Gentile direttore, seguo da qualche anno il giornale e devo chiedervi, con rammarico, se state perdendo qualche colpo.
Mi spiego meglio, nell’ultimo mese sono uscite notizie importanti commentate da tutti, tranne che da voi.
Parlo ad esempio dell’acquisto dei Leopard 2, un mezzo che, come sottolineato da molti, permetterà all'Italia di avere una componente corazzata di prim’ordine allo stesso livello degli Alleati (quanto meno europei) o del programma di aggiornamento del carro Ariete, un mezzo che, se si è deciso di procedere, tanto male non deve essere (a differenza di quanto troppo spesso da voi scritto!).
Forse il vostro silenzio, dopo essere stati sorpresi dalle risolute e coraggiose azioni del nuovo Governo nazionale, è solo questione di “opportunità”, ovvero - sbugiardati - avere la decenza di stare in silenzio?
Paolo C.
Caro lettore, risponderò gentilmente alla sua critica franchezza perché giustificata da un evidente limite temporale: leggerci solo da qualche anno e non da qualche lustro.
È vero, nell’ultimo mese non ci siamo accodati ai cori di giubilo di tanti colleghi o sedicenti tali. Il motivo è semplice: i Leopard 2 sarebbero stati utili oggi, non fra 10 anni.
Se ci avesse seguito da più tempo avrebbe scoperto che da molti anni sottolineavamo l’urgenza del rinnovo della componente pesante dell’Esercito (v. ad esempio “Quale futuro per la componente corazzata? Leopard, Merkava, Ariete 2 o…?”). Se si fosse agito allora, oggi ne avremmo una. Ora è tardivo.
E in più, controlli, quanti sostenevano prima dello scorso mese o dello scoppio di un conflitto convenzionale la necessità di acquistare un vero carro armato? Noi e (forse) pochissimi altri.
Se qualcuno prestasse maggiore attenzione a quanto accade, non solo in Ucraina, ma anche in Germania... comprenderebbe piuttosto perché, assieme all’ordine per Leopard 2 A8, i tedeschi hanno aggiunto una commessa per gli obici semoventi PzH2000.
Perché l’Italia non lo ha fatto e non lo fa, nonostante l’invio in Ucraina di diversi mezzi? Magari nella versione originale offerta su licenza (e non quella “riprogettata” da noantri che si inceppa…).
Circa la metà dei tank in Ucraina viene distrutta dall’artiglieria. Avviene oggi, è avvenuto nel secondo conflitto mondiale, quando i cosiddetti “carri armati” italiani si dovettero confrontare con gli omologhi russi, i celebri T-34: fu l’artiglieria a sopperire brillantemente al gap (leggi articolo “Quando gli italiani incontrarono i carri russi. Il primo scontro nell’ansa di Serafimovich”.
Esiste oggi un mezzo capace di uscire indenne da un colpo da 155mm, anche a molti metri di distanza? No. E una detonazione a meno di 10 metri e quasi sempre fatale per un carro.
L’Italia, mutuando il successo nato nel campo del munizionamento navale, produce anche munizionamento guidato “Vulcano”. Confidiamo che le nostre scarse riserve stiano venendo colmate anche da quote rilevanti di tale munizionamento avanzato.
Che fare ora?
Dal momento che a ben un anno e mezzo dall’inizio del conflitto che ha aperto gli occhi (quasi) a tutti in Europa non abbiamo ancora provveduto alla scelta di un mezzo corazzato da combattimento per la fanteria (destinato a proteggere il triplo degli occupanti di un carro) e dal momento che esistono versioni in grado di proteggere da minacce anticarro (droni, loitering munitions, missili e… colpi d’artiglieria!), perché non abbiamo proceduto in prima istanza con quelli? Perché un’azienda nazionale ha tentato di imporre anche cosa (è in grado di) produrre su licenza?
Su questo punto ritorniamo ad un vecchio mantra di Difesa Online: quanto vale la pelle di un soldato per i nostri politici? (leggi articolo Garibaldi avrebbe detto: "Qui si fa il mezzo migliore o si muore!")
Ha poi ragione: per molti anni abbiamo sottolineato l’inutilità dell’aggiornamento dell’Ariete. Parliamo di un carro mal progettato, mal protetto e costoso che ha già causato la morte di un ragazzo di 22 anni (vedi link). Su questo la nostra opinione non è cambiata di una virgola.
Per concludere, visto che ha usato un "particolare termine"... vorrei sottolineare quella che è la vera “inopportunità”!
Lo scorso mese, in occasione di un’interrogazione parlamentare, durante l’annuncio dell’acquisto dei Leopard 2, il sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti ha confermato il programma di aggiornamento del carro Ariete. Ricordiamo: quasi 1 miliardo per appena 90 carri (sarebbero dovuti essere 125) dei 200 originari (!).
Pochi giorni dopo, la stessa Rauti - in compagnia del capo di stato maggiore della Difesa ammiraglio Cavo Dragone - si è prestata a celebrare la “donazione” di un furgone da qualche decina di migliaia di euro al Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa.
Rileggiamo le dichiarazioni ancor oggi in evidenza sul portale del ministero della Difesa:
“Il consolidato partenariato tra il Comparto Difesa e Iveco Defence Vehicles si apre allo sport e al Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa. Questa donazione è il riconoscimento dell’azienda alla sensibilità per il sociale che le Forze Armate dimostrano da sempre e che si concretizza nella volontà di non lasciare nessuno indietro” sono le parole espresse dal sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti.
“Questa donazione è un gesto che affonda le radici nella normale e tradizionale prodigalità dell’Azienda (IDV), attenta ai problemi dei più vulnerabili, dei più fragili e soprattutto attenta all’inclusione, dovere sociale, a volte trascurato, ma che dovrebbe essere irrinunciabile per ciascuno di noi” così il capo di SMD ha definito, nel corso del suo indirizzo di saluto, il valore morale della donazione.
Per carità, non vogliamo assolutamente sminuire l’utilità del mezzo e tantomeno il valore del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa. Tuttavia... la Difesa non poteva acquistarlo direttamente?
Mi chiedo, facendo un parallelo normativo (D.P.R. 62/2013): se il pubblico dipendente non deve accettare per sè o per altri, regali o altre utilità, salvo quelli d'uso di modico valore effettuati occasionalmente nell'ambito delle normali relazioni di cortesia e nell'ambito delle consuetudini internazionali, e dal momento che il modico valore è fissato (per la stessa legge) in 150 euro, quanto è “opportuna” o di “valore morale” per l'Istituzione Difesa una donazione da qualche decina di migliaia di euro da parte di un membro del consorzio (CIO, Iveco-Oto Melara) a cui si è appena confermato quasi 1 miliardo di euro?
Andrea Cucco
Foto: Bundeswehr / Rheinmetall / ministero della Difesa