La crisi del Covid-19 potrebbe essere la prima crisi mondiale senza una leadership americana. Ma il rischio è che da questa crisi nascano sfide non solo per l’ordine internazionale, ma anche per i valori democratici e l’unione dell’Occidente. La Russia e la Cina, volenti o nolenti, stanno realizzando azioni che possono indebolire i valori di trasparenza e unione delle democrazie occidentali. Anche il COPASIR ha appena parlato di “Entità statuali esterne” che stanno facendo una “una campagna infodemica che vede nei paesi dell’Unione europea, e nell’Italia come obiettivo non secondario, il proprio target”.
Partiamo da un presupposto oramai accettato dalla comunità internazionale, e cioè che le sfide moderne sono diventate tutte globali, non ci sono più minacce solo nazionali o regionali, oltre a quella nucleare anche tutte le altre minacce per la sicurezza sono diventate planetarie nell’era attuale, dal terrorismo ai disastri climatici, dalle migrazioni di massa alle pandemie ai rischi dallo sviluppo di AI.
Un governo mondiale però ancora non c’è, il sistema internazionale è nato e rimane “anarchico”, con gli stati nazionali, in particolare le grandi potenze, che cercano di difendere il proprio potere sullo scacchiere internazionale.
Quando le minacce sono globali ma le risposte non sono comuni si apre il gioco delle alleanze, che per secoli ha caratterizzato la Balance of Power, prima con il Concerto Europeo, e poi con il mondo diviso in due blocchi durante la Guerra Fredda e la Pax Americana. Le relazioni mondiali però, dalla fine del Bipolarismo, sono cominciate a diventare competitive, oltre che cooperative, e le due nuove narrative politiche della presidenza Trump, Great Power Competition e America First, in realtà hanno solo confermato questo trend.
Dopo trent’anni, con l’attuale crisi globale senza precedenti nella storia dei periodi di pace, forse è arrivata la fine dell’eterna transizione internazionale verso un nuovo ordine mondiale dopo quello liberale post Seconda Guerra Mondiale: come dicevano i latini potremmo essere al Redde Rationem.
Ma come sarà il nuovo ordine internazionale, seguirà una Pax Sinica, fondata sull’egemonia Cinese con il suo modello di capitalismo statale, sarà una Pax Chimerica, formata da una simbiosi economica fra Cina e USA, o sarà basato su macro regioni continentali integrate (Europa, America, Africa) e un’Asia con attori giganti ma divisi fra loro (Cina, India, Russia e Mondo Musulmano)? Per adesso sembra che la competizione sia soprattutto fra USA e Cina, con la Russia che cerca un suo ruolo in Europa e in Medio Oriente per non perdere sia il suo potere strategico che la sua sopravvivenza economica. Mentre l’Unione Europea stenta a diventare gli Stati Uniti d’Europa, l’unica possibilità per contare qualcosa alla pari con le altre potenze.
Che la Cina stia cercando di strappare la leadership mondiale agli Stati Uniti è evidente da tempo, con il grande progetto della Belt and Road Initiative, l’incremento enorme delle spese militari e oggi con il virus anche con il tentativo di gestione di una crisi causata dalla Cina stessa. Il problema è che questa competizione e manovra di scalata non è evidente per tutti, al contrario, soprattutto perché non è realizzata con un conflitto aperto e una guerra egemonica, come successo in passato con il passaggio di potere fra leader mondiali. Infatti i poteri usati dalla Cina, oltre all’Hard Power (cioè il potere economico e militare) sono il Soft Power, il potere d’attrazione, e lo Sharp Power, quello di penetrazione. Questi ultimi due sono molto evidenti nella crisi attuale e soprattutto sono mescolati in modo da far risaltare il primo e nascondere il secondo. Infatti gli aiuti all’Italia e la loro propaganda che sembrano fatti solo per mostrare benevolenza a un paese in difficoltà, in realtà sfruttano un antieuropeismo latente, e in certa misura anche anti-americanismo (almeno di una parte della popolazione e della rappresentanza politica attuale) di un alleato cruciale della NATO e fondatore UE per portarlo gradualmente nella propria sfera di influenza.
Ma lo Sharp Power era già evidente quando la Cina, non solo inizia a costruire porti e ferrovie con l’Italia prima firmataria della Via della Seta in Europa un anno fa, ma decide di portare Huawei nel continente per il 5G, con un potere strategico enorme e rischi sul controllo delle nostre informazioni.
Il problema è che lo Sharp Power è furtivo, discreto, nascosto e quindi non viene compreso dalle popolazioni, un po’ perché male informate dai social con fake news varie, e un po’ perché le democrazie occidentali vanno a rilento dovendo discutere tutto, a differenza dei regimi autoritari, che nel mondo globalizzato sono più efficienti perché ovviamente più veloci, come appunto quelli delle due potenze asiatiche a vocazione egemonica.
Ma soprattutto lo sharp power può essere usato solo contro le democrazie, non il contrario, cioè il mondo occidentale è fragile proprio perché libero, e quindi va saputo custodire, mentre non potrebbe mai penetrare le dittature asiatiche per tentare lo stesso gioco di minare le istituzioni autocratiche di quei sistemi, proprio perché queste non permettono la libera circolazione di informazioni o un dibattito democratico.
Quindi il vantaggio dei sistemi autoritari verso quelli democratici è evidente. Non solo ma lo Sharp Power e le autocrazie sono cresciute proprio per un errore di calcolo delle democrazie occidentali, che pensavano alla fine della Guerra Fredda che la democrazia si sarebbe espansa sul globo semplicemente con l’integrazione dei regimi repressivi nel sistema internazionale occidentale, che li avrebbe resi più aperti e quindi più democratici. Invece è successo il contrario, le dittature si sono rafforzate e le democrazie indebolite.
Chi ha fatto crescere la Cina negli ultimi 40 anni? Il WTO, gli Stati Uniti e l’Europa, che hanno aperto i loro mercati ai prodotti cinesi a condizioni vantaggiose.
È altresì vero che la Via della Seta, non rappresenta certo una collaborazione globale a pari condizioni, ma al contrario, una guida economica Cinese, e poi anche politica ovviamente, verso il resto del super continente EurAsiaticAfricano, cioè l’Emisfero Orientale.
Quindi di nuovo si usano le aperture occidentali per tentativi di dominazione egemonica. Eppure mentre le persone sui social si dividono fra pro e contro questo Pivot verso l’Asia (come aveva tentato di fare Obama, ma in maniera del tutto diversa) il COPASIR comincia a preoccuparsi per il rischio di scalate ostili ad asset strategici italiani.
Riuscirà l’Occidente a svegliarsi in tempo per difendersi dal rinascente autoritarismo e far sopravvivere i suoi valori che sono i valori non solo di libertà e dignità ma per il progresso scientifico e l’integrazione fra gli stati liberi? L’unico modo per sconfiggere questa erosione democratica evidente è quello di rafforzare le proprie istituzioni, per farle diventare efficienti nel mondo moderno, prima di tutto combattendo la battaglia delle idee, con fiducia nei propri principi e mezzi e maggiore integrazione fra i paesi democratici.
Il problema è che l’Unione Europea è in crisi, demografica, economica, politica e anche culturale, e le istituzioni Europee sono sentite come oppressive dagli Stati Nazione soprattutto del Sud Europa, che stanno in crisi economica cronica. La crisi del Coronavirus potrebbe aiutare ad avere una riforma e trasformazione dell’UE, ma non è sicuro: potrebbe anche disintegrarla se le istituzioni europee non vengono incontro ai bisogno dei paesi più deboli, come non si stancano di ripetere Draghi, Sassoli e Conte.
Non sappiamo come andrà a finire, ai posteri l’ardua sentenza ma come dicevano i Latini: mala tempora currunt.
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