Gentile Direttore, da tempo mi ritengo un cittadino attento osservatore delle questioni militari nazionali e delle dinamiche di vertice che in essa si verificano.
Prendo spunto dalla notizia di invio in Lettonia delle nostre truppe e mi chiedo, non senza fastidio, cosa faranno le truppe italiane in Lettonia. Mi viene il dubbio che le esterno che i nostri militari permettono al Ministro della Difesa e al Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Generale degli alpini Claudio Graziano, di guadagnare punti nel consesso NATO e agli occhi degli Stati Uniti. Sono riusciti a convincere quel poveretto di Renzi a mandare i soldati in Lettonia con la scusa che così la NATO darà supporto all'Italia sul Fianco Sud. Ma sanno benissimo che non sarà così. Alla NATO del Fianco Sud non importa proprio nulla.
Intanto aumentano i soldati che vanno all'estero e aumentano il loro prestigio. Renzi, senza batter ciglio, avalla tutto, consigliato, forse, male dal suo consigliere militare che però del Generale Graziano è amico e fedele soldato , visto che era suo Assistente fino a poco prima di andare a Palazzo Chigi. Sarebbe anche interessante chiedersi come vengono assegnati questi incarichi che definirei politici, visto che questi tecnici affiancano politici di elevato rango e di questi sono i consulenti per materie che ai politici stessi sono sconosciute o lontane. Certo l'Esercito prospera con i soldi che prende da tutte queste missioni.
Peccato che alla Russia tutto questo non piace perché vede in questo una manovra aggressiva della NATO. E peccato anche che l'Italia con la Russia ha rapporti talmente importanti che forse queste manovre strategiche dovrebbero essere valutate meglio, ponderate e prese con piedi di piombo. Perfino Napolitano, che quanto a filo-americanità non è secondo a nessuno, tutto questo lo sapeva ed ha sempre detto di non sbagliare a considerare la Russia un nemico.
Ciò che è sicuro è che il Generale Claudio Graziano, Capo della Difesa, da tutto ciò trae un guadagno in termini di visibilità e potere in quel contesto NATO nel quale spera di entrare a pieno titolo con la prossima elezione del Presidente del Comitato Militare. Certo non si può dire che il Generale Graziano non lo meriti ma sarebbe meglio se queste vantaggi non derivassero da un dispiegamento di forze almeno discutibile. È umano certo puntare sempre più in alto, come da certo il generale Graziano che, forse, non soddisfatto di aver raggiunto il vertice delle Forze Armate italiane, ora vorrebbe andare alla NATO, come prima di lui hanno fatto due Ammiragli italiani.
Non mi stupirei inoltre che, in un tempo come il nostro dove nessuno accetta l'inesorabile passare del tempo e con stile cedere il passo a chi segue, il Generale spera anche in una proroga come Capo di Stato Maggiore della Difesa, in modo da essere al comando nel giorno delle elezioni che si apprestano, sicuramente dopo la scadenza del suo mandato al comando delle Forze Armate.
Qualcuno potrebbe obiettare dicendo qual'è il problema. Vuoi che la Ministra non gli dia una proroga, persuandendo Renzi che comunque si consiglierà con il Generale Masiello che non potrà che dare parere favorevole?! Infatti qualche stretto collaboratore scherzosamente fa notare che, soprattutto da quando il Generale consigliere si occupa della forma fisica del premier, che va a fare sport la mattina in una palestra dell'Esercito, la confidenza tra i due sia diventata tale da costituire una risorsa importante per far giungere al Matteo nazionale ogni genere di suggerimenti strategici in materia di difesa nazionale o di geopolitica.
Ma la Lettonia è così lontana dalla nostra Italia che il dubbio è legittimo ed è inevitabile chiedersi se i nostri militari vengono spediti in Lettonia per interessi nazionali o per interessi di parte.
Questo è il dubbio che viene e per il quale sarebbe interessante conoscere le ragioni dei nostri Grandi Generali.
Giovanni Grimaldi
(foto apertura: USMC / foto successiva: Palazzo Chigi, il presidente Renzi mentre fa jogging a L'Avana)