A un anno dalle elezioni presidenziali che hanno riportato al potere l’ex generale e presidente, Mohammed Buhari, l’impazienza dei nigeriani comincia a farsi sentire. Non vedono i cambiamenti promessi in campagna elettorale. Una paura endemica comincia a fare business. Si registra una svalutazione della naira (valuta nigeriana, nda) del 45% rispetto al 2015 sul dollaro, con conseguente innalzamento dei costi dell'import, aggravati dal prezzo del petrolio, voce economica fondamentale delle entrate governative.
I nigeriani scalpitano, ma in meno di un anno, è impossibile ricomporre ciò che in otto anni è stato distrutto. Parliamo del periodo di Jonathan Goodluck, sotto la cui leadership la corruzione ha raggiunto livelli esorbitanti: dove il costo di un veicolo militare era prezzato 200.000 dollari se ne pagavano 1.000.000! Periodo di inganni e tangenti. Soldi fatti poi evaporare ed esportati in Svizzera e Dubai.
Proprio da Dubai, Buhari ha iniziato la sua politica di rientro dei capitali sottratti illecitamente da ex ministri e alti ufficiali delle forze armate. Per dare un'idea, la ex ministro del petrolio Dieziani in soli 2 anni si sarebbe appropriata di 19 miliardi di dollari.
Buhari ha avviato una politica estera atta a ristabilire la credibilità della Nigeria, prima conosciuta principalmente per la corruzione, Boko Haram e Mend (Movimento per l'Emancipazione del Delta del Niger, ndr). Grazie ai suoi viaggi tra USA, Gran Bretagna e Francia a cui va aggiunto un incontro con il presidente del consiglio Renzi ad Abuja, ha controbuito ad accrescere l'attendibilità politica dando l'idea di essere realmente intenzionato a circoscrivere i fenomeni negativi che aleggiavano sul Paese. Proprio con l’Italia, ha stretto un accordo di collaborazione tra le forze di polizia per la lotta al terrorismo, l'immigrazione clandestina e la prostituzione. La mafia nigeriana è ben ramificata in Italia.
Questo non ha arginato il flusso migratorio di clandestini nigeriani, che richiedono asilo a causa di Boko Haram o di altri presunti conflitti. Il fenomeno Boko Haram è ormai delineato e confinato solo ed esclusivamente nella regione del nordest, nello Stato del Borno, confinante con il Camerun. La maggior parte dei nigeriani richiedenti asilo proviene invece dalle regioni del sud, geograficamente distanti circa 3.000 km dalla zona interessata dal terrorismo.
Come reporter sul campo, posso testimoniare che in Nigeria non vi sono guerre su vasta scala in atto.
A tutto questo si contrappone il fenomeno dei secessionisti del Biafra e del MEND, pagati dal governo durante la presidenza Goodluck per rimanere quieti così come i gruppi criminali che usavano il sequestro di persona per minacciare le compagnie petrolifere.
Il nuovo governo, in chiara crisi finanziaria, non intende negoziare con il MEND che ha giurato battaglia aperta al governo federale, istituendo una nuova forza di ribellione denominata Delta Avengers, rifacendosi ai personaggi della Marvel.
I Delta Avengers chiedono la giusta compensazione economica per lo sfruttamento dei terreni del delta del fiume Niger e delle zone del sud-sud, ricchissime di petrolio.
Come accennato, a questo si aggiunge il fenomeno Biafra, come già riportato su qeuste pagine (leggi), finanziato dagli sconfitti politici del PDP, che rimane però il partito di maggioranza del sud. Il PDP combatte a suon di manifestazioni e web radio il governo federale guidato dal musulmano del nord, Mohammed Buhari, "colpevole" di non favorire la crescita del Paese mantenendo l’ormai povero nord con il denaro proveniente dalle ricche aree petrolifere del Biafra e del sud.
Il Biafra, come avvenuto 37 anni fa, chiede la scissione politica per fondare una nuova e rinata Repubblica del Biafra indipendente. Il MEND rivendica le stesse questioni e, avendo accesso all'abbondante oro nero, ha reso nota la volontà scissionista, invitando tutti i nati nel sud a rientrare in terra natia, e promesso di cacciare, anche usando sistemi di pulizia etnica, tutti i nigeriani del nord attualmente residenti nel sud. Il MEND ha anche presentato la nuova moneta e la nuova politica di gestione e sfruttamento dei proprio giacimenti, innalzando le fees alle grandi majors petrolifere.
Mentre dilaga la cosiddetta Nigerian Way, ovvero la naturale propensione a lamentarsi del cittadino nigeriano medio, le opposizioni fomentano il malcontento, screditando in ogni modo possibile il ruolo del governo in carica che, nonostante tutto, sta cercando di fare il possibile per contenere gli infiniti problemi del Paese.
(foto: U.S. DoD)