“La Serbia – ha sottolineato il generale Graziano nel corso degli incontri – è tra i principali Paesi a rivestire un ruolo di primo piano per la sicurezza dell’intera Regione Balcanica, che continua ad essere minacciata dalla possibile ripresa di flussi migratori e dal fenomeno dei foreign fighters".
Nel rimarcare il legame esistente tra Italia e Serbia, il generale Graziano ha ricordato che i rapporti tra due Paesi sono solidi e di vecchia data e, a cento anni di distanza, ha voluto anche rammentare l’opera svolta dalle Forze Armate italiane, in particolare dalla Marina Militare, per trarre in salvo, tra il dicembre 1915 e il febbraio 1916, l'Esercito serbo, costretto sulle coste albanesi dalle armate degli Imperi Centrali. L’evacuazione, organizzata e condotta dai Marinai italiani, permise poi la riorganizzazione, in Grecia, di circa 145.000 soldati serbi, che contribuirono successivamente alla riconquista della loro madrepatria nell'ottobre del 1918.
“Forte di questa storica amicizia – ha aggiunto il generale Graziano - confido in un futuro altrettanto ricco di cooperazioni, in campo operativo e formativo, tra le nostre Forze Armate, e nell’impegno dei nostri Paesi a ricercare nuovi obiettivi comuni".
“Ritengo sia importante sostenere la cooperazione con le Forze armate serbe – ha continuato - quale fattore di stabilità a sostegno del processo di pieno inserimento della Serbia nella dimensione europea e di normalizzazione dei rapporti regionali”.
Il generale Graziano ha poi salutato il contingente delle Forze Armate serbe in partenza per la Missione Multinazionale UNIFIL, dove opereranno a stretto contatto con i militari italiani. “La missione UNIFIL – ha detto il generale durante il saluto - si inserisce in un contesto operativo estremamente complesso, che vede sovrapporsi alle storiche tensioni dell’area il rischio, sempre presente, della minaccia terroristica. Lo scopo primario della presenza ONU nel Paese dei Cedri è quello di contribuire a ripristinare la necessaria stabilità e sicurezza, affinché il governo libanese riacquisisca l’effettivo e pieno controllo della sua parte meridionale e possa nuovamente garantire al popolo condizioni di normalità”.
“Nel gennaio 2007, quando assunsi il comando della missione UNIFIL – ha ricordato il capo di stato maggiore della Difesa - il Sud del Libano era fortemente lacerato politicamente, economicamente e moralmente. Oggi, a 10 anni dal dispiegamento di quella forza di interposizione, a sud del fiume Litani la situazione è notevolmente migliorata proprio grazie alla presenza dei caschi blu, che sono unanimemente riconosciuti come un asseto chiave nella regione”.
“Molto tuttavia rimane ancora da fare e la comunità internazionale è chiamata a non abbassare la guardia. Chi parte per il Libano sa di dover dedicare ogni migliore energia all’assolvimento del proprio compito, con impegno e determinazione, consapevole che il successo della missione contribuisce alla stabilità del bacino del Mediterraneo e all’equilibrio dell’intero Medioriente, regione storicamente nevralgica per la sicurezza globale”, ha concluso il generale Graziano.