Lettera a Difesa Online: "Fine del Leopardotto"

12/06/24

Cordiale Redazione, Vi mando una lettera con alcune considerazioni personali su recenti eventi che ci competono e trattati dalla vostra rivista:

Fare i conti senza l’oste è un uso molto radicato nel nostro paese ormai minimalista dove la storia è finita e la geografia diventa irrilevante in un mondo ideale e pericoloso dove noi italiani ne siamo il centro, e così l’oste, la tedesca KNDS ha annunciato con un comunicato ufficiale la fine delle trattative con Leonardo per formalizzare la partnership che avrebbe dovuto realizzare il carro LEOPARD 2 A8 IT, il “Leopardotto” definito dal vostro direttore, e la sua fornitura all’EI così pure il programma AICS, Armored Infantry Combat System, sempre per l’EI.

Le due aziende non hanno trovato l’accordo sulla cosiddetta "italianizzazione del carro", evidentemente KNDS, conscia della perdita di immagine provocata dalla negativa italianizzazione del PzH 2000 non ha voluto ripetere bizantinismi ostici alla sua germanica cultura. Il problema strutturale di un’industria della difesa poco trasparente e di scarsa considerazione internazionale in alcuni settori chiave come i veicoli corazzati espande la voragine del problema operativo per l’EI che si ritrova ad operare poco più di 40 carri da battaglia vetusti e superati da tutti i punti di vista, mortali solo per i loro equipaggi in un o scenario di guerra convenzionale ad alta intensità come quella in Ucraina.

La voragine si espande sia da un punto di vista decisionale che temporale, quanto ci vorrà per avere nuovi e credibili carri da battaglia? Sarà sempre troppo tardi a questo punto.

Ma il problema strutturale non è solo nei vertici industriali e nella grottesca leadership del paese che decreta con allegra spavalderia e presunzione misure che riguardano il coinvolgimento di soggetti chiave esterni alla nostra nazione per nessun motivo convinti e soggetti ad essi, il problema strutturale riguarda soprattutto i cittadini, (o sudditi) di questo paese nei confronti di un senso comune di appartenenza e di aspirazioni, in pratica un problema storico e culturale oltre che geografico.

Vorrei spiegare da buon ufficiale dei Bersaglieri con parecchie missioni operative in tre continenti diversi perché ho usato il termine tra parentesi "sudditi", nell’ultimo sondaggio di Gallup International Association About us: gallup-international.com la propensione globale nel mondo di combattere per difendere il proprio paese è al 52% con l’Italia tra gli ultimi con una percentuale del 78% di cittadini non disposti a combattere per difendere il proprio paese, da qui il termine "cittadini" si trasforma automaticamente in "sudditi", i cittadini sono consapevoli e motivati, i sudditi sono ignavi e costretti.

Concludo con una domanda: Siamo ancora in tempo ad invertire la rotta o la condanna è assoggettarsi al prossimo padrone di turno, che non sarà certo benevolo come lo sono stati gli USA, compiaciuti nel compiacerlo vendendogli le nostre merci, finti felici e inconsapevoli di una schiavitù intellettuale, ma probabilmente anche fisica, sacrificata ad una pace sancita costituzionalmente?

Grazie buon lavoro,

Filippo Tagliabue

  

Cordiale lettore, condivido ed apprezzo le considerazioni ben esposte ed argomentate. Non conosco appieno i retroscena del fallimento dell'accordo. Spero tuttavia che i timori espressi nell'articolo sul "Leopardotto" non si siano avverati. Sarebbe gravissimo!

Forse è prevedendo l'italica indolenza ed amore per le chiacchiere che il nuovo capo di stato maggiore dell'Esercito, generale Masiello, ha indicato al momento del passaggio di consegne come priorità l'ADDESTRAMENTO? Nei discorsi pubblici successivi sono stati (spontaneamente?) aggiunti altri interessi tra cui quelli "nazional industriali"...

Sembra proprio, visto il tempo criminalmente sprecato, che dovremo prepararci al conflitto mondiale in corso con quel poco ed autarchico che abbiamo a disposizione.

Per quanto riguarda le prospettive future non sia pessimista: nonostante i rituali entusiasmi, gli elettori sono calati di un ulteriore 11,43% ed oggi la maggioranza assoluta dei sudditi italiani NON si reca più alle urne.

Possiamo dunque definirci ipocritamente "Democrazia" o, come risponde l'IA, siamo solo una misera "Oligarchia"? L'oggi compianto Berlusconi sembrò l'unico, a suo tempo, a preoccuparsi del fenomeno.

Il cataclisma globale che inevitabilmente travolgerà tutto a breve, traformerà - socialmente - l'intero pianeta. Esiste dunque un rischio enorme per l'Italia: come in Francia, Stati Uniti ed ancor prima Inghilterra, il prossimo "padrone di turno" potrebbe non essere più uno straniero - talvolta "benevolo" - bensì inediti, liberi ed indipendenti cittadini italiani. A quel punto, visto lo straordinario coraggio e le capacità che spesso hanno lasciato a bocca aperta molti Paesi (in 163 anni di "sudditanza"!), senza limiti, potremo sorprendere amici ed alleati, rendendoli orgogliosi di averCI o, perché no, di averLI affianco.

Andrea Cucco