Oggi il contingente italiano di UNIFIL in Libano ha celebrato il 10° anniversario dell’approvazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Con l’occasione Il generale Arturo Nitti, comandante del Contingente italiano del Sector West di UNIFIL, ha detto che “Il modo migliore per tenere fede a questo storico impegno della comunità internazionale e dell’Italia sotto le insegne delle Nazioni Unite è quello di continuare a garantire la piena attuazione del mandato della missione che ci è stata assegnata”.
La risoluzione, adottata all’unanimità l’11 agosto 2006, pose fine ai trentaquattro giorni di scontri tra Israele e le milizie sciite di Hezbollah mediante l'invio di 15.000 “Caschi Blu” di UNIFIL, la Forza di interposizione delle Nazioni Unite nel Libano del Sud.
L’annuncio della partecipazione italiana fu dato dal governo con una nota di Palazzo Chigi in cui si affermava “la disponibilità a contribuire alla Forza delle Nazioni Unite” e l’avvio delle consultazioni “per determinarne la composizione, l'articolazione ed il mandato".
Una missione che si è evoluta nel tempo e che oggi punta ad assicurare il monitoraggio della cessazione delle ostilità tra Israele e Libano, assistere la popolazione civile e sostenere le forze armate libanesi nel garantire la sicurezza dei propri confini e la stabilizzazione dell’area.
Fatti e cifre dell’impegno militare italiano in Libano trovano riscontro a iniziare dalla prima spedizione a Beirut, che di fatto diede il via alla partecipazione dell’Italia alle moderne missioni internazionali di pace all’estero, fino all’avvio dell'operazione "Leonte" nel 2006.
Da allora, in Libano, si sono alternati oltre 32.200 militari italiani.