Genova Cavalleria, il pollaio, i cervelli di gallina

20/03/21

Questo nelle foto è Genova Cavalleria. Dopo un po’ di risate, qualche offesa e perché no, l’incapacità e la malafede di qualcuno, sarebbe forse ora di mettere il punto su questa storia delle cannonate alle galline ed il punto si mette sempre poggiandosi sulle certezze.

È certo che Genova è il più antico reggimento della cavalleria italiana.

È certo che Genova contribuì a spezzare l’assedio di Torino nel 1706, durante la guerra di successione spagnola.

È certo che Genova Cavalleria, nel 1796, sconfisse le forze napoleoniche durante la cosiddetta Campagna d’Italia dell’Imperatore corso, nell’ambito della battaglia di Mondovì, meritando due medaglie d’oro per lo stesso fatto d’arme, cosa mai più sentita nella storia militare.

È certo che Genova ed i suoi ufficiali ebbero il coraggio di dire no! Persino al Re, di cui erano scorta personale, quando questi decise di andare contro il popolo, erano i moti del 1820-21.

È certo che Genova Cavalleria ha partecipato a tutte e tre le guerre risorgimentali, meritando commoventi pagine persino sul Libro Cuore di De Amicis.

È certo che Genova Cavalleria, durante la Grande Guerra, ha combattuto a piedi e a Cavallo sul Carso ed a Pozzuolo del Friuli, meritando due medaglie d’argento al valor militare e lasciando sul campo o portando a casa numerose medaglie d’oro, d’argento e di bronzo individuali.

È certo che Genova Cavalleria ha combattuto in Africa orientale, Grecia e a Porta San Paolo durante la Campagna d’Africa Orientale e la Seconda Guerra Mondiale.

È certo che Genova Cavalleria, in epoca repubblicana, non solo ha presidiato il confine con la Jugoslavia, durante la guerra fredda, ma ha partecipato anche a tutte le operazioni fuori dal territorio nazionale dalla Somalia in poi.

È certo che Genova Cavalleria si è distinta sui ponti di Nassyria nel 2004 (foto apertura).

È certo che Genova Cavalleria è oggi uno dei migliori reggimenti d’Italia e non saranno certo quattro social nerd dementi o giornalisti poco accorti ad infangare l’immagine più che tricentenaria di una gloriosa unità militare.

Se qualcuno ha sbagliato pagherà, ma tutto questo letame, infiocchettato da invidiosa e frustrata ironia, Genova, il suo personale, i suoi vecchi e i suoi eroi non lo meritano affatto.

Andrea Pastore