L'Ucraina può evitare un lungo scenario di guerra se ha armi a sufficienza e fornite velocemente: parola di Wesley Clark e Philip Breedlove, entrambi generali a quattro stelle americani e con un passato da comandante supremo delle forze alleate della NATO in Europa. Di quali armi si parla? Sistemi lanciarazzi, artiglieria, ma anche di difesa aerea, a medio e lungo raggio. Missili pari al Neptune e armi ancora più avanzate del suo genere, secondo Breedlove, “aiuteranno l'Ucraina nelle battaglie che sta combattendo ora” e ridurranno di molto la durata della guerra.
Già, la guerra. In attesa delle armi e dei sistemi d’arma che dovrebbero facilitare la vittoria degli Ucraini - grazie al sostegno occidentale e a una dura guerra di esercito e di popolo contro l’aggressore russo - i combattimenti vanno avanti. E le informazioni che ci arrivano dall’Ucraina orientale vanno ben oltre i resoconti dei molti commentatori. A leggere i quali, pare che i Russi si siano ritirati da Kharkiv per accumulare forze nel Donbass centrale al fine di sferrare un decisivo attacco contro le forze di Kiev.
Ma è davvero così? Per capire come vanno le cose, dobbiamo fare pernio su Izyum, la cittadina posta sul lato sud-orientale dell’oblast di Kharkiv e capire alcune cose:
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A che cosa avrebbe dovuto servire l’occupazione di Izyum e il suo utilizzo a fini tattici e logistici
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Come è cambiato il ruolo della cittadina
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Che cosa è successo nel territorio fra Kharkiv e Izyum fra aprile e maggio
Alla fine, vedrete che… i conti non tornano e la somma dei fattori dà un risultato diverso da quello proposto da molti analisti.
Un crocevia fra Russia Donbass
Izyum è situata proprio nel punto dove convergono importanti linee di rifornimento delle forze russe, operate a mezzo della ferrovia, rimessa in funzione circa cinque-sei settimane fa e ricollegata a quella della Federazione russa. Le rotaie provengono da tre direttrici, tutte originanti dall’oblast russo di Belogorod, si incontrano nella cittadina di Kupiansk e poi, con due linee parallele, scendono verso la stessa Izyum, diventata appunto il centro di raccolta di truppe, mezzi ed equipaggiamenti necessari alla “grande offensiva”.
Il piano iniziale prevedeva di attaccare a partire da qui in due direzioni: verso Kharkiv a nord-ovest e verso Sloviansk a sud.
Un piano modificato di continuo
Come avevamo già segnalato in passato, un attacco diretto da nord verso Sloviansk avrebbe complicato non poco la vita alle forze russe, potendo gli Ucraini agevolmente costringerli a passare attraverso una gola dalle parti di Krasnopillya (vedi articolo), a 20-25 chilometri dalla stessa Sloviansk. Perciò, Izyum si è trasformata in una centrale logistica per rifornire gli attaccanti russi in direzione del Donbass e della stessa Kharkiv. Insomma, da pivot dell’intera manovra di accerchiamento si è presto ridimensionata, anche perché non ha comportato alcun beneficio apparente. Ritenendola ormai al sicuro, nel frattempo i Russi vi avevano collocato il comando, potendo ben sorvegliare le due direttrici di cui parlavamo: Donbass e Kharkiv.
La controffensiva ucraina da Kharkiv
A poco più di una settimana dall’inizio della “grande offensiva”, il giorno della Pasquetta occidentale, hanno cominciato ad arrivare notizie di villaggi e cittadine che tornavano sotto il controllo ucraino. Parallelamente, sono aumentati di numero in modo spettacolare foto e video di mezzi e edifici russi colpiti da droni e artiglieria ucraini. Sono persino apparsi in cielo - sia pure con poche uscite - elicotteri e aerei da combattimento di Kiev, quasi sempre letali per il superiore livello di addestramento dei piloti. Le immagini di armi occidentali moderne, sia pure ancora in quantità insufficiente, sono diventate subito virali. Intanto, i Russi davano segno di voler spostare le loro forze da questo fronte verso quello del Donbass: come già a Kiev, il ripiegamento tattico è diventato presto una piccola Caporetto con perdite di centinaia di mezzi e probabilmente di molte centinaia di uomini, spesso - a detta di Kiev - lasciati frettolosamente sul terreno come cadaveri o moribondi. Hanno anche perso centinaia di ufficiali e soldati in un micidiale attacco al centro di comando posto, imprudentemente, in una sede ancora non messa perfettamente in sicurezza.
I Russi in frettolosa ritirata hanno fatto saltare i ponti sui fiumi, ma presto si sono trovati braccati fino nelle foreste a ovest di Izyum, quasi dentro l’area urbana. Le immagini satellitari dei veicoli incendiati e delle esplosioni sono impressionanti.
Una situazione inattesa
È così che il fronte si è via via spostato verso est: nelle ultime ore, secondo Kiev, i Russi si sono attestati dalle parti di Horokhovatka, sul fiume Oskil, non è chiaro se per fortificarsi o - come appare più probabile - per coprire la ritirata ancora più a est. Quel che è certo è che gli Ucraini adesso possono pensare addirittura di chiudere le forze russe presenti in Izyum in una sacca o, come riteniamo, agevolarne la ritirata. Sì, i Russi potrebbero prudentemente lasciare la cittadina occupata quasi un mese e mezzo fa perché ormai inutile. In che senso? La conseguenza del nostro ragionamento, se ci avete seguito, è ben visibile in questa mappa.
L’estrema difesa russa a Horokhovatka, nel cerchio rosso qui sopra, se le informazioni sono corrette, si trova nel cuore della filiera logistica fra la Russia e Izyum, a pochi chilometri da quella Kupiansk, cerchiata in bianco, dove convergono le reti ferroviarie dall’oblast di Belogorod: gli Ucraini potrebbero presto tagliare i rifornimenti dalla Russia verso la stessa Izyum.
Che cosa accadrà? Ancora non è chiaro. Riteniamo che non sia da escludere uno scontro diretto proprio per impedire il ritorno di Izyum in mano ucraina: se gli Ucraini riprenderanno la cittadina, tutti i discorsi che abbiamo sentito sulle manovre di accerchiamento resterebbero solo su carta.
Ricordiamo che tutto questo è accaduto ancora con pochi rifornimenti effettivamente arrivati: se le forniture saranno massicce e veloci, forse potremo dire che Clark e Breedlove ci hanno visto giusto.
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