Missione antipirateria Atalanta - Reportage a bordo di nave Euro, cap.5: "attività ISR"

(di Lia Pasqualina Stani)
10/10/16

Ore 15.00 – Bosaso: “Chi ha provato il volo, cammina guardando il cielo perché là è stato e là vuole rimanere” (Leonardo Da Vinci).

Quando il comandante Aletta mi ha comunicato a pranzo che sarei andata in volo per poter documentare un’attività ISR (intelligence surveillance and reconnaissance), credevo scherzasse. C’ho creduto solo quando, ha precisato che, almeno un’ora prima avrei dovuto farmi trovare in COC (centrale operativa di combattimento) per il briefing ISR. Al termine, avrei dovuto recarmi in hangar per il briefing di sicurezza in volo da parte del personale della SEZELICOT (sezione elicotteri).

Ogni residuo dubbio è svanito quando ho visto l’AB 212 pronto per il decollo sul ponte di volo della nave.

L’ISR è un’attività di monitoraggio delle attività sospette e di pattugliamento. Viene effettuata “a turno” sempre su disposizione del CTF, il commodoro olandese Renè Luyckx, da parte delle unità navali presenti nel teatro operativo.

Ci troviamo al largo delle coste somale.

Durante il briefing ISR in COC, realizzo l’importanza di questa attività: l’acquisizione di elementi informativi per la localizzazione e l’identificazione di eventuali “Pirate action Group” (PAG).

L’acquisizione di materiale video e fotografico è possibile, proprio grazie all’attività ISR con l’impiego degli AB 212 della Marina Militare

Con “intelligence” si intende l’analisi delle immagini precedenti, raccolte con gli apparati e i sensori di bordo (radar, GE ovvero l’intelligence di bordo o meglio detta guerra elettronica). Si osserva se nelle zone in esame ci sono accentramenti e/o svuotamenti di villaggi dediti all’impiego di risorse umane e non, utili alla pirateria.

La sorveglianza consente di monitorare i movimenti di imbarcazioni sospette (barchini sottili e navi madre). Con la “ricognizione” si effettua una verifica diretta mediante “sorvolo” sul luogo.

Durante il briefing ISR in COC, le direttive impartite dal personale GE ai piloti di SEZELICOT, sono di monitorare diversi villaggi verso Bosaso.

Proprio Bosaso è stata una delle città “fulcro” della pirateria nel Golfo di Aden. Ed è qui che, durante la precedente attività di ISR, sono stati individuati alcuni “dhow” sospetti. Questi di solito viaggiano con dei barchini al traino e si portano dietro delle taniche di carburante. Bisogna capire se possono essere impiegati per il commercio di carburante oppure servono solo per le lunghe traversate, andata e ritorno, dalle coste somale.

L’ufficiale di GE sottolinea l’importanza di notare eventualmente in prossimità di villaggi dediti alle diverse attività, eventuali “tracce” lasciate sulle coste, dagli skiff (barchini, ndr), che escono in mare.

Dopo il briefing ISR, lascio la COC, salutato il team di plancia e mi dirigo in hangar. Ritrovo il personale della SEZELICOT, ovvero il 2° e il 4° gruppo elicotteri della Marina Militare, provenienti rispettivamente da Catania e da Grottaglie (Ta).

La SEZELICOT è “l’occhio” di nave Euro in Missione Atalanta.

L’operatore di volo, Giuseppe Scalia, mi aiuta ad indossare il giubbotto di soccorso gonfiabile e le cuffie antirumore.

A pilotare l’AB 212 c'è il t.v. Valeria Cucci, appartenente al 4° gruppo elicotteri Marina Militare di Grottaglie.

Al suo fianco il copilota, il t.v. Luigi Tanzella.

Si procede con i controlli prevolo. Un operatore mi accompagna verso l’AB 212. Ci muoviamo velocemente dall’hangar verso l’elicottero chinando il capo.

Il sergente, Salvatore Savio Rannisi, del 4° gruppo elicotteri, che si è occupato del mio briefing di sicurezza in volo, mi aiuta a sistemarmi a bordo. Mi ripete a gran voce le procedure di sicurezza e di emergenza.

Il tenente di vascello Cucci, voltandosi appena, mi sorride e chiede "in cuffia" se sono pronta a volare. Pochi attimi ancora e l’AB 212 decolla.

Ci allonataniamo da “mamma Euro”, come spesso affettuosamente i piloti chiamano la nave.

Ci dirigiamo verso Bosaso. Le direttive sono di sorvolare parte della costa ed il porto della città.

L'oceano che sorvoliamo ha colori che vanno dall'azzurro al verde cristallino. Non molto lontano la costa somala fa da cornice a quelle acque. Paesaggi vessati dallo sfruttamento di chi li usa come base per attività illecite.

Si scorgono piccoli edifici diroccati e scheletri di auto abbandonate. Minuscoli, dall’alto.

I piloti effettuano alcune virate su imbarcazioni che vengono fotografate e registrate dal “flir” (forward looking infrared) di bordo. Le stesse immagini verranno confrontate con le precedenti per analizzare i nuovi e i vecchi insediamenti e prevedere nuove possibili attività di pirateria.

Alla mia sinistra c’è lo specialista di una Sezelicot, l’operatore di volo Francesco Cecere. Alla mia destra invece il sergente Rannisi, radarista.

Entrambi sono accanto alle mitragliatrici di bordo.

Nell’eventualità in cui durante l’attività di ISR si dovesse individuare un mercantile, è possibile verificare la sua nazionalità attraverso il numero IMO (international maritime organization), una sorta di targa “a poppa” dello stesso mercantile.

Rimango impressionata ed incuriosita dalla capacità minuziosa e precisa dell'equipaggio di osservare attentamente ogni area dell'area ad un’altezza di sorvolo non indifferente.

Con meticolosità descrivono ogni imbarcazione: fusti di carburante, reti da pesca, numero di passeggeri, etc. Non sottovalutano la possibilità di scorgere possibili indizi di attività illecite come la presenza di lunghe scale e/o rampini (utili per gli abbordaggi) o un "certo numero" di fusti di carburante necessari per percorrere lunghi tratti di mare.

Non impossibile, potrebbe essere la presenza, di uomini armati di Kalashnikov o lanciarazzi RPG-7.

L’AB 212, dopo un’ora di missione intensa, è pronto a rientrare. Pochi minuti di volo e riappare “mamma Euro”.

Sul ponte di volo si scorge il personale di assistenza. Ciascuno è al suo posto. Via radio si comunica la velocità del vento e il rollio della nave. L’AB 212 ritorna delicatamente sul ponte di volo.

Dopo un nuovo sorriso che sembra chiedere se sia tutto ok, il tenente di vascello Cucci stila il rapporto di fine missione.

Scendo dal velivolo ed allonanandomi rifletto orgogliosa sull'altissima professionalità degli uomini e donne che prendono parte a questa missione. Gente che per mesi e mesi assolve a compiti delicati, talvolta rischiosi, lontana dai propri cari. Troppo spesso silenziosamente e nell'ombra.

(foto dell'autore)