Joint Small Operation 2018: esercitazione per l'evacuazione di personale civile da aree di crisi

(di Lieta Zanatta)
29/03/18

Missione: evacuare dei civili in un Paese politicamente instabile che sta per essere sconvolto da violenze sociali. Non che sia una novità per l'Italia, che ha dovuto intervenire per davvero in casi anche recenti in Sudan nel 2013 o nel 2015 in Libia. Ma per far sì che simili operazioni abbiano successo, sono necessarie continue esercitazioni interforze per testarne le capacità e perfezionare sempre di più un protocollo che si adatti agli scenari nelle aree di crisi internazionali che cambiano velocemente e pongono di volta in volta problematiche diverse.

L'ultima in ordine di tempo è l'esercitazione interforze e interagenzia “Joint Small Operation 2018” (JSO2018), ovvero una NEO, Non-Combatant Evacuation Operation (Operazione di evacuazione di non-combattenti), che si è tenuta martedì 27 marzo in uno scenario particolare, la laguna di Venezia. Luoghi deputati sono stati l'aeroporto “Nicelli” del Lido e il Forte Sant'Andrea nella vicina Isola delle Vignole, dove hanno operato più di 300 persone del personale dell'Esercito Italiano, Marina Militare, Aeronautica Militare, Arma dei Carabinieri e Croce Rossa Italiana.

Un'ambientazione suggestiva, anche per il fatto che dall'aeroporto Nicelli decollò il primo aereo di linea italiano nel 1926 e la struttura dell'aerostazione, ancora perfettamente conservata, mostra al suo interno dallo stile anni '30 una mappa con i collegamenti aerei del periodo, attivi fino agli inizi degli anni '60 quando ci fu il trasferimento delle compagnie aeree in terraferma nella vicina Tessera. All'isola delle Vignole invece esiste l'idroscalo fatto costruire nel 1913, dove operò la prima squadriglia di idrovolanti militari al mondo, infrastruttura di importanza strategica e logistica ai fini dell'esercitazione JSO2018.

A guidare l'operazione il reggimento lagunari “Serenissima”, inquadrato nella brigata “Pozzuolo del Friuli” che assieme alla brigata marina “San Marco” fa parte della “Forza di proiezione dal mare”, eccellenza militare. Altri assetti coinvolti sono stati i Fucilieri dell'aria dell'AM, i Fucilieri della “San Marco” della MM, i tiratori scelti dell'Arma dei Carabinieri, i piloti del 51° stormo di Istrana dell'AM, quattro squadre cinofile K9 dell'Esercito e Aeronautica e il Corpo infermiere volontarie della Croce Rossa italiana. Il tutto supportato dai velivoli delle Forze Armate: CH47F, A129 Mangusta, AB205, EH101, AB412, AMX, HH101, CAEW e Predator.

Ad assistere all'evento è stato il capo di stato maggiore della Difesa Claudio Graziano assieme al suo omologo delle Forze Armate austriache generale Othmar Commenda, con il quale aveva partecipato la mattina stessa all'Arsenale di Venezia a un convegno sulla Sicurezza e Difesa comune europea. Presente all'esercitazione era anche il generale di corpo d'armata Paolo Serra, a capo del Comando Forze Operative Nord (ComFOpNord).

L'esercitazione è iniziata davanti l'edificio dell'aerostazione dove gli elicotteri predisposti per l'evacuazione dei civili hanno sorvolato la pista in ricognizione per poi tornare e far scendere le truppe a bordo con la tecnica del fast-rope. I soldati hanno quindi provveduto a creare una bolla di sicurezza per fare uscire i civili con tanto di bagagli dall'edificio, farli suddividere in squadre ordinate per essere perquisiti con gli appositi strumenti. I gruppi poi sono stati fatti proseguire verso l'interno della pista e fatti salire sui velivoli nel frattempo atterrati, supportati tatticamente dai fucilieri da terra e dai Mangusta e Amx dall'alto.

Lo scenario si è quindi spostato all'entrata dell'aeroporto, dove è stato simulato un attentato terroristico, sventato dopo un combattimento costato morti e feriti.

La terza fase si è svolta al Forte Sant'Andrea dell'Isola delle Vignole, dove i civili esfiltrati sono stati fatti atterrare in un campo attrezzato (nella realtà è solitamente un aeroporto di Paese terzo) con diverse tende adibite a varie funzioni. La procedura primaria prevede infatti l'identificazione di ogni persona per verificare se è inserita nella lista originaria dei cittadini da portare fuori dal Paese o aggiunta successivamente (come succede spesso in realtà). Eventuali feriti sono curati dal personale volontario della Croce Rossa, mentre anche con l'ausilio dei gruppi cinofili vengono controllati i bagagli a cui segue un check-in per l'imbarco regolare dei cittadini nei Paesi di destinazione finale. Un presidio, il Tactical Operation Center sovrintende alle operazioni da una tenda poco distante.

L'esercitazione si è conclusa con uno spettacolare recupero delle truppe anfibie al centro dell'idroscalo, eseguito con gli elicotteri.

Lo scenario della laguna veneta non è stata una scelta casuale per questa operazione. “Gran parte dei Paesi del mondo sono interessati da aree lagunari e soprattutto da grandi spazi acquatici” - ha spiegato a margine dell'operazione il generale Graziano. ”L'Italia è nel mezzo del Mediterraneo e una delle nostre priorità è quindi lo spostare e proiettare forze a mezzo anfibio in uno scenario interforze. Bisogna essere preparati a tutte le possibilità e a ogni evenienza nello dispiegare tutte le nostre capacità a tutela degli interessi nazionali e la sicurezza del nostro Paese. Le minacce oggi sono provocate dal terrorismo, dalla disgregazione degli stati, dai traffici illeciti. In questo contesto la tutela dei nostri connazionali è per noi una priorità, per cui dobbiamo essere sempre pronti e preparati”.

(immagini: ministero della difesa)