Vi siete chiesti quanto sarebbe durata la Seconda guerra mondiale se gli Stati uniti d’America non avessero sganciato “ometto” e “ciccione” rispettivamente su Hiroshima (nella foto, a sx) il 6 e Nagasaki (nella foto, a dx) il 9 agosto 1945, al prezzo di 150-250 mila morti? Dico solo che la battaglia di Okinawa, per la conquista di un isolotto a Sud dell’arcipelago nipponico, tenne impegnati quasi 300 mila combattenti – oltre a 400 mila unità di appoggio – al prezzo – pazzesco! – di quasi 150 mila tra morti e dispersi tra il 1° aprile e il 22 giugno 1945. L’invasione del Giappone, molto probabilmente, sarebbe costata almeno altri due anni di guerra e un numero inimmaginabile di morti.
Quanti anni sarebbero trascorsi, in Europa, tra la fine della guerra del 1939-45 e la Terza guerra mondiale? Forse l’URSS non avrebbe forzato la mano agli Alleati durante la crisi di Berlino del 1949, se non avesse avuto paura dell’uso dell’arma atomica americana, in un momento in cui Mosca non ne era ancora dotata?
E come sarebbe degenerata la crisi di Suez – ma anche quella ungherese, quasi contemporanea – senza due superpotenze dotate di armi nucleari?
Che dire, poi, del concetto stesso di superpotenza, se Francia e Regno Unito nel 1956 avessero unito le loro forze (convenzionali) per tenere testa alle minacce di Mosca (denuclearizzata)?
Ecco, questo moderna spada di Damocle, posta in capo alla sopravvivenza del genere umano per come lo intendiamo da alcuni secoli, ha avuto questo effetto: ha impedito che l’aggressività dei moderni Stati Nazione e, più tardi, delle Repubbliche Socialiste portasse a un secolo intero di guerre guerreggiate. È merito? No, non lo è: non si è trattato di un progresso dell’uomo, ma di una scelta tattica, in attesa che la tecnologia anti-arma renda (quasi) obsoleta anche quella atomica. Poi, chi vivrà vedrà!
Prima di leggere i commenti dei lettori, vorrei ricordarvi solo che – solo con machete e armi bianche – nel 1994 (l’anno della morte di Senna e della finale di Pasadena, non 200 anni fa!) nel genocidio ruandese morirono quasi un milione di persone in meno di tre mesi. Il Novecento, anche in Europa, avrebbe potuto essere così…
Il lettore Bendini fa un’analisi storico-strategica molto interessante.
Il tema è, come la tipologia di armamento, estremamente delicato. Dal modesto angolo della mia prospettiva di analisi, la prima argomentazione riguarda il percorso storico di tale tipo di arma: sorta e operativa alla fine della Seconda guerra mondiale e sviluppatasi negli anni successivi, nel mondo bipolare sorto dalle ceneri di quel conflitto, ha contribuito ad un periodo di pace relativa rispetto al conflitto globale: la sua detenzione limitata ai due giganti (USA e URSS) a mio avviso ha creato le condizioni del MAD e quindi questo periodo di pace relativa. In realtà, è riduttivo attribuire la pace ai dispositivi nucleari delle due superpotenze perché altri fattori militari convenzionali furono determinati come fattori economici. Riterrei comunque di poter sostenere che il modo bipolare in relativo equilibrio tra due blocchi che si fronteggiavano consapevoli del MAD ha prodotto questa pace relativa.
Con il crollo e la destrutturazione di uno dei due blocchi, abbiamo avuto un decennio di unilateralismo americano che ha iniziato un periodo di rallentamento dal 2003- 2010 fino ai giorni nostri: il globalismo di stampo USA non è più stato in grado di imporsi da allora con una moral suasion e, le operazioni di forza pura (da Afghanistan 2001 in poi) sono aumentate sempre di più: in quest'ottica, la detenzione di armamento nucleare, per un piccolo paese che deve resistere al gigante di turno diviene una garanzia di sopravvivenza.
Certo che la diffusione di tali armi pone anche problemi di controllo ma è pur vero che, già durante il duopolio prima il Pakistan e poi L'india di dotarono di armi nucleari: quindi la domanda è chi stabilisce la legittimità del possesso di tali armi. Ma soprattutto: il duopolio e l'unilateralismo sono cessati e quindi il paese emergente tenderà ad avere dispositivi di difesa in grado di garantirgli autonomia decisionale non solo rispetto agli USA ma ad ogni altro attore internazionale dotato di forza superiore alla sua. Nel multipolarismo crescente, quindi, la loro diffusione è destinata ad aumentare mentre la loro letalità sarà proporzionale alle capacità di intercettarli e renderli inoffensivi per il loro obiettivo. Riterrei, quindi, che le capacità di intercetto dei missili (icbm a medio e corto raggio) faranno la differenza tra i detentori di armi nucleari e forse anche non nucleari.
Pensiero Libero ha timori più che fondati.
È pericolosissima la diffusione a molti stati dell’arma atomica. La Guerra Fredda aveva il fondamento nella reciproca distruzione fra due blocchi globali contrapposti ma ben definiti. La proliferazione dell’atomica potrebbe non permettere più il preventivo controllo reciproco e dopo… sarà troppo tardi! Le chiavi di tali armi devono essere in mano a pochissimi soggetti globali. Un futuro imprevedibile attende l’uomo in caso contrario, purtroppo.
Riflessione di Moraks: come non amare la bomba?
L'ATOMICA!!!! L'arma più pacifica del mondo, a mio avviso seriamente candidabile a premio Nobel per la pace; unica arma al mondo che ha salvato più vite e che ha deluso mamma Morte.
Nata in una delle fasi più critiche per i bipedi umani che calpestano il pianeta ha esordito facendo cessare una guerra, quella del Pacifico che avrebbe potuto creare molte più vittime. Poi sempre L'ATOMICA ha tenuto buoni i bulli del quartiere, russi e americani, che tentavano di tutto e di più pur di scannarsi a vicenda; la crisi dei missili cubani in testa, lì c'è mancato veramente poco, ma sempre lei santa deterrente ATOMICA li ha fatti ragionare.
Riflettete: se non ci fossero state le testate atomiche a spaventare tutti, conoscendo il genere umano sicuramente ci sarebbero state la terza e forse la quarta guerra mondiale. Altro esempio: in una delle innumerevoli baruffe tra Israeliani e Iraniani si è sfiorato più volte il conflitto nucleare, poi miracolosamente sono state diffuse le proiezioni delle eventuali vittime di entrambi i lati in caso di attacco: 4/5 milioni di Iraniani e un milione di Israeliani, miracolo!!! Santa ATOMICA gli ha fatto desistere e pacificare all'istante. Dopo questa premessa per un’ammirazione personale a un sistema energetico nella versione bellica e civile, veniamo a noi.
La super Bomba ce l'hanno tutti. A mio avviso solo gli americani la sanno realmente usare; il motivo è che sono gli unici che hanno 10 portaerei nucleari in crociera in giro per il mondo. La questione si fa difficile, prendete la Francia: ha provato a farsi la Portaerei nucleare, ma le cose non sembrano essergli andate alla grande. Gli Stati Uniti invece ti mollano in acqua la nuova serie di barchette con il doppio dell'alimentazione atomica delle precedenti classi Nimiz e la nuova e fiammante classe "Ford"; chissà perché così tanta energia nucleare sovradimensionata; cosa ci nascondono i nostri amici "Kelly" (simpatico e amichevole diminutivo per definire gli statunitensi)? Riflessione: se la gestione delle portaerei è così tanto difficile, proviamo a pensare alla gestione dei missili e dei sottomarini. La tanto temuta e paventata prolificazione nucleare non è che stia nascondendo qualche tentativo di sviluppo di altro tipo? Non ci sono nuovi candidati al "Nuclear club" e quelli che ci sono sanno bene cosa vorrebbe dire anche un solo piccolo scontro nucleare o imbrattare il mondo di radiazioni. Quindi se non ci siamo "menati" fino ad adesso perché farlo ora?
L'unico serio timore è che qualche genio trovi il sistema di decontaminare dalle radiazioni vasti territori, esseri umani o cose, permettendo così a qualcuno di poter spingere il pulsante, tanto "poi si pulisce"; allora sì che il nucleare comincerebbe a fare paura. Fino ad allora SUPER ATOMICA proteggi sempre il genere umano dalla sua follia e dacci armi per gli Alieni cattivi.
Andrea S. dice qualcosa di interessante sui rischi della proliferazione…
Armi Nucleari: né con loro, né senza di loro. Direi si possa senz'altro affermarlo.
Ogni simulazione che preveda un'escalation che salga fino all'utilizzo teorico dell'arsenale nucleare, finisce con un deciso monito a non farne uso, in termini politici, economici, ambientali, ma anche militari in senso assoluto. Ma questo, probabilmente solo da parte di chi, pur disponendo di una certa superiorità tecnica e strategica (in mare, in terra, in cielo e oggi anche nello spazio), non possa permettersi però nemmeno un colpo a segno sul proprio paese, avanzato e popolato con aeree urbane ad alta densità tecnologicamente ed economicamente rilevanti (troppo da perdere, politicamente anche, in confronto ad guadagno marginale), contro un nemico inferiore tecnico-strategicamente e povero, spesso una dittatura di uno o pochi uomini che decidono il destino di tutti, senza filtri o controlli, disposti a giocarsi il tutto per tutto, che in definitiva non aspettano altro che un'occasione come quella ipotizzata, per consolidarsi e affermarsi agli occhi del mondo.
Tolto l'impasse della MAD tra USA e URSS si va riconfigurando con i russi che fanno di tutto per far capire agli americani che le cose stanno e staranno così ancora per un pezzo tra loro, che poi a livello convenzionale se ne ridiscute, la Cina si unirà presto al duo, a pieno titolo, di fatto senza che cambi alcun che. In realtà, l'incognita maggiore è rappresentata da potenze nucleari medie come l'India, che potrebbero arrivare a considerare l'opzione nucleare in un escalation nucleare contro il Pakistan (anche ma non solo), dato che le perdite umane civili potrebbero essere più accettabili, rispetto a quelle del personale addestrato e delle attrezzature tecniche (spesso importate), tipiche una logorante ed incerta campagna convenzionale contro un nemico strutturalmente sì più debole, ma tatticamente ben organizzato, ben equipaggiato, e in grado di resistere e anche di contrattaccare. Questo ragionamento può valere per altri paesi fuori dal controllo politico-militare di USA, Russia, e Cina, come il Vietnam, l'Indonesia, e alcuni altri. È possibile che anche il Sud Africa arrivi a dotarsi di un arsenale nucleare tattico, paradossalmente da usare praticamente contro se stesso.
Per intenderci, Israele sta all'opposto di questa scala di valutazione: non ha né territorio né popolazione sacrificabile. Il problema reale è rappresentato, per logica conseguente, dall'Iran e dall'Arabia Saudita: è infatti assai più probabile un confronto nucleare tra loro che tra chiunque altro, conflitto che poi inevitabilmente si espanderebbe ai rispettivi alleati strategici. La stessa situazione potrebbe verificarsi in America Latina a medio-lungo termine, se gli USA non attueranno politiche attive di controllo militare sulla regione: il Venezuela potrebbe provare a copiare l'esempio della Nord Corea, spingendo a quel punto il Brasile a fare altrettanto, tenuto conto che il Brasile non è la Sud Corea e non ha presenza militare USA a fare da deterrente, né la vorrebbe.
In Europa, le velleità nucleari di Francia e GB ormai non sono altro che uno spreco di denaro pubblico.
A meno che... Si debba dover ipotizzare che l'Algeria e l'Egitto, (con la Turchia che do già per prossima nuova potenza nucleare autonoma) possano arrivare ad avere armi nucleari. Se così sarà saremo nei guai, ma proprio belli grossi (in special modo noi italiani).
Diamo volentieri la parola a una signora, Tatiana, anche se non condividiamo tutto quanto.
Prima di parlarvi del mio pensiero di donna riguardo la gara agli armamenti nucleari, vorrei riflettere su un eventuale ipotetica partita giocata visto che sono appassionata di calcio, ipotizzando un incontro macabro ma realistico tra: BOMBE ATOMICHE vs BARACK OBAMA.
Partiamo da B.ATOMICHE immagine fin da subito di cattive, nate a fine anni trenta hanno causato Hiroshima e Nagasaki circa 250.000 vittime, poi di militarmente esplosivo più nulla; da aggiungere però che le varie "Bombette" da cannone tra vittime dirette e indirette un bel po' di morti le hanno fatte anche loro e sicuramente non è finita, radiazioni qua e la emergono ogni giorno.
BARACK OBAMA detto "il buono" tanto buono che ancora prima di partire l'avevano già nominato Nobel per la Pace….. Non mi capacito ancora del motivo. A mio avviso lui si è molto risentito di questo.
B.O. " Ma come!? Tutti i presidenti americani sono cazzuti e temuti, e io? Il Buono?".
Credo che la cosa lo abbia ferito profondamente, e quindi è corso subito a rimediare, bombardando non un paese come aveva fatto la dilettante ATOMICA ma ben sette; i dati reali delle vittime non andremo mai a saperli ma visto il casino combinato in: Iraq, Siria, Libia, Yemen, Afghanistan, Pakistan e Somalia per non aggiungere poi le varie primavere arabe (nome subdolo e sinistro come chi le ha ideate e che tuttora stanno producendo morte).
Alla luce dei fatti a vostro avviso chi si merita la coppa di "Massacratore dell'umanità"?
Stiamo vivendo un nuovo riarmo nucleare, di armi che nessuno ha voglia di usare e che servono solo a farsi rispettare. Non ci è bastato nei decenni precedenti il timore che hanno suscitato? Probabilmente no, donne e uomini hanno più paura di un prolificarsi di buoni Obama che realmente sono devastanti per il genere umano piuttosto che di qualche ordigno nucleare che oggi serve solo a pacificare.
Da Washington pagata dal tycoon Donald io sì che sono veramente buono Trump.
Tanto di cappello al lettore Samuele R.: davvero un’analisi ben strutturata!
Per rispondere al quesito citerò un brano di Edward N. Luttwak1: "La trasformazione delle capacità nucleari, durante i primi anni Cinquanta, avvenne in due modi. Da un lato, la potenzialità distruttiva delle grosse bombe all'idrogeno, che prevedeva anche una rappresaglia dello stesso genere. Dall'altro canto l'incorporazione di armi di questo tipo in ogni specialità delle forze armate che trasformavano una imminente sconfitta non nucleare in uno scontro nucleare, annullando tutti i successi ottenuti fino a quel momento dal vincitore”2. Per capire le parole contorte di Edward bisogna immediatamente capire che le armi nucleari non sono fatte per vincere una guerra, ma per una vittoria di Pirro. È l’unico modo per evitare questo e quello di risolvere queste problematiche. Ma come si può fare?
La prima soluzione ci viene data dal presidente Donald J. Trump che nel 13 gennaio 2018 propone un nuovo “Nuclear Posture Review” volendo quindi diminuire le dimensioni e la potenza dell’armamento nucleare andando a istallare su missili Trident e Cruise un dispositivo “low-yield” (a bassa resa) utilizzabile e forse più accettabile nelle guerre convenzionali. In questo ruolo gioca anche l’Italia con le presenti - ma inesistenti per lo Stato italiano - bombe B61 che sono per ora utilizzabili con i Tornado italiani. Ma che attualmente secondo un mio conoscente ex lavoratore della (…) saranno rinnovate B-61-12 LEP, dunque bombe con lo stesso aspetto ma con capacità di distruzione ridotta.
Il secondo problema può essere risolto andando a creare uno scudo missilistico impenetrabile evitando distruzione mutua assicurata. Problema la quale e andato incontro il presidente Vladimir Putin che vedendosi l’impossibilità di difendersi da un contrattacco ha voluto sfruttare in altro modo il suo potenziale atomico. Uno esempio eclatante e il siluro nucleare Poseidone che non andando ad attaccare direttamente l’obiettivo va a creare uno tsunami radioattivo impossibile da fermare contro di esso, o le bomba-E capaci di mandare in tilt i sistemi elettronici nemici.
Concludendo il futuro delle armi atomiche risiede nella possibilità di rimpicciolirle l’armamento redendolo più accettabile e andando a sfruttare il loro potenziale distruttivo secondario.
Anche il lettore Michele C. ci ha inviato un articolo molto ben scritto e interessante!
Dal 1945, anzi da un po' prima, l'arma atomica rappresenta l'arma totale. E dopo è diventata il sogno proibito di ogni capo di stato (o quasi).
Possedere una bomba atomica, pardon... La Bomba non è un semplice status symbol, ma rappresenta il perfetto biglietto da visita per “entrare nei locali più cool”.
Mi spiego, prendiamo Kim Jong-Un, il presidente nord coreano è l'esempio perfetto: mettendo da parte la propaganda l'uomo forte di Pyongyang, dittatore sanguinario certo ma pur sempre molto intelligente/furbo, si è reso perfettamente conto che l'arma atomica non gli donerà certo l'immortalità ma gli permette di vendere cara la pelle, cioè se gli USA tentassero di spodestarlo come con Noriega nel 1989 Kim Jong-Un avrebbe in mano l'affronto finale: l'iperpotenza Statunitense sarebbe vittima di un attacco atomico!!! Chiaramente la ritorsione sarebbe devastante ma rimarrebbe il fatto che gli Stati Uniti subirebbero un attacco atomico.
Per la prima volta il popolo si accorgerebbe che il re è nudo!
Gli USA sarebbero per la prima volta non coloro che infliggono morte e sofferenza ma le vittime di un attacco devastante, un pericoloso segno di debolezza soprattutto ora che va crescendo la tensione nell'oceano Pacifico e gli alleati si potrebbero chiedere se tutto sommato gli stati uniti siano poi così invulnerabili...
inutile farsi illusioni, il numero di paesi dotati di armi nucleari aumenterà perché questi si rendono conto che ciò permette loro di poter trattare da pari a pari con paesi molto più potenti e costituisce l'estrema forma di assicurazione per preservarsi una serena vecchiaia.
Resta chiaramente tutto da vedere se il paese che percorre questa strada riesce a tenere a bada questo pericoloso genio fatto uscire da un vaso (di Pandora) ops... da una bottiglia... o sarà il malefico genio a rendere schiavi i suoi padroni.
1Economista, politologo e saggista romeno naturalizzato statunitense, conosciuto per le sue pubblicazioni sulla strategia militare e politica estera, esperto di politica internazionale e consulente strategico del Governo degli Stati Uniti.
2Edward N. Luttwak. L’arma eccesiva in Strategia: La logica della guerra e della pace. Rizzoli. Milano. 2001. Pag. 294-296.
Foto: web / U.S. Air Force / U.S. Navy