Nella giornata di ieri, 18 luglio 2017, presso la Sala della Scherma al Foro Italico in Roma si è svolto il simposio, organizzato da Elettronica in collaborazione con The European House – Ambrosetti, dal titolo “Digital Transformation: nuovi confini, crescita e sicurezza del Paese”. Ovvero, come affrontare il fenomeno, incombente e inarrestabile, della Rivoluzione digitale per risolvere al meglio tutti i nuovi scenari geopolitici e su come convogliare, questa trasformazione, per migliorare la sicurezza e la difesa dell’Italia.
Molte sono state le personalità politiche e non intervenute nell’incontro, tra le quali spiccano il ministro della Difesa Roberta Pinotti, l’ex presidente del consiglio Enrico Letta, Gianni Letta, il presidente di Elettronica Enzo Benigni, Vittorio Grilli in qualità di presidente di Corporate & Investment Bank EMEA di JP Morgan, il presidente RAI Monica Maggioni ed il generale di corpo d’armata Nicolò Falsaperna, vice segretario generale della Difesa.
Il primo ad aver preso la parola è stato Enzo Benigni che ha espresso i motivi per cui è stata organizzata questa giornata su un tema così delicato: “Sono state due le motivazioni: la prima è il ricordo del fondatore di Elettronica e la seconda è legata ad un progetto di lunga durata per spiegare la rivoluzione digitale che stiamo vivendo”. Spiegare al meglio questa rivoluzione è compito anche della relazione che è stata presentata durante le fasi iniziali del simposio, la quale ha come obiettivo anche quello di dettare una linea da seguire per la politica e per l’industria al fine di non rimanere indietro nello sviluppo. Ma questo guardare avanti, stando a quanto detto da Gianni Letta, non può prescindere dal guardare anche al proprio passato, una capacità che permette di guardare lontano e di comprendere al meglio il passaggio all’era dei dati informatici globali. “L’Italia è così non grazie alle sue risorse energetiche, ma grazie alla creatività e allo stile di vita degli italiani – ha continuato Gianni Letta – Caratteristiche che hanno permesso all’Italia di diventare una delle maggiori economie del mondo”. Ma, ha avvertito, che la tecnologia non basta, perché questa può diventare un’arma a doppio taglio nel momento in cui l’uomo inizia a pensare come fosse un computer.
Dopo l’apertura del simposio e l’intervento di Gianni Riotta, in qualità di moderatore del settore dedicato alla “Geopolitica, Industria e Difesa”, ha preso la parola Enrico Letta, il quale ha sottolineato quanto sia importante il rapporto sinergico tra Difesa e mondo Civile, specialmente per quanto riguarda il settore industriale. Un rapporto che in Europa è già in atto da tempo e che vede sempre più grandi investimenti per quanto riguarda la Difesa e che, ha detta di Enrico Letta, porterà una collaborazione sempre più stretta sull’asse franco-tedesco, sia per quanto riguarda la cooperazione militare sia economica. “L’Italia deve esserci e deve puntare ad arrivare al 2% del PIL per quanto riguarda le spese militari. Pena il restare drammaticamente indietro”, questo l’avvertimento dell’ex presidente del consiglio. Anche perché oggi è possibile per uno Stato salire velocemente i “gradini dello sviluppo” ed il rischio di vederci superare è alto. Le scelte che devono essere fatte dalla politica sono varie, tra cui secondo Letta è importante che la finanza sostenga l’innovazione grazie a scelte politico-industriali vincenti. Proprio la finanza è stato il tema di Vittorio Grilli, il quale ha parlato dell’importanza della cyber security in campo finanziario, perché: “Nel caso di un attacco cibernetico ad una rete finanziaria nazionale l’epidemia potrebbe espandersi velocemente con conseguenze disastrose per l’economia”. Per evitare questo tipo di attacchi è necessario che l’Italia, così come il resto del Mondo, sfrutti la tecnologia a disposizione al fine di analizzare e superare i problemi della digitalizzazione. Nello stesso momento, però, l’Italia deve anche diventare una terra florida e che attragga capitali da tutto il mondo, ma per fare ciò, Grilli ha dichiarato: “È necessario creare una massa critica, partendo dalle nostre eccellenze costruire un sistema industriale capace di sfruttare al massimo le opportunità offerte”.
Il “cambiamento di rotta” nella discussione è stato offerto da Fabrizio Maronta, responsabile per le Relazioni Internazionali di Limes, il quale si è focalizzato, durante il suo intervento, sul cambiamento geopolitico globale, che porta con sé nuove sfide e problematiche apparentemente difficili da risolvere. I due esempi portati da Maronta sono stati la Russia, che con la sua politica estera fortemente militarista ha contribuito al caos del mondo post-bipolare, e la Cina, che dopo il suo ingresso nel WTC (World Treaty Council) ha iniziato ad acquistare tantissimi buoni del tesoro americani “costringendo” gli USA ad una mossa volta a riequilibrare il mondo. La stipula del TTIP e del TTP, che escludendo Russia e Cina puntavano a spostare nuovamente il potere commerciale sugli Stati Uniti, ha portato alla risposta cinese con le nuove vie della seta le quali guardano all’Africa e al Mediterraneo. “Mediterraneo che è tornato di vitale importanza per il commercio mondiale – a detta di Maronta – e che l’Europa deve saper sfruttare, superando la sua vulnerabilità maggiore al momento: il fenomeno migratorio, che causa divisioni interne e che ha riportato in auge l’idea di un’Europa a più velocità”.
Il ritorno sulla trasformazione digitale è avvenuto con l’intervento del gen. Nicolò Falsaperna, il quale ha parlato di quanto sia importante analizzare il cambiamento che abbiamo di fronte, perché: “Mai come in questo caso la rivoluzione è ovunque e colpisce ogni persona”. Una rotta che è iniziata all’interno del comparto difesa tramite la digitalizzazione di moltissime informazioni e con la ricerca di nuove tecnologie e di nuove vie di sviluppo, al fine di: “Perseguire una strategia che consolidi il ruolo internazionale dell’Italia”. L’intervento di Paola Severino, rettore della LUISS ed ex ministro della Giustizia, invece ha avuto come focus i giovani, fondamentali per il futuro del nostro paese e, soprattutto, cresciuti nel mondo dell’informatica. Ma, la Severino, ha parlato anche di quanto sia importante per l’Italia assumere un ruolo guida nella stesura di regole internazionali per il mondo cyber, per poter rendere omogenee le varie legislazioni e per poter controllare e garantire la sicurezza delle informazioni online. Informazioni, sotto l’aspetto di media, che sono state, anche in virtù del suo ruolo di presidente RAI, il fulcro dell’intervento di Monica Maggioni. “I media sono parte del cambiamento e devono conoscere tutti i nuovi strumenti a disposizione. Questo perché – continua la Maggioni – non ci siamo ancora resi conto dell’universo con cui abbiamo a che fare”. Un universo, quello dell’informazione digitalizzata, che ha modificato i meccanismi stessi della comunicazione, con il proliferare delle fake news, create e modificate ad hoc grazie all’uso dei sistemi informatici.
L’intervento che ha concluso la giornata è stato quello del ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ha parlato di come sia cambiato il ruolo della Difesa negli anni, la quale dava gli impulsi per lo sviluppo tecnologico. Dava non da, perché negli anni questa peculiarità del mondo occidentale si è rovesciata, portando le industrie e le start up ad effettuare lo sviluppo prima della Difesa. Questa situazione è anche figlia del cambiamento economico dell’Italia, dove i fondi per la Difesa sono sempre in misura limitata. Proprio per questo la sen. Pinotti ha ricordato che: “Oggi è stato presentato in Commissione al Senato il Libro Bianco della Difesa, affinché si tramuti in legge. Una legge sessennale che non sia legata al termometro politico ma che dia progetti di lunga durata per l’industria”. Sarebbe un grande passo avanti per l’Italia e per la Difesa in generale, perché permetterebbe di responsabilizzare la politica nella scelta delle strategie industriali e militari da seguire nel futuro. Oltre a questo, ha assicurato il ministro della Difesa, sarebbe possibile anche dire basta ai tagli che avvengono sui programmi militari. “Il voto sarà impegnativo, ma permetterà di discutere seriamente di programmazione sia gli industriali sia i militari”, il tutto al fine sia di evitare sprechi di denaro pubblico sia di migliorare la qualità delle Forze Armate.
Un impegno importante questo per il Paese che se portato a termine permetterebbe alle Forze Armate di fare un salto in avanti nei gradini dello sviluppo, ma che non gioverebbe solo nella Difesa perché di riflesso tutti gli sviluppi digitali e di informatici andrebbero ad essere impiegati anche nei comparti civili, permettendo così all’Italia di rimanere al passo con la Rivoluzione digitale.