L'Italia è il Paese delle cerimonie e della retorica. È politicamente sempre facile celebrare fatti e coraggio militare a distanza di un secolo, assai meno avere il fegato di riconoscerli in tempo reale. Il ricordo dei fatti d'arme della Storia italiana è (quasi) sempre puntuale: basta che non sia recente.
La Difesa italiana per l'inaspettata conclusione dell'impegno ventennale afgano ha ricevuto anche immeritati biasimi. Come in ogni dramma tuttavia c'è un risvolto positivo: l'inderogabile vizio eunuco di travestire i nostri militari da operatori di ONG ha perso improvvisamente la terra sotto ai piedi. Non ci sono più censure da porre in essere in un teatro operativo sparito...
12 anni addietro è avvenuta una vera e propria "Battaglia" in Afghanistan: abbiamo affrontato 500 nemici che desideravano farci la pelle, combattuto, vinto e... continuato a resistere!
La racconteremo mercoledì 15 dicembre alle 21.00 in diretta in una nuova puntata di Difesa ON AIR (canali Facebook e Youtube del giornale).
Non desideriamo farlo solo per rendere un giusto merito a chi vi ha preso parte... Lo facciamo perché, un giorno, chi verrà mandato in missione sotto l'egida del tricolore nazionale, possa svolgere il proprio dovere alla luce del sole e con il supporto politico e morale dei concittadini. Un requisito indispensabile per qualunque successo militare finale.