Il mondo procede verso un nuovo ordine, e organizzazioni come le Nazioni Unite mostrano sempre più contraddizioni e inefficacia nel sedare le crescenti tensioni globali. A meno di un secolo dalla precedente guerra mondiale, non saranno gli ex vincitori a riscrivere le regole tra qualche anno, ma probabilmente i nuovi attori emergenti. Questo sembra inevitabile.
Nel frattempo, tutti i paesi che ambiscono ad avere un futuro peso politico stanno accelerando la preparazione per un potenziale scontro militare.
E l'Italia?
La capacità operativa e l'efficacia del suo esercito destano preoccupazione: manca una componente corazzata adeguata, il personale è insufficiente, poco addestrato e mal impiegato. Questi problemi rappresentano solo l'inizio.
Esistono gravi problematiche legate al reclutamento, alla formazione e al mantenimento di un organico preparato per scenari di conflitto reali. Inoltre, l'opinione pubblica è spesso poco informata o male informata: si parla da anni di creare una "Cultura della Difesa", ma la realtà è che l'informazione viene spesso censurata. Fare sempre le stesse cose aspettandosi risultati diversi è, come noto, follia!
Più di tutto, manca convinzione. Chiamare "nazione" un popolo demotivato, diviso e sempre più distante dalla sua classe politica non aiuta a ritrovare l'unità necessaria per affrontare la colossale prova cui inevitabilmente sarà sottoposto.
Ci attendono "sfide" o "sfighe"?
Il carattere e la tenacia degli italiani sono fuori discussione, ma dovranno sentire ancora una volta il detto "Mancò la Fortuna, non il Valore" per capire finalmente che arrivare impreparati a un appuntamento cruciale non può essere attribuito alla sfortuna?
Lo chiederemo, questa sera alle 21.00, ai generali Giorgio Battisti e Giuseppe Morabito.
Vi aspettiamo (assieme alle vostre domande!)
Foto: U.S. Navy