L’Uomo Che Va ha girato il mondo, ne ha viste tante e ne ha lette anche di più, per questa ragione nulla più lo impressiona, né tanto meno lo spaventa, a fronte di ciò qualcosa sempre lo stupisce, in particolare la delazione, la maldicenza, l’inutile accanimento, l’ipocrisia.
Il fatterello di cronaca, la notizia non notizia, il reato non reato che qualche mese or sono ha impegnato vertici militari, procure della repubblica, TG e testate giornalistiche ha fatto riaffiorare nella testa dell’Uomo Che Va lo stupore, perché in fondo il caso è nato da una delazione, da una foto rubata in una stanza privata, un luogo dove giovani ragazzi trascorrono le proprie notti tra un servizio e l’altro, posti dove la spersonalizzazione è tale che talvolta si avverte la necessità di dare un tocco personale a quattro mura grigie offerte dallo Stato ai suoi servitori, che poi, per usare un gergo, tempo fa fin troppo abusato, non erano i detenuti coloro a cui era affibbiato il titolo di “ospiti dello Stato”?
La riflessione dell’Uomo Che Va non è però legata alla cronaca spicciola, alla già citata notizia non notizia, questa sciocchezza da bar è stata uno spunto, uno stimolo per invitare a guardare oltre o meglio per stimolare tutti a guardare dentro la condizione del militare e per approfondire una serie di temi costruiti sul nulla delle incomprensioni.
Da quando si parla di occidente, facciamo 500 anni prima di Cristo, spicciolo più, spicciolo meno, questa parte del mondo, di cui noi facciamo parte e che tutto deve alla Grecia Classica, ha visto gli uomini in armi aggregarsi in quelli che la lingua italiana chiama eserciti o con sostantivo linguisticamente più comune in altre nazioni armate - l’Uomo Che Va userà eserciti da adesso in poi. -
Tali gruppi sociali sono, senza grosso tema di smentita, inquadrabili in due categorie: eserciti di popolo ed eserciti mercenari, a loro volta gli eserciti di popolo sono distinti tra eserciti volontaristici e di coscritti.
Siffatti gruppi umani, nel corso degli anni, si sono alternati in base alle forme di Stato e di Governo via via impostesi, prima nel Mediterraneo e successivamente oltre Atlantico, ci sono stati eserciti di popolo coscritto già dalle guerre persiane e fino alla seconda guerra mondiale, eserciti di volontari durante la rivoluzione francese, ai tempi delle rivolte borghesi del 1848 ed ancora nella guerra di Spagna o nelle campagne di conquista di quella che sarà dal 1936 l’Africa Orientale Italiana.
Le guerre di religione che insanguinarono l’Europa tra medioevo ed età moderna furono guerre di coscritti o di volontari in base alle ragioni di questo o quel popolo, di questo o quel credo, mentre l’intera epoca comunale italiana fu caratterizzata, come le crociate peraltro, da truppe mercenarie, uomini pronti a tutto pur di ottenere, danari, terreni e titoli nobiliari.
Un sostrato di tal fatta non poteva che lasciare nell’animo degli uomini occidentali una matassa estremamente ingarbugliata le cui fila si è stati in grado di tirarle con due stratagemmi ideologico-normativi che nel corso del XX secolo sono stati lo Stato Nazione, peraltro teorizzato un secolo prima ed il concetto di nemico permanente, un approccio ideologico quest’ultimo tipico della Germania guglielmina ed adattato in modo eclettico dagli USA, prima contro il pericolo rosso e poi, con il sopirsi della contrapposizione bipolare, contro i pericoli “funzionali” in genere.
Caro Uomo Che Va, cercando cercando hai fatto una premessa di cronaca buffa, ti sei messo una maschera per guardare a pelo d’acqua sul mare della storia ed hai offerto un punto di vista riguardante uno dei tanti oggetti di confusione di questo mondo occidentale, sarà il caso di dire dove si sta andando.
L’Uomo Che Va non sta mai fermo, forse perché ha già trovato, per questo offre spunti attraverso ricognizioni aeree nel pensiero e nelle coscienze per poi colpire deciso dove fa più male.
Dopo tutte le nozioni appena offerte, che vanno tenute tutte a mente, è il caso di dire qualcosa circa le cose italiche e nel merito della notizia non notizia della bandiera germanica che tanto clamore ha suscitato, fino ad approdare a tre miseri giorni di consegna.
L’Italia repubblicana tra le mille ambiguità di cui è stata ed è vittima, deve fare i conti con l’incapacità di gestire le cose militari, la frustrazione per la dolorosa sconfitta bellica del 1940 - 1945 ha fatto sì che le classi dirigenti generassero un modello di difesa strutturato sull’esercito di popolo senza che vi fosse un popolo, per cui sulla Costituzione si inneggia ai sacri doveri, ma nelle caserme i cittadini sono stati trattati, per tutto il tempo della leva obbligatoria, da coscritti appunto, con questo approccio cosa si voleva che ne venisse fuori?
Uno strumento militare elefantiaco, burocratico, mal sopportato ed assolutamente inefficace al netto di alcune eccellenze, delle licenze elementari, delle patenti erogate quale contentino o palliativo e dei ricordi di gioventù, capaci di rendere dolce la memoria di qualsiasi nefandezza.
Nel 2005 la stessa classe dirigente che sostenne senza costrutto politico-militare l’abominio dell’esercito di coscritti, partorì, a seguito di una serie di polpettoni burocratici, un leviatano ancora peggiore, l’esercito dei volontari a pagamento, cioè uomini e successivamente donne che compiono un atto etico che li lega ad un ente superiore, rappresentativo di un’intera comunità, a patto che lo stesso ente corrisponda loro un salario che non deve essere sufficiente alla sopravvivenza del volontario, ma gli deve assicurare un tenore di vita adeguato al titolo di studio conseguito e proporzionato alla famiglia che intende crearsi, nonché una pensione ed uno stato sociale, insomma il volontario diventa impiegato, venendosi ad innescare un paradosso morale per cui: mi impegno ad offrire l’assoluto a patto che mi si corrisponda il concreto.
Per intendersi, all’Uomo Che Va non dispiace affatto che i militari vengano stipendiati, così come ritiene il superamento della coscrizione un atto di civiltà, ma l’Uomo Che Va odia la delazione, la maldicenza e soprattutto l’ipocrisia, di contro adora la lealtà e l’onestà intellettuale, quella stessa onestà intellettuale che dovrebbe portare a dire che sui valori non si negozia, che il giuramento è un impegno sacro e non un atto burocratico, che se si è introdotto nelle caserme l’orario di lavoro e le relative leggi di tutela dei dipendenti pubblici il mondo militare forse così tanto militare non lo è più e pertanto non si può pretendere che gli uomini in uniforme siano al contempo eroi e burocrati in base alle opportunità di terzi; li si è voluti pubblici dipendenti, li si impieghi in tal guisa, nell’alveo delle loro peculiarità certo, ma senza privarli dei diritti costituzionalmente riconosciuti a tutti i cittadini e per favore, non si vadano a rivangare giuramenti di cui nel 2018, stante l’attuale situazione non si sa più cosa farsene.
Adesso torniamo verso dove siamo partiti, alla notizia non notizia, al giovane carabiniere con una bandiera della Germania guglielmina in capo al letto, se dovessimo attenerci ai valori patri il ragazzo non dovrebbe essere giudicato e condannato per richiami al nazismo, peraltro storicamente privi di fondamento, ma per il fatto che quella Germania, quella del Kaiser per intenderci, fu nostra nemica sulle pietraie del Carso e sul Montegrappa, nell’Adriatico e lungo il Piave, ma visto che non sono questi i temi per cui si sta giudicando il giovane carabiniere allora sarebbe meglio tacere, in fondo i nostri vertici militari lo sanno fare benissimo, soprattutto per tutelare privilegi e prebende, lo fecero già durante i moti del 1820 - 1821 e proseguirono con le sconfitte del 1866 e a Caporetto, quando oltre ai vertici tacquero i cannoni comandati da colui il quale tacque ancora l’8 settembre e rimase in sella ben oltre il nero ventennio.
I vertici militari continuarono a tacere quando fummo fatti entrare a forza nella NATO svendendo le minoranze istriane e dalmate e ancora negli anni ’60 - ’70 - ’80, vedendo morire galantuomini come Dalla Chiesa e parimenti consapevoli che i ragazzi ammassati sulla soglia di Gorizia sarebbero stati spazzati via in 72 ore, poco meno o poco più.
Dopo tanti silenzi colpevoli forse questa sarebbe stata l’unica volta in cui avremmo preferito che le “stellette” fossero rimaste a guardare, continuando a tacere, piuttosto che sperticarsi in tre miseri giorni di consegna.
Un Viandante