La Marina Militare, dopo oltre trent'anni di esperienza in operazioni blue water e su portaerei condotte in contesti marittimi di tipo expeditionary, oggi può contare su un assetto di pregio, versatile e flessibile qual è il carrier strike group, pilastro su cui poggia l'impiego delle capacità militari dello strumento marittimo della Difesa a sostegno del ruolo nazionale di media potenza regionale a forte connotazione marittima. La consapevolezza di poter proiettare le proprie Forze ed esercitare influenza su scala globale è arrivata al termine del primo storico dispiegamento operativo in Indopacifico. Per la Marina Militare una prima volta assoluta di impiego di un gruppo portaerei in una campagna operativa del genere che ha portato al raggiungimento di storici obiettivi, raccontata con immagini e parole dei protagonisti.
152 giorni (di cui 101 in mare) di attività, 77 mila miglia nautiche percorse in un'area di non usuale orbitazione per le unità della squadra navale, toccati 18 porti di 14 diverse nazioni. La portaerei Cavour ne è stata il fulcro con la componente aerotattica imbarcata, al suo fianco per questa prima campagna operativa, svoltasi dal 1° giugno al 30 ottobre, la fregata multiruolo Alpino e (dal 16 agosto) la multipurpose combat ship Raimondo Montecuccoli, che hanno interagito e cooperato con assetti aeronavali di Francia, Spagna, Grecia, Germania, Giappone, Stati Uniti, Australia, India, Indonesia, Pakistan e Oman assicurando la difesa della flotta, il controllo del mare e, ove necessario, esercitando pressione diplomatica o proiezione di potenza dal mare.
Oggi sono pochi i Paesi nel mondo ad essere in grado di esprimere una tale capacità e a farlo in maniera credibile. L'Italia in particolare è l'unica nazione nell'Unione Europea a potere esprimere un carrier strike group nazionale con assetti aerei di quinta generazione (F-35B) e, insieme a Stati Uniti e Inghilterra, con questa capacità in ambito NATO.
