Egregio Direttore, dopo la riforma delle Forze Armate ed il riordino delle carriere, sono convinto che quanto interesserà i nuovi diritti sindacali nel mondo militare sia la logica conseguenza di un percorso che sta rinnovando il comparto.
Interpreto la sentenza della Corte Costituzionale come l’opportunità per esprimere diritti che completeranno il connubio inscidibile che lega il personale ai vertici, già uniti nel raggiungimento del medesimo obiettivo.
L’occasione che si presenta dovrà cogliere le migliori esperienze e riflettere le criticità rilevate per volgerle a supporto di uno strumento che serva al miglioramento dell’efficienza del comparto difesa e sicurezza.
D’altronde, è nelle cose che l'associazionismo sindacale militare diventerà parte integrante del sistema militare.
Mi permetto alcune sollecitazioni per favorire il dibattito che dovrà accompagnare la riforma, in modo che il delicato passaggio sia vissuto in ogni luogo a supporto di quanto il Parlamento dovrà fare.
Penso che le associazioni sindacali militari possano essere formate da militari in servizio ed in congedo e, perché no, possano essere rappresentative di interessi anche in più Amministrazioni militari. Sono convinto, invece, che la rappresentanza sindacale diretta debba essere espressa da Organismi formati da militari in servizio eletti da militari in servizio.
In concreto: un'associazione sindacale esprime i propri contenuti ed offre il proprio contributo all'interno di un'Amministrazione militare attraverso il voto che determina la composizione degli Organismi sindacali che sono a tutti gli effetti parti sociali.
Per favorire le relazioni sindacali, occorre che il sistema sindacale sia imperniato su due pilastri: quello nazionale e quello locale ovvero su base regionale.
Gli Organismi sindacali devono essere presieduti da un militare eletto dai delegati con un sistema di voto che favorisca il più ampio consenso interno e la condivisione degli obiettivi.
Per favorire la partecipazione di genere, servirà esprimere la doppia preferenza di genere.
Per evitare la parcellizzazione della rappresentanza sindacale (riesame dell’esperienza vissuta successivamente alla legge 121/1981) nonchè la reale rappresentazione collettiva degli interessi, occorre che i delegati siano scelti nell'ambito di liste e dovrà essere fissata una soglia di sbarramento sotto la quale non saranno attribuiti seggi.
I delegati a livello nazionale devono poter svolgere il proprio mandato in via esclusiva, senza limitazione di ordine temporale e senza essere sottoposti a valutazione.
Le competenze sono ampie e, pur tuttavia, alcune materie devono essere comunque escluse - si potrebbero, ad esempio, solo formulare pareri non vincolanti in merito - in ragione del fatto che, considerata la struttura gerarchico-piramidale, la responsabilità dell'efficienza dello strumento militare e dell'attuazione dei programmi assegnati è, in ogni caso, attribuita ai vertici.
Concludo con una convinzione: agli Organismi di carattere sindacale va attribuito, nei fatti, il riconoscimento di responsabilità proprio delle "parti sociali" sia con previsioni che determinano la costruzione culturale del percorso sia con la definizione delle responsabilità programmatiche e delle competenze esclusive in modo da regolarizzare, in maniera corretta e non burocratica, il quadro di relazioni di tipo sindacale che sorgerà tra i vari soggetti.
Sen. Vincenzo D'Arienzo