Esiste una differenza di un giorno, per gli Europei, tra il momento dell’allunaggio del modulo lunare Apollo 11 con a bordo i due astronauti Aldrin e Armstrong, il 20 luglio 1969 alle 20:17 del meridiano di Greenwich, e quello della discesa del primo uomo sulla superficie del nostro satellite, il 21 luglio alle 2:56. Per questo, anche se spesso seguiamo anche in questo gli Americani, che non ebbero questo problema per la differenza di fuso orario, ci adeguiamo e ricordiamo l’anniversario il 20.
La missione in realtà, tralasciando la descrizione del suo sviluppo tecnico-operativo, ha la sua origine all’inizio della presidenza di John Fitzgerald Kennedy, il cui discorso al Congresso del 25 maggio 1961 recitava:
Credo che questa nazione dovrebbe impegnarsi a raggiungere l'obiettivo, prima che questo decennio sia terminato, di sbarcare un uomo sulla Luna e riportarlo sano e salvo sulla Terra. Nessun singolo progetto spaziale in questo periodo sarà più impressionante per l'umanità, o più importante per l'esplorazione a lungo raggio dello spazio; e nessuno sarà così difficile o costoso da realizzare. Proponiamo di accelerare lo sviluppo del veicolo spaziale lunare appropriato. Proponiamo di sviluppare booster alternativi di carburante solido e solido, molto più grandi di qualsiasi altro in fase di sviluppo, fino a quando non sarà evidente qual è il migliore. Proponiamo ulteriori fondi per lo sviluppo di altri motori e per le esplorazioni senza equipaggio - esplorazioni che sono particolarmente importanti per uno scopo che questa nazione non trascurerà mai: la sopravvivenza dell'uomo che per primo fa questo audace volo. Ma in un senso molto reale, non sarà un solo uomo ad andare sulla Luna - se sosteniamo con favore questa scelta- sarà un'intera nazione. Perché tutti noi dovremo impegnarci per portarcelo.
Nel 1969 era morto da poco più di un anno in un incidente con un MiG-15 Yuri Alekseyevich Gagarin (foto), ma l’11 aprile di quel 1961 aveva compiuto il primo volo di un essere umano attorno alla Terra. Era la seconda volta, dopo il lancio dello Sputnik, che l'Unione Sovietica dava prova di aver raggiunto un impressionante vantaggio nel campo dell'esplorazione spaziale grazie al programma Vostok (in seguito, Voschod). Solo raggiungendo il risultato più prestigioso della corsa allo spazio, cioè il primo allunaggio, durante l’undicesima missione Apollo, gli Americani dimostrarono all’opinione pubblica interna e al mondo il loro enorme potenziale tecnologico.
La storia, successiva a questa, delle ricadute strategiche ma anche industriali e sociali degli studi compiuti per le missioni spaziali, è ancora in corso di svolgimento. All’epoca, solo una società di libero mercato come gli Stati uniti era pronta a recepire queste ricadute: il sistema centralizzato socialista sovietico, al contrario, impedì a quel Paese di ottenere gli stessi vantaggi.
Prima di lasciare, definitivamente, la parola ai lettori, mi permetto di scrivere una nota su quanti negano insistentemente che le missioni umane sulla Luna siano mai avvenute e hanno scritto anche alla Redazione Geopolitica di Difesa Online per questo articolo… A dar retta al telecronista RAI Tito Stagno c’è da pensare che Wernher von Braun gli abbia detto che “un giorno, magari per farsi pubblicità o per finire in televisione, qualcuno dirà che il mio lavoro, che tutto quello che abbiamo fatto, è una balla”. Ecco, pensando che lo scienziato nazista finito con gli Americani dopo la Seconda guerra mondiale non avesse del tutto torto e per dare seguito a quanto annunciato, abbiamo deciso di “censurare” i complottisti. Ai quali vorremmo ricordare che di Ramses II, Alessandro Magno, Giulio Cesare, Federico Barbarossa e Napoleone Bonaparte abbiamo persino meno evidenze che siano mai esistiti - e non siano magari solo personaggi di fantasia i per vendere i libri di storia o per far inorgoglire Egiziani, Greci, Italiani, Tedeschi e Francesi - che nel caso delle missioni lunari da Apollo XI in poi. Certo che se uno andasse a dire che la battaglia di Waterloo non si è mai svolta e l’intera storia - compreso il luogo dello scontro - è stata creata… ad arte da Antonio Canova, finirebbe per essere preso in giro persino dai bambini delle elementari. Viceversa, sul complottismo circa la missioni Apollo si fanno i milioni…
Il lettore Elio Di Croce propone un’analisi molto interessante e realistica, che pubblichiamo per prima.
Circa il valore strategico della “conquista” americana della Luna, ci sono due aspetti da considerare
1) l'aspetto propagandistico comunicativo; in un periodo duro per gli Stati Uniti (Vietnam, contestazione giovanile - in USA e nei paesi alleati europei) la "vittoria della corsa alla Luna" dette lustro all'immagine del paese;
2) il miglioramento della tecnologia missilistica, nella quale gli Stati Uniti si trovavano in svantaggio dall'epoca dello Sputnik e di quella di alcuni sottosistemi aerospaziali importanti collegati (materiali, impianti, tute spaziali, sistemi di guida e di rilevamento, sistemi di sopravvivenza) e, infine, l'esperienza in lunghi voli lontani dal pianeta madre.
Dopo la fine delle missioni lunari, l'attività spaziale si è realizzata soprattutto nelle orbite basse. L'esperienza fatta con le missioni lunari è stata in gran parte perduta, perché non c'è stato un continuativo e consolidato trasferimento di professionalità dai protagonisti di quelle missioni e le generazioni successive, soprattutto dopo la fine delle missioni Shuttle, che implicavano, almeno, un significativo impegno nel controllo del volo extra-atmosferico. Oggi si va in orbita ancora con barattoli come le Soyuz. L'esperienza è in gran parte da ricostruire.
Il futuro dell'uomo nello spazio dipende soprattutto dai seguenti fattori :
- ritornare a costruire veicoli pilotabili dall'uomo per gran parte della missione; è difficile pensare che un equipaggio umano si affidi totalmente a un computer,
- la realizzazione di ambienti confortevoli e funzionanti in un lungo periodo, possibilmente con impianti di gravità artificiale,
- un netto progresso della medicina spaziale, scienza ancora agli inizi e conseguente conoscenza del comportamento del corpo umano nello spazio.
Non meno interessanti sono le analisi e, soprattutto, le conclusioni del lettore Andrea Bologna:
Il valore strategico di quella straordinaria impresa fu duplice: in primo luogo permise agli USA di poter in qualche modo “battere bandiera” sul nostro satellite, dimostrando di essere gli unici in grado di farlo, peraltro in tempi brevi: il nemico di allora, l’URSS, non poté fare altro che prenderne atto. Il vero valore strategico però fu l’acquisizione di competenze e di tecnologie che permisero agli USA di primeggiare in quasi tutti i settori tecnologici (incluse le tecnologie militari), in un dominio nato allora e che continua ancora oggi. Competenze e conoscenze acquisite peraltro attraverso ingentissimi investimenti pubblici (l’impresa assorbì fino al 4.5% del pil nel 1968/69): la capacità di coinvolgere e convincere i contribuenti a finanziare quest’impresa fu parte integrante del programma, strutturato attentamente per garantire un ritorno anche mediatico.
Le attività umane nello spazio sono oggi un’attività “di routine” ma ancora importante soprattutto in un’ottica futura; il settore spaziale che coinvolge la presenza umana rimane un importante volano tecnologico, ancora in grado di generare importanti ricadute. L’interesse crescente degli operatori privati è un chiaro segno di quanto il settore possa essere – anche economicamente – interessante.
Il futuro dell’astronautica sarà probabilmente più incrementale che non esponenziale. L’esperienza accumulata in quasi sessant’anni di astronautica ci ha fatto capire che l’esplorazione spaziale – in particolare quella umana – è sicuramente possibile ma proseguirà gradualmente ancora per decenni o più probabilmente secoli prima che si possano realizzare quegli scenari di colonizzazione planetaria cari alla fantascienza.
Un po’ Savonarola, un po’ Steve Jobs (“stay hungry”), l’antico lettore Morakx ci ammonisce col suo stile particolare…
Cinquanta anni dal primo allunaggio? Di strada ne abbiamo fatta pochina. Forse perché l'umanità ha ben altro da fare, forse perché fino a poco fa gli USA e l’URSS sono stati gli unici "starship troopers". Certo l'apertura ai privati, ai Cinesi e agli pseudo Europei qualcosa dovrebbe migliorare... il progresso attualmente mi sembra un po' lentino. Il vero obbiettivo a quanto sembra è Marte e la Luna solo un gradino.
Veniamo a noi. Tutta questa "passeggiata spaziale" (chiamarla corsa sarebbe un eufemismo) a mio pensiero è patrimonio dell'umanità, mi spiego; il progresso è come un'azienda bisogna farlo crescere, in modo che porti benessere a tutti i reparti produttivi e alle operose maestranze a tutti i livelli. Se ai vertici ci sono leader che creano stagnazione e ritardi nello sviluppo è l'umanità che ne paga le conseguenze. Quali? Troppe poche parole da spendere per questo articolo, pensateci, se fossimo ancora dentro le caverne, quanti morti ci sarebbero per freddo e siccità?
Italian version. Cari Italiani, la terra non è piatta!!! E non esiste solo la sfera di cuoio calciabile. Lo so che molti di voi non ci credono e saranno scioccati, ma è così, e vi dico di più: Facebook Inc è uno stato, milioni di cittadini, attività commerciali, religioni e adesso anche una propria moneta, altro che corsa lunare, gli alieni sono tra noi. Cari cittadini Italiani o presunti tali, voi lo sapete che i nostri cervelli "Leonardiani" potrebbero essere ai vertici della ricerca scientifica, e lo sapete che oggi se un "Pinco Palla" qualsiasi ti inventa un virus o un nanorobot ha il mondo in mano? Meditate gente meditate, tra il primo e secondo tempo di una partita ovviamente.
Michele Carrera ha il dono della sintesi e coglie subito l’importanza delle ricadute tecnologiche e il vantaggio degli “unmanned crafts”.
Punto 1: se il valore tattico è stato la conquista della luna e il surclassamento dell'URSS il vero valore strategico fu il balzo tecnologico degli Stati Uniti. Infatti, la ricerca scientifica e tecnologica fu in seguito “riciclata” nel settore civile e permise un progresso scientifico assolutamente più rapido e a livelli impensabili fino ad allora innestando un circolo virtuoso di cui probabilmente e inconsapevolmente ancora oggi beneficiamo.
Punto 2: inutile nascondersi dietro un dito, ci vorranno secoli perché l'uomo possa dire di aver esplorato lo spazio alla maniera di Star Trek. Ma l'importante è continuare a provarci, un passo dopo l'altro.
Punto 3: l'importanza della presenza umana nell'esplorazione. Gli ultimi decenni hanno reso la presenza umana più un ingombro che una reale necessità, la tendenza è usare satelliti controllati da remoto ma la presenza umana è, seppure notevole come ingombro, necessaria, non tanto per l'atteso incontro con ET quanto per l'innato bisogno di esplorare e comprendere dell'uomo, cosa che un rover non potrà mai fare.
Vincenzo Carrieri ci porta… con i piedi per terra e da alle missioni lunari la loro giusta dimensione.
Forse parlare di "conquista", a mio giudizio, non è esattamente corretto. Faccio un paragone con gli eventi storici che hanno portato gli spagnoli grazie a Cristoforo Colombo a scoprire e in seguito conquistare il nuovo mondo. Mi sembra evidente che in questo caso si può affermare di una effettiva conquista e colonizzazione di qui nuovi territori. Le brame di ricchezza furono la spinta che portarono gli spagnoli alla colonizzazione di quei territori americani scoperti, mentre la corsa allo spazio dall' immediato dopoguerra fu stimolata sia da parte sovietica che americana per dimostrare chi dei due fosse il "sistema ideologico-politico" più forte o forse più giusto.
La NASA dopo molti "secondi posti" nel '69 riuscì solo con notevoli investimenti nel coronamento dello sbarco “sicuro” del primo uomo sulla Luna ritornandoci più volte e quindi dimostrando quanto agli americani fossero tecnicamente superiori ai sovietici in termini di tecnologia e non solo. Ciò spinse i Sovietici per ottenere come "secondi" lo stesso risultato ma fallendo e sicuramente svuotando le casse dei finanziamenti.
Considerando il fatto che la amministrazione Nixon bocciò ulteriori missioni lunari negli anni Settanta indirizzando la NASA verso altri obbiettivi a mio parere parlare di valore strategico non ha molto senso se non per il fatto di avere il primato del primo uomo sulla Luna. Sarebbe stato chiaramente diverso se fosse seguita una colonizzazione, ovvero una base lunare stabile con presenza umana in grado accrescere e acquisire tutte quella capacità tecnologiche che tale "conquista" avrebbe offerto con una evidente marcatura strategica degli USA. Nonostante lo stop della possibile colonizzazione della luna e della corsa verso Marte poi, sono esponenzialmente accresciute il know-how tecnologico per la sopravvivenza dell’uomo nello spazio grazie alle successive missioni orbitali americane e russe con le missioni Shuttle stazioni spaziali MIR etc. includendosi in questo teatro ora anche nuovi attori sulla scena spaziale come i cinesi, anche loro bramosi di avere una loro leadership nel cosmo.
Sarebbe stato interessante vedere un impegno più indipendente dell’ESA portando autonomamente cosmonauti europei nello spazio ma ciò non è avvenuto. Al di là di tutto questo abbiamo la maturità tecnologica per espandere la presenza umana sia sulla nostra luna che poi verso Marte, “volere è potere”. Concludo che comunque la nuova affascinante corsa alla colonizzazione Luna-Marte la ricollego alla affermazione introduttiva cioè degli spagnoli alla conquista del nuovo mondo… nuovo spazio vitale, nuove ricchezze, sfruttamento dello spazio per fini economici.
Il lettore Adelchi Massara coglie nel segno!
Ai quesiti riguardanti il valore dell’allunaggio e il futuro dell’esplorazione umana dello spazio, risponderei che:
L’allunaggio del LEM diede per prima cosa un’iniezione di fiducia negli americani e nei Paesi Occidentali in generale dopo le iniziali batoste della corsa allo spazio. I sovietici avevano in fase di approntamento un programma lunare simile, ma continui incidenti al razzo vettore vanificarono il loro iniziale vantaggio. Questi ritardi permisero agli USA di sorpassarli, conquistando il prestigio di “prima nazione su un altro corpo celeste”, potendosi presentare al mondo come “il paese più avanzato”. Materialmente, i ritrovati tecnologici furono ulteriormente studiati e infine applicati in ambito civile nei decenni successivi, non necessitando parte della conversione richiesta dai ritrovati di origine militare.
Nei nostri tempi, le missioni spaziali umane sono limitate da un minore entusiasmo di pubblico e da costi immensamente superiori rispetto agli anni Sessanta-Settanta, dove le varie crisi petrolifere e l’elevato incremento della complessità dei componenti hanno pesantemente influito sulle spese. Solo il recente studio e la parziale introduzione di vettori più a buon mercato e una migliore campagna di pubbliche relazioni da parte di alcune aziende stanno ravvivando l’interesse dei governi e dei cittadini.
Infine, ritengo che le future missioni umane dovrebbero essere sia più ambiziose, sia con obiettivi più vicini. L’esplorazione umana di Marte è pura fantasia senza prima una presenza più o meno stabile sulla Luna o perlomeno una qualche stazione spaziale intermedia di appoggio tra noi e il nostro satellite (l’idea è già stata proposta da varie agenzie spaziali). A questo vanno aggiunte le necessità di una maggiore comprensione degli effetti sul corpo umano e delle precauzioni richieste dai prolungati voli nello spazio aperto, conoscenze che attualmente mancano. Nell’immediato futuro non vedo la possibilità di imprese rivoluzionarie. Al massimo, repliche o modesti miglioramenti di quelle passate.
Amara, invece, è l’analisi dell’antico lettore Pession…
Un piccolo passo per un uomo… rimasto tale. Quando sento che c’è più tecnologia in uno smartphone che in tutto l’apparato di strumenti che ha condotto il primo uomo sulla Luna, osservo le adolescenti che si fanno i selfie con la bocca a “culo di gallina” e non posso fare a meno di provare sentimenti poco signorili.
È possibile che a 10 lustri dall’allunaggio, la situazione nello spazio si sia in pratica fermata? Possibile che 50 anni fa, senza il televisore a colori, assistevamo l’allunaggio, mentre ora, con ogni ragazzetto interconnesso a mezzo mondo, lo spazio ci sembri così lontano?
Gli shuttle USA… dismessi. Quelli scopiazzati dai sovietici… abbandonati in basi dimenticate.
Gli USA (primi sulla Luna), ora, per arrivare alla stazione spaziale devono chiedere un passaggio alla Russia (sanzionata) o a un privato cittadino. Si sono riempite tutte le orbite di satelliti, spazzatura, spie e ripetitori, tutti con gli occhi puntati a terra per favorire la velocità d’invio del selfie suddetto e rubare dati per fini commerciali o peggio, mentre gli asteroidi che ci sfiorano la zucca vengono segnalati sempre da privati cittadini che, pur di non vedere cosa li circonda sulla terra, tengono gli occhi puntati al cielo, magari sognando.
Lo spazio è per chi osa e per chi sogna, non per chi fa indagini di mercato, di rischio e pianifica operazioni spaziali con assicurazioni e avvocati. Temo che la Cina sarà la prossima a raggiungere traguardi non solo perché, mentre scrivo, sta già cercando di coltivare sulla Luna, ma perché non è frenata dalla paura del rischio e non è una chimera di privati che si pestano i piedi a vicenda per vantaggi personali.
L’I.A. sarà fondamentale per compensare i limiti umani e ancora una volta la Cina pare essere in vantaggio al momento. Salvo lo scoppiare di qualche conflitto prima, il pianeta rosso, sarà giallo, se non ci diamo una svegliata.
In definitiva, gli Usa hanno goduto di questo vantaggio come una cicala, mentre il formicaio cinese accumulava risorse per l’inverno. E come dicevano quelli… “winter (is) coming”.
In conclusione, l’entusiastico commento del lettore Luigi Artale, per niente asettico:
Sono nato il 16 luglio del 1969, durante la partenza della missione Apollo 11 verso la luna!
Non sono quindi la persona più "adatta" ne "distaccata", per trattare il tema in oggetto, non sono uno scienziato, sono soltanto un appassionato di Storia, tra le tante professioni anche Ufficiale in congedo.
Per me quella data rappresenta tutto, rappresenta la vita!
"One small step for a man, one giant leap for mankind"
Da allora tutto e cambiato e grazie alla"collaborazione" tra NASA ed agenzia private sono sicuro che tra breve, l'uomo continuerà a camminare e guidare sulla Luna.
Foto: NASA / web / Ministry of National Defense of the People's Republic of China