The war as I saw it

11/03/15

L’inviato di guerra è quel professionista che ti racconta un pezzo di crisi internazionale, un giornalista forse sui generis che agli occhi dell’opinione pubblica talvolta incarna la perfetta sintesi di coraggio ed intelletto, talaltra indossa i panni della penna mercenaria, resta indubbio che si tratta di qualcuno che opera a pochi metri dalla linea del fuoco, di un individuo che invece di pensare a come mettere in salvo la pelle cerca di raccogliere quanto più possibile in termini di immagini, sensazioni, vite a confronto e tutto ciò con il fine di consentire al fruitore della notizia una comprensione efficace e dettagliata del conflitto.

Il Club atlantico giovanile di Gorizia, unitamente all’associazione Sconfinare, attraverso la conferenza intitolata “The war as I saw it” tenutasi il 10 marzo scorso presso l’Aula Magna del Polo universitario di Gorizia, ha realizzato un evento in cui quattro grandi professionisti dell’informazione legata ai temi della difesa e delle relazioni internazionali si sono raccontati, mettendo in luce il proprio punto di vista su come vivere e scrivere la guerra.

Attraverso l’affascinante narrazione delle esperienze professionali di ciascuno Gabriella Simoni di Mediaset, Fausto Biloslavo del Giornale, Gianpaolo Cadalanu di Repubblica e Gianandrea Gaiani di Analisi Difesa hanno fornito importanti spunti di riflessione su concetti quali libertà di stampa, autocensura, distinzione tra racconto e verità, nonché sugli attuali scenari di crisi, con particolare riguardo a temi quali ISIS, Libia, Iraq ed immigrazione clandestina.

La perfetta organizzazione dell’evento ha reso possibile uno streaming con l’Università di Teramo, la Statale di Milano e l’Ateneo di Roma Tor Vergata, oltre a ciò è stato possibile commentare e porre domande attraverso i social network Twitter e Facebook.

La scelta di realizzare una conferenza 2.0 ha reso il dibattito vivace e partecipato sia da parte del pubblico in sala che da quello in collegamento così da far sentire tutti partecipi di un evento culturale di vero spessore. L’ottima riuscita dell’evento non ha potuto prescindere dal contributo del Dipartimento di Scienze Politiche e sociali dell’Università di Trieste polo di Gorizia.

Andrea Pastore