Afghanistan: Livex di artiglieria per il 207° corpo d’armata

(di Stato Maggiore Difesa)
13/05/16

Si è svolta nei giorni scorsi, presso l’area poligono di New Dune (Herat), una live fire exercise a cura di una sezione di artiglieria del 207° corpo d’armata, armata con obici da 122 millimetri, modello D-30, di produzione sovietica.

L’unità ha effettuato una serie di tiri su obiettivi posti a circa 8.000 metri dalla zona di schieramento, ingaggiati con discreta precisione, con l’impiego di  traiettorie a tiro indiretto, con il primo arco, concludendo con un successo superiore alle aspettative, la terza fase di un corso di artiglieria iniziato il 14 marzo scorso e già articolatosi sullo studio dell’impiego del sistema di gestione del fuoco di artiglieria (Nomad 900) e sulla osservazione del fuoco.

Alla direzione di esercitazione, a fianco del generale D’Ubaldi, il vice comandante del 207° corpo d’armata afghano, generale Neekpay ed il comandante dell’artiglieria dell’ANA, generale Azizi, giunto appositamente da Kabul, oltre a numerosi elementi dello staff del 207° e della 1^ brigata.

Con questa attività, il Military Advisory Team (MAT), con la collaborazione dell’assetto Operations Coordination Center Advisor Team (OCCAT), ha colmato forse la più grande lacuna addestrativa ancora presente nel 207° corpo d’armata, che da oltre 4 anni non si cimentava in questa attività, essenziale per il supporto di fuoco alle truppe di terra. La performance ha parallelamente incluso la deconfliction dello spazio aereo, indispensabile per ridurre i potenziali danni collaterali.

La reingegnerizzazione di questa capacità può avere un impatto importantissimo sulle operazioni del 207° che si è sempre dimostrato molto ricettivo alla immediata implementazione degli enablers ed in particolare nell’utilizzo del supporto di fuoco, per quanto spesso limitato al tiro diretto. Riprendere in mano una capacità come quella di erogazione del tiro indiretto potrebbe dunque essere un fattore estremamente importante per l’ottimizzazione degli assetti. E’ vero, le misure di sicurezza sono state forse un po’ a standard afghano, ma come orgogliosamente il colonnello Pierro (chief MAT) ha confidato ad un soddisfattissimo comandante di TAAC West, probabilmente Santa Barbara ci ha messo una buona mano.