Il viandante che nei secoli scorsi percorreva la Via inferiore della Seta e giungeva al caravanserai stanco, impolverato, con le bisacce cariche dei propri averi e di mercanzia da scambiare con preziose spezie o lapislazzuli e altre pietre, trovava forse qualcuno che gli dava da bere, foraggiava il dromedario, e gli indicava una stanza o un angolo dove passare la notte, dopo aver mangiato al suono di musiche e balli di altre carovane.
Con le ovvie differenze e con tante similitudini, il militare italiano che trascorrerà alcuni mesi della propria vita nell’Afghanistan orientale, atterra al Hamid Karzai International Airport (HKIA) a Kabul, con un carico di armi e bagagli che imbarazzerebbe anche qualche divinità orientale dalle molte braccia.
Che egli si trovi alla prima o all’ottava missione fuori area, a Kabul c’è sempre qualcosa di nuovo: situazioni, pericoli, direttive, mezzi di trasporto, comandanti, meteo, abitudini, possibilità….
La struttura distaccata dell’Italian National Support Element (ITA-NSE) presso il HKIA rappresenta un porto sicuro, un moderno caravanserraglio dove riprendere fiato e energie, assumere vitali informazioni, controllare armi e munizioni, effettuare il cambio dromedario (velivolo) e prepararsi alla nuova missione. Con il supporto di personale preparato, professionale, e cordiale.
Ecco che non è più necessario scambiare un sacco di sale per un passaggio con la carovana all’alba diretta a Sud, grazie alla Joint Multimodal Operational Unit (JMOU), che provvede alla ricezione, tracciatura, assistenza, prenotazione voli, check-in e check-out di personale in transito; gestione e documentazione, anche doganale, del materiale in transito; mantenimento di contatti e relazioni di lavoro con le altre forze armate della Coalizione e afghane nella base.
Le segnalazioni con specchi e messaggeri a cammello sono state sostituite da sofisticati sistemi satellitari e terrestri che la Task Force C4 gestisce e mantiene in esercizio per comunicazioni strategiche e areali a favore della componente italiana del Comando RS, HKIA e ambasciata italiana. Senza dimenticare il servizio di connessione WI-FI, ossigeno per il viaggiatore e i suoi cari in Terra natìa.
L’ambiguo locandiere è stato invece sostituito dalla Cellula J4, che cura il supporto logistico del personale in transito in merito a alloggiamento, vettovagliamento, armi, munizioni, dispositivi di protezione. Certo, non è possibile assistere alla danza del ventre, ma due o tre passi per andare a prendere un caffè sono sempre graditi.
Il Nucleo Military Police non ha più scimitarra, fascia al fianco, turbante e atteggiamento minaccioso come quello dei giannizzeri, ma il volto rassicurante e collaborativo dei carabinieri che tutelano l’osservanza delle leggi e contribuiscono alla sicurezza del personale italiano.
Il distaccamento dell’Italian National Element presso il HKIA è anche una porta per tutte le autorità, alte cariche dello Stato, alti ufficiali, delegazioni in arrivo e in partenza per l’Italia, in coordinamento con l’ambasciata italiana a Kabul. Un vero biglietto da visita.
Soprattutto la conoscenza delle procedure e i buoni rapporti instaurati e mantenuti con le altre nazioni e con le autorità aeroportuali consentono la necessaria flessibilità per lo svolgimento delle operazioni, anche quando altri contingenti, rigidi e formali, si fermerebbero.
Con serietà, dedizione e professionalità, il distaccamento dell’ ITA-NSE soddisfa tutte le esigenze delle Forze Armate italiane in transito a Kabul, collaborando in maniera sostanziale all’assolvimento della missione. Anche con cordialità, collaborazione e simpatia. Che non stona.