Egregio direttore, ho servito a metà degli anni ’80 come carabiniere ausiliario e porto orgogliosamente il ricordo di quella straordinaria esperienza, umana e professionale!
Mi interrogo spesso se ai nostri giovani possa servire un periodo di servizio alla collettività, prestato o nelle forze dell’ordine o nell’Esercito: la mia risposta è sempre sì, forte e chiaro!
Serve ai nostri ragazzi/e un rito di passaggio che li/le faccia entrare a pieno titolo nel mondo degli adulti, che è poi il mondo delle responsabilità...
Serve sicuramente all’Italia una forza di riserva terreste - in caso di necessità - facilmente e prontamente mobilitabile, che costi poco in termini di gestione dei richiami addestrativi e dal punto di vista della mobilitazione, in caso di calamità naturali.
Ma serve all’Italia una forza di migliaia di uomini per effettuare attività di controllo del territorio e di deterrenza con Strade Sicure, sottraendo il personale al primario compito istituzionale dell’addestramento e della prontezza di risposta?
È un argomento che i politici di turno trattano per farsi un po’ di pubblicità, senza essere a conoscenza delle reali necessità del paese, della forza armata e dei giovani in questione.
Quella che lei dirige è una delle poche riviste di settore che periodicamente affrontano la questione, Vi suggerisco di insistere sull’argomento ma ampliando il tema e collegando la cessazione dell’uso improprio delle forze armate per compiti di ordine pubblico con la questione del ritorno della leva.
Grazie per l'attenzione e per il lavoro che svolgete.
Buon lavoro.
Stefano Bausola
Gentile lettore, le sue parole giungono in coincidenza dell'ultimo aumento dei militari impiegati nella missione Strade Sicure.
A quanto pare, in un paese con oltre 350.000 uomini e donne tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Polizia Municipale/Polizia Locale... servono altri 1400 soldati (sic!) per garantire l'ordine pubblico. "Strade Sicure" raggiunge così un totale di 6.800 militari.
A questo punto non è da rilevare solamente la cronica frustrazione di chi dovrebbe prepararsi a sopravvivere alla violenza della Guerra (in corso...) e non lo può fare, ma anche quella di chi ha scelto di lavorare per garantire proprio la sicurezza dei concittadini e si sente dire che un 1,94% di (improprio) personale in più... farà una qualche differenza!
Speriamo che le prossime assunzioni nei corpi di polizia italiani possano compensare quella percentuale "chiave" mancante. Perché altrimenti ci si potrebbe iniziare a chiedere se il doppio degli agenti del Regno Unito ed un terzo in più di quelli della Francia, non siano semplicemente mal organizzati e mal finanziati.
Per quanto riguarda il ritorno alla leva, visto l'esempio straniero degli ultimi anni (numerose centinaia di migliaia di richiami alle armi in Ucraina, Russia ed Israele!), una qualche forma di ripristino, anche parziale, doveva avvenire già 2 anni addietro: in caso di emergenza non avremo più la possibilità di richiamare classi di leva fresca in quanto oramai sospesa da un ventennio. E un addestramento da zero richiederebbe un tempo fatale al paese!
Oggi quel "rito di passaggio" che ha perfettamente individuato sarebbe auspicabile! Al momento è sostituito da like annoiati su un divano in attesa di poter votare i propri degni rappresentanti (spesso maestri di selfie). Figuriamoci fare - faticosamente - la propria parte al servizio di un Paese che ha oramai come "sacro" solo gli interessi, le vanità e le vacuità personali...
Andrea Cucco
Foto: Esercito Italiano