Con l'inizio del nuovo anno ci si pone obiettivi nuovi, ambiziosi, interessanti, ma molto di rado ci si lascia andare alla riflessione essa è relegata ai consuntivi, all'esame finale, insomma al cosiddetto tirare la riga per scoprire la somma. Oggi cerchiamo di stravolgere i cliché nel tentativo di realizzare una riflessione preventiva su di un tema particolare - il tempo.
Superfluo sarebbe partire dalla semantica, meglio un adattamento pratico del concetto: in tutte le scuole di guerra del mondo la lezione n.1 recita che il tempo è un vincolo, quanto alla lezione n. 2 viene evidenziata l'irripetibilità, la non espansione, né tantomeno la possibilità di comprimere tale risorsa. Insomma per le cose militari, così come per tutto il resto dello scibile umano, il tempo è cosa assai seria.
Quale novità allora in queste righe? Probabilmente nessuna, solo constatazioni, ma come anticipato considerazioni dal sapore di bilancio più che di previsioni. Scendendo a livello della cronaca che forse diverrà storia il neo arrivato anno 2016 ci mostra che la Russia nel nuovo concetto strategico elegge gli USA e la NATO primi nemici della Federazione, che il Belgio e la Francia delle politiche multietniche si trovano ricolme di dubbi sulle scelte del passato, nonché spaventate e bloccate da un terrorismo latente, mentre la Germania blinda Monaco il giorno di capodanno, caso strano, dopo essersi esposta in un possibile ruolo guida per la crisi libica.
A leggere tali notizie sembra proprio che il tempo e la storia non insegnino nulla e certo la storia non è materia didascalica, peraltro quasi mai ha dimostrato di essere strumento efficace nel preparare il futuro, ma il tempo? Qui il discorso è differente, già Platone descriveva questo elemento come dotato di ciclicità regolare, insomma "tutto torna" circolarmente si ripete, il bene come il male, gli errori e gli orrori. Cosa fare dunque per non rimanere invischiati nello scandalo del passato e nei suoi imbrogli?
Si potrebbe lasciare che l'inafferrabile immanenza del ritorno ci imprigioni, niente affatto, fortunatamente è il tempo stesso ad offrirci con periodica cadenza delle menti superiori capaci di saperlo domare senza ingabbiarlo, ma governandone le intemperanze, fu così che in battaglia la cesariana circumvallatio rese il tempo percepito dagli assediati uno svantaggio rispetto agli assedianti, stessa abilità di gestire il tempo fu dimostrata da Kennedy nella crisi dei missili di Cuba dove tattica, strategia e politica si fusero in un solo evento, in un solo tempo appunto.
Mille altri sarebbero gli esempi, ma l'esegesi non rientra tra i fini dell'augurio, perché in fondo parlare del tempo all'inizio di un nuovo anno è un modo come un altro per sperare, guardando al domani con rinnovata fiducia, consapevoli di dover affrontare le sfide di ogni giorno sotto l'occhio vigile del tempo, un padre non certo generoso e benevolo, ma in fin dei conti giusto perché trasposizione dell'intelletto supremo e qui il ritorno al trascendente, forse perché nel profondo nessuno è in grado di afferrare la grandezza del trascorrere, nessuno può determinare ciò che è impregnante ed allo stesso modo relativo.
Una certezza però, ogni giorno abbiamo a disposizione la risorsa tempo, dobbiamo essere in grado di sfruttarla al meglio, affinché essa possa essere un vantaggio, affinché si possa vivere la vita da assedianti e non da assediati, per queste ragioni buon anno 2016 a tutti e buon tempo.