E’ successo ieri per strada a Roma. Camminavo per i regali di natale al centro di Roma e ho assistito ad una scena che mi ha lasciato sgomento.
Nei pressi di una postazione di militari, impegnati nell’operazione “strade sicure”, si stava effettuando il cambio della guardia con lo spostamento di un mezzo militare. Per pochi istanti si è creata una coda di auto. Ero lì e ho sentito gran parte degli occupanti inveire contro i nostri militari. Un italiano, anziano, a voce alta diceva sti c…. di militari, “sembrate i padroni delle strade”. Mi sono allontanato vedendo i poveri ragazzi con le stellette che cercavano di velocizzare le manovre come se fossero dei ladri.
Nella stessa giornata mi sono avvicinato alla zona di Via XX Settembre per consumare uno spuntino in uno dei tanti bar a ridosso del ministero della difesa. C’erano parecchi militari in uniforme che si mescolavano a tanti ragazzi in borghese, probabilmente studenti. Si era creata un po’ di fila al banco dei caffè e anche in questa occasione un ragazzotto rideva con l’amica e diceva : “però sti c…. di militari”.
In un solo giorno due episodi di pressapochismo tutto italiano. Non per tornare a fare l’esterofilo, però nei paesi anglosassoni i militari sono sempre omaggiati dai connazionali e mai derisi.
Mi sono chiesto perché tutto questo. Poi ho ricordato il periodo dei mondiali di calcio. L’unico periodo in cui tutti gli italiani si sentono italiani e espongono sui balconi il tricolore. Quasi sempre nel verso sbagliato. Perfino presso un importante centro commerciale ho notato il tricolore che sventolava nel senso rosso, bianco, verde. Rimasi senza parole.
Questo per dire che l’italianità si deve sentire dal di dentro e non deve uscire fuori solo quando gioca la nazionale di calcio. I militari impegnati nelle missioni di pace all’estero e in Italia per garantire la sicurezza del Paese meriterebbero un grazie incondizionato. Anziché inveire per una momentanea coda, bastava tacere e sorridere. Solo perché è Natale anche per loro. Quanti di loro trascorreranno le festività, lontani dai propri cari, per strada oppure nel deserto per farci vivere meglio?
La colpa di tutto questo è la mancanza di conoscenza e la spavalda avversità verso lo Stato e verso le istituzioni. I militari in uniforme durante il servizio rappresentano una Istituzione della Repubblica. Inveire vuol dire, inveire contro lo Stato e la Repubblica.
Italiani svegliatevi, è rimasto poco a cui credere davvero. In un mondo dove si cerca di sovvertire tutto e far passare l’anormale per normale e viceversa, l’unica certezza la danno i nostri militari, carabinieri, poliziotti e tutti coloro che hanno giurato fedeltà alla Repubblica italiana fino all’estremo sacrificio.
Il compito della classe dirigente politica e anche della scuola è quella di insegnare a rispettare i simboli della Repubblica. Il Tricolore e le Forze Armate ne sono la massima espressione.
Buon Natale a tutti.
Femaz