo.

Se vogliamo trovare un elemento di raccordo comune a tutti i periodi, la capacità di imparare dall'avversario, di assorbire le competenze del nemico e di migliorarle, e di imparare come nessun altro popolo antico dai propri errori. Non è così scontato: Antioco III, il grande sovrano seleucide, perde la battaglia di Raphia contro l'Egitto e anni dopo compie lo stesso medesimo errore a Magnesia. I romani invece dimostrano una abilità nell'"imparare" le lezioni che non ha eguali, e ha contribuito in maniera determinante a farne degli avversari imbattibili

Imbattibili e pronti a imparare… Annibale li sconfigge però tre volte in Italia prima che con Scipione i romani dimostrino di aver capito. E anche in quel caso il generale punico da prova del suo genio inarrivabile.

Certo. Ma questo è un caso particolare. Annibale è un "trasformista", capace, da una battaglia all'altra, di modificare e innovare radicalmente le sue tattiche, quasi fosse ogni volta una persona diversa. I romani si trovano di fronte un fuoriclasse. Eppure, per ritornare a quanto spiegavo prima, i romani imparano come non mai. Scipione l'Africano comprende la manovra a tenaglia di Canne e la migliora, rendendola attiva e più veloce, come ai Campi Magni. E anche la disposizione di Caio Mario contro i Cimbri può aver tratto ispirazione. 

In generale, Annibale costringe i romani a portare la loro cultura tattica su un altro livello. Come un "vaccino" che rinforza il sistema immunitario.

Imparano solo nelle tattiche o anche negli armamenti?

Anche negli armamenti assolutamente. Giusto per fare due rapidissimi esempi: è dal mondo celtico che prendono l'elmo ed è dal mondo Sannita e Iberico che prendono ispirazione per il gladio.

A un certo punto Roma entra in crisi. È il soldato romano una delle cause, anche per motivi demografici?

Sì e no. Roma attraversa diverse crisi e ognuna ha una natura diversa. In linea generale però Roma va in crisi quando ci sono problemi nella gestione del potere. Quando il "patto" fra Stato e Cittadino viene meno, e il cittadino diventa sempre meno parte di una struttura e diventa sempre più un suddito.

Quando questo si verifica, il sistema romano si arrota su sé stesso. E in quella situazione il soldato romano si sostituisce in maniera drammatica alla politica (come nell'anno dei quattro imperatori o come nel caso dell'anarchia militare durante il terzo secolo). 

Ancora peggio quando, e qui siamo alla caduta dell'impero d'Occidente, il soldato romano non è più un italico o un "barbaro" che si romanizza e che viene assimilato dalla società, ma un elemento non romanizzato in una società completamente corrotta e sfaldata.

Che cosa succede al soldato in caso di sconfitta, come dopo Canne?

Dipende dalla sconfitta. Canne in particolare fu un'onta terribile per i soldati sconfitti. Dal momento che non avevano vinto, ma nemmeno erano morti, vennero considerati come dei codardi. Le legioni cannensi persero ogni privilegio, non potevano più entrare nelle città e dovevano vivacchiare nelle campagne, coperti di disonore. A Zama vennero guidati da Scipione e sfoderarono un coraggio fuori dal comune non solo perché dovevano battere Annibale, ma perché era l'unica occasione di "redenzione" per la loro vita.

Aldilà di Canne i soldati sconfitti possono subire sorti diverse. Se la legione perdeva con onore, si tendeva, comunque, a reintegrare l'armata oppure potevano passare a rimpolpare altre legioni. Nelle sconfitte più cocenti, invece, la legione era sciolta per sempre, come dopo Teutoburgo quando la XVII, la XVIII e la XIX furono dichiarate maledette e mai più ricostituite.

Nelle guerre civili, come decidono di schierarsi?

Ognuna delle tre guerre civili (Mario/Silla - Cesare/Pompeo – Ottaviano/Marco Antonio) ha delle caratteristiche diverse. Il soldato romano si può schierare da una parte o dall'altra per tanti motivi. Con molta poca poesia, posso dire che il soldato si schiera con il comandante che gli può garantire il soldo e delle terre. Però, ad onor del vero c'è anche fedeltà presso il comandante o la causa politica. Ad esempio, Tito Labieno, braccio destro di Cesare in Gallia, passa poi con Pompeo perché era suo cliente ma anche per un ideale repubblicano. O ancora, durante gli scontri fra Ottaviano e Marco Antonio, spesso i soldati si rifiutano di combattere contro loro ex-compagni.

Sappiamo come erano gestite le salmerie, l'assistenza medico infermieristica prima, durante e dopo la battaglia e, ultimo ma non meno importante, il bottino?

Abbiamo delle informazioni. Per dare una idea: le salmerie, specie dopo la riforma di Mario, erano portate a spalla dal legionario. Il concetto è che il singolo soldato fosse quanto più autonomo possibile. Ed effettivamente nello zaino trovavi di tutto: pali di legno per l'accampamento, un secchio, una paletta, il necessario per preparare il pranzo e per dormire. Un vero arsenale per ogni soldato.

L'assistenza medica c'era eccome. I dottori ovviamente basavano tutta la loro competenza sull'esperienza, con pochissime "prove" scientifiche, ma era estremamente formati e acculturati. Esisteva in ogni legione un vero e proprio personale medico, con delle gerarchie e delle competenze. I medici erano sul campo di battaglia: non esistendo antibiotici o qualsiasi altra cosa che potesse combattere i microbi, la sopravvivenza derivava (oltre che dalla ferita) dalla velocità di intervento. Per cui i legionari venivano curati subito, sul posto. Poi in un secondo momento erano trasferiti in piccoli "villaggi" medici dedicati. 

Per il bottino, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non era affatto arraffato dal primo che passava. Veniva raccolto, posizionato al centro dell'accampamento e distribuito dai superiori secondo i meriti e i gradi. Il bottino faceva parte del "contratto" fra legionario e Stato romano, per cui la sua spartizione era curata nei dettagli.

Infine, proviamo a immaginare il soldato romano in carne e ossa. Fisicamente, come era strutturato? Possiamo immaginarlo più come Messi che come Cristiano Ronaldo? E i diversi nemici?

Più come Messi o Gattuso direi. Il romano era basso, da 1.65 a massimo 1.70, robusto, un po' tarchiato, tipicamente mediterraneo. I diversi nemici potevano essere come loro, come gli iberici o i cartaginesi, ma anche molto più grossi e alti come i celti o addirittura i Germani, che sembravano giganteschi.

Effettivamente deve essere stato anche "frustrante" per i guerrieri nordici che erano spaventosamente grossi avere la peggio contro una miriade di "nanetti" ai loro occhi, ma straordinariamente forti e soprattutto enormemente disciplinati.

P.S. Se desiderate proporre temi sull’antichità romana da approfondire, potete farlo scrivendo a: geopolitica@difesaonline.it

Immagini: Michele Marsan