La parola ai lettori sulle sfide per il mondo della Difesa: occorre intervenire prima che sia troppo tardi

(di David Rossi)
13/06/19

Il mio conterraneo, grande storico e giornalista Giovanni Spadolini divenne Ministro della Difesa - dove oggi abbiamo Elisabetta Trenta - nel 1983 all’età di 57 anni, gestendo le sfide della Guerra fredda e delle crisi mediorientali con senso di responsabilità e realistico atlantismo. A quasi la stessa età - mese più, mese meno - Francesco Cossiga divenne Presidente della Repubblica nel 1985. Lui era stato ministro dell’Interno, al posto di Matteo Salvini, in anni in cui sei mafie e una dozzina di organizzazioni terroristiche lasciavano nelle strade dell’Italia parecchi morti ammazzati, rapimenti e rapine ogni settimana. Il lettore potrà non crederci, ma li ho sempre considerati più vecchi di quello che in realtà non fossero. Forse è perché nel frattempo tutto il Paese è invecchiato: nell’anno della mia maturità (sono un “classe 1975”) gli esaminandi furono quasi un milione. L’anno scorso sono stati meno della metà: invecchiamo perché… non ci sono più giovani veri e quelli come me invecchiando diventano più lamentosi e pessimisti. Tuttavia, a ben vedere, i nostri lettori hanno sollevato talmente tante di quelle questioni che a un certo punto ho capito come non di lamentele si tratti ma di sfide serie. Questo spiega perché la poltrona di ministro della Difesa non sia affatto ambita: personale, mezzi, progettazione, alleanze… Il settore è in forte difficoltà e necessita dell’impegno personale dei propri dirigenti per ottenere e mantenere flussi di idee, di qualifiche, di progetti e soprattutto di vile denaro.

Prima di lasciare la parola ai lettori, il mio pensiero va, con sentimenti rispettosi, alla dottoressa Trenta che ci segue come lurker e ogni tanto bacchetta alcuni lettori perché si ostinano a darci fiducia. Ministro, intanto La saluto: credo che Lei sia molto impegnata - così La vedo sul sito del Ministero - e non abbia proprio tempo, dopo aver baccagliato coi lettori, di accettare o rifiutare una proposta di pubblicare le sue posizioni a pro dei lettori. Sa, mi piace pensare che Giovanni Spadolini, che aveva appena cinque anni più di Lei quando divenne ministro della Difesa, se fosse vissuto oggi ci avrebbe scritto una e-mail benevola, spiegando il proprio pensiero da quel galantuomo che era, senza entrare in sterili polemiche e offenderci, anche per rispetto verso le centinaia di migliaia di lettori che ci seguono… Né si sarebbe mai sognato, il grandissimo Spadolini di costringere i sottoposti a prese di posizioni che senza il vincolo gerarchico mai avrebbero preso1. Dottoressa, non abbia paura del confronto, specie con i critici sinceri, che non ce l’hanno con Lei come Elisabetta Trenta. Tema gli adulatori, quelli che la ricoprono solo di lodi sui social media e quanti nascondono i problemi e dopo la povertà promettono di abolire anche le sfide alla Sicurezza.

Già, le sfide alla Sicurezza. Ma quali sfide per le Forze armate?

  1. La mentalità dello "yes man". Occorre trovare la forza di dire ciò che si pensa. Nei dovuti modi ma in ogni occasione e soprattutto negli Stati Maggiori, dove si ha il dovere di "pensare al futuro".

  2. Il problema della età media avanzata delle Forze Armate. Tra un po' chi va a fare le missioni ci andrà in veste di nonno... Occorre abbassare l'età media. Anche con soluzioni alla americana o alla francese.

  3. Gli investimenti. In chiave EU, ma che siano seri e ragionati e non il capriccio di qualcuno. Dettati da una strategia di difesa nazionale e legato agli interessi... Dello Stato.

  4. Strategia... Esiste? Chi l'ha vista?

  5. Impiego del personale. Progressione di carriera e trasferimenti alla luce del giorno, graduatorie pubbliche e possibilità di pianificare la propria vita.

  6. Semplificazione delle procedure amministrative. Anche a costo di pagare un po' di più in corruzione. Troppe leggi e legacci bloccano l'amministrazione.

L’Italia si merita davvero delle Forze armate all’altezza?

Una premessa: se vuoi iniziare a valutare lo stato di salute economico e sociale di un paese, inizia dalle Forze Armate. Non mentono mai sulla reale salute del paese. Governano? Sono ricche? Variegate? Povere e osteggiate? Parliamo pure di priorità sulle Forze Armate, ma agire su di loro, a mio parere è come voler stuccare le crepe di un palazzo terremotato e pericolante. Si deve agire alle fondamenta e sulle norme edilizie a monte di tutto. Potrei dire che serva una Marina degna di una penisola. Abbassare l’età media degli operatori con campagne d’immagine. Evitare di buttare i soldi in corazzati datati ed F35 inaffidabili e investire in ricerca su droni, elettronica e piattaforme collaudate. Ma sarebbe energia sprecata. Secondo me, le Forze Armate devono entrare nelle scuole con programmi tecnici, sportivi e culturali. Sfatare una volta per tutte lo stereotipo di guerrafondai, ed essere viste come si guardano Pompieri e Soccorso Alpino, e non come gli “sbirri” da “strade sicure” o piegati a chiudere buchi nelle strade. Le priorità sono culturali e mentali, il resto sono solo parole, tempo e soldi buttati. Devono essere appetibili anche per investimenti civili e privati nazionali, non solo di avventurieri o ammanicati, quindi supportate da piani bancari ed imprenditoriali … ma qui torniamo al punto di partenza: in un paese che non riesce a gestire appalti, fisco, istruzione, banche e sanità, cosa ci vogliamo aspettare dalle Forze Armate, se non quello d’essere funeste messaggere di un malessere che NON a loro appartiene?

È l’ora di cambiare marcia e…direzione

Quando ero piccolo, mi ricordo, mandavano in onda un telefilm si chiamava Sulle strade della California. Molti dei giovani lettori non lo avranno mai visto altri forse si, mi sempre è rimasta impressa una frase (non chiedetemi come mai) che un protagonista disgustato da come andavano i tempi diceva ad un amico: “stanno sostituendo uomini di ferro con manganelli di legno con uomini dalla testa di legno e manganelli di ferro...” Potrei dire che le priorità è la formazione, la cyberwar, i droni in sciame, ma la vera priorità della difesa è e resterà sempre una: il soldato. Sono convinto che al centro di ogni organizzazione, qualunque, ci sia la persona, e per quanto gli strumenti siano importanti se quelle persone non sentiranno l 'appoggio dei loro leader e del loro paese non potranno mai cogliere il successo. Se penso ad iniziative come quella di togliere 5 fucili, in se magari lodevole, o agli “utili idioti” che hanno esposto striscioni e scritto graffiti durante il recente raduno degli alpini a Milano ritengo che questo genere di cose siano uno schiaffo a tutti quegli uomini e donne a cui normalmente questo stato richiede grandi sacrifici, molte volte silenzioso... Se il paese non invertirà questo trend avremo ben presto non solo teste di legno ma teste di legno che proporranno la guerra dalle 8 alle 5, con pausa pranzo chiaramente, e diranno che il nemico è così per colpa nostra che non lo capiamo e comprendiamo... o ci siamo già?

Co la Franza o…co la Franza

Siamo nel 2019 (specifico per coloro che credessero di essere in un’altra epoca). Guardiamo il nostro paese con gli occhi di un alieno che studia dove nel mondo far attraccare il suo barcone spaziale carico di piccoli alieni. L'Italia che paese è? Logisticamente scomodo, forse troppo lungo territorialmente; le banche sono francesi, le aziende principali ormai tutte francesi, le telecomunicazioni sono ovviamente controllate dai Francesi, il sistema sanitario efficiente a macchie di leopardo, la politica in parte caotica, in parte in mano francese, controllate pure i vari CEO o AD delle nostre ex aziende; se trovate Italiani fatemi sapere. Controllate anche in che periodi alcuni importanti leader imprenditoriali si sono suicidati, impiccati, morti "per cancro naturale", indagati o altro; incrociate il tutto con i vari governi ed avvenimenti storici e ne vedrete delle belle. Perché mai dovremmo avere un esercito efficiente? Magari rialziamo la testa? Magari "mamma" Trenta con la storia del "dual use" sta cercando di militarizzare quello che non ci vogliono voler far fare?! Magari ci viene in mente di chiedere qualche Agenzia Europea di peso, tipo Spazio o Farmaceutica naturali destinazioni nazionali dirottate in Germania e in Olanda. Guerra chimica e spaziale andate… L'alieno allora chiama la Fatina: gli piace l'Italia ma va modificata. La fatina allora tramuta un Leghista in un Nazionalista che ci prova (finalmente davvero), convince gli Italiani che l'ITALIA esiste. Non tutti, però molti, sono ancora convinti che l'Europa… ops! Scusate, la Francia sia il futuro, Con la sua bacchetta magica la fatina fa diventare italiani tutti i CEO, gli AD e i consigli di amministrazione delle aziende, crea un sistema grazie al quale a chi si arruola nelle forze armate venga GARANTITO il passaggio AUTOMATICO alle forze dell'ordine o in strutture pubbliche, così che un giovane che dona all'Italia i migliori anni della sua vita poi non sia costretto ad accattonare un posto sottopagato da metronotte; al tempo stesso diffonde patria nel territorio, SENTIRSI AMATI DAL PROPRIO PAESE e non sfruttati. Ai tempi dei Cesari, congedato il Legionario, gli veniva garantito un pezzo di terra da coltivare e lui contribuiva al progresso: questo è Stato!!! Mettiamo in piedi il paese, serve uno Stato (cittadini, aziende, strutture, industrie) con interessi nazionali e internazionali; il governo patriottico c'è con tutti i pregi e difetti ma servono Italiani per noi e per l'Europa se ancora esiste. Agenzia di sicurezza privata legale anche in Italia che curi gli interessi internazionali?

Tre priorità su cui dovremmo discutere per ore…

A prescindere da qualsiasi colore politico, ritengo che questo Governo, o il prossimo se si dovesse ricorrere a nuove elezioni, dovrebbe focalizzare la propria attività sui seguenti temi:

1. Finanziamento delle missioni internazionali attualmente in corso. È noto, infatti, che sono in proroga dal 31 dicembre scorso, data di scadenza del precedente finanziamento. Tutto ciò comporta gravi responsabilità, soprattutto sotto il profilo della credibilità internazionale.

2. Finanziamento del missile antiaereo-antimissile CAMM ER. Sviluppato insieme agli Inglesi, questi ultimi non possono assumersi tutti gli oneri conseguenti, a maggior ragione perché trattasi di strumento attualmente imprescindibile per garantire la degna (e già ritardataria) sostituzione delle attuali batterie Spada.

3. Ingresso e relativo finanziamento nel progetto Tempest. Non possiamo aspettare oltre. L' Eurofighter è un caccia fantastico, e lo sappiamo, ma è di 4^ generazione. Se aderiamo al Tempest ora, entriamo nel progetto da co-sviluppatori e, forse tra 15 anni, ne avremo il 1* in linea, già pronto per lo scenario e l'impiego nazionale. Se aspettiamo oltre, compriamo un caccia che sarà sviluppato per gli inglesi, che hanno uno spazio aereo troppo diverso da quello italiano, e quindi il caccia "sbagliato" per noi (che dovremo compensare con ulteriori spese di adattamento e di addestramento dei piloti, vedi Tornado ADV).

Il ministro della Difesa è antimilitarista. Sì, no, forse…

I problemi ce riguardano la capacità di combattere sono da sempre ignorati da un paese che ha nel suo DNA storico il giorno 8 Settembre 1943. Quindi, meglio essere umanitari , sennò ci menano ! Anche se poi ci menano lo stesso (Kindu, Mogadiscio, Nassiriya...). L'attuale ministro della Difesa, che fa parte di un partito chiaramente antimilitarista e ne interpreta le istanze, aggraverà i problemi: sì "inclusione", no F-35, no missile CAMM, no " cinque fucili ", no... Non ci si aspetti un salto di capacità operative. P.S. : la "nave Trieste" sarà "anfibia" o "ambigua"?

Forze armate vecchie fanno brodo cattivo!

Le Forze Armate (e di polizia) sono invecchiate. La cosa più urgente è in assoluto l'arruolamento di giovani leve a Tamburo Battente, ed il congedamento dei 50enni che ormai non servono più. Paragone più calzante: nazionale di calcio giovane vince, nazionale di calcio vecchia perde. Il resto è secondario.

La Repubblica marinara

Buongiorno, questione molto interessante. Da un lato si potrebbe snocciolare una serie infinita di problemi specifici e "immediati" la cui priorità sarebbe strettamente dipendente dall'esperienza interna o esterna alle Forze Armate, ma comunque inevitabilmente parziale, di ognuno. Dall'altro si potrebbe cadere in una generica necessità di maggiori fondi a disposizione spostando la questione su come e dove reperirli, ma la cui collocazione andrebbe comunque a ricadere nella prima ipotesi. Sappiamo peraltro che la spesa non corrisponde direttamente alla resa (Regno di Saud docet) quindi, in un contesto di risorse limitate, un approccio "dal basso" risulterebbe a mio parere perdente: ognuno tirerebbe un lembo di una coperta troppo corta. Un approccio "dall'alto" richiede invece prima di tutto l'identificazione del vertice della piramide: una visione, politica sovra partitica e conseguentemente strategica, del ruolo che si vuole dare all'Italia.Andando quindi fuori tema per poterci rientrare, a mio personalissimo e un po' utopistico parere l'Italia per vocazione storica non può che aspirare ad essere una potenza egemonica sul Mediterraneo e, considerati i Paesi, i Popoli e gli interessi che gravitano nell'area del Mare Nostrum, ciò basterebbe a garantire sicurezza e benessere in Patria oltre che non poca rilevanza nello scacchiere globale. In questo particolare momento storico inoltre la situazione attorno al Mediterraneo è molto fluida, frammentata e dinamica quindi un attore forte, determinato e attrezzato potrebbe trarne grande vantaggio (come ha capito la Francia). Posto questo apice alla piramide passerei ad una considerazione più "tecnica": l'unico settore della difesa in cui l'Italia può ancora semi autonomamente affermarsi a buoni livelli è la Marina (per produzione e capacità industriale, tecnologia sviluppata e adottata, competenza ed efficienza del personale oltre che ritorno economico degli investimenti e l'indotto generato). Inoltre, è lo strumento di interdizione e proiezione di forza più probabile (escludendo di dover arrestare divisioni di carri russi nelle pianure veneto/friulane) e versatile, includendo l'impiego della relativa componente di fanteria, aviazione e dotazione missilistica. Se quindi dovessi tirare la coperta da un lembo punterei su un progetto di ammodernamento, sviluppo e integrazione della Marina Militare come fulcro del sistema difesa, con un occhio di riguardo alle navi da assalto anfibio multifunzione che offrano tra l'altro possibilità di impiego di caccia multiruolo F-35 (qualche vantaggio innegabilmente lo portano: Tornado a bombardare in Siria non ne manderei se non per ridurre i costi di dismissione).

Cacciate i soldi!

1 Trattamento economico, ossia stipendi più adeguati e remunerazione delle attività addestrative fuori sede
2 Mezzi e materiali. Pochi mezzi a disposizione e per giunta inefficienti e obsoleti e materiali quali armamenti soprattutto individuali, non sufficienti, materiali, quali divise e per addestramento 

È urgente informare i milioni di non addetti ai lavori…

Di problemi urgenti e concreti le nostre FF.AA. ne hanno una infinità e non credo che siano ignorati dagli addetti ai lavori, la massa poi è ignorate in materia a prescindere e delle FF.AA gli interessa ben poco, potremo avere anche le più potenti e migliori forze del mondo, ma dal momento che non abbiamo nessuna classe politica in grado di tutelare gli interessi Italiani a l’estero (neanche davanti casa) e tanto meno di fare politica internazionale, per mandare 4 aerei a fare foto, qualche unità navale a fare antipirateria o a raccattare negretti in mare qualche soldatino davanti al duomo oppure a spegnere incendi e ricoprire le buche sulla strada, bè per tutto questo non abbiamo bisogno di tante cose.

Basta con le campagne tipo pubblicità progresso (al ministro Trenta fischiano le orecchie?)

Premetto che io non sono un membro delle forze armate, e che il mio punto di vista e circostanziale, e ritengo che questo argomento dovrebbe essere chiesto a chi lavora in divisa per ovvi motivi.

Il problema delle forze armate lo riassumo in tre pillole:

  1. L’economico: Facendo una metafora il budget della difesa e come quello delle offerte in chiesa, se ci capita qualche monetina in più nel portafoglio la sfruttiamo, soprattutto se ci guarda il parroco NATO. Ma nel nostro caso sotto le forti voci di: “Assistenza”, “Lavoro”, “Pensioni” ecc… raramente ci capita di avere qualche monetina in più.

  2. Il ruolo: Il soldato dovrebbe essere colui che si addestra alla difesa della nazione, ma da un paio di anni a quanto pare il concetto e cambiato, ed è diventato un tutto fare dove va a colmare i buchi dove c’è bisogno come nelle forze dell’ordine e nella mano d’opera immediata. Tutto questo è utile per la cittadinanza ma va a limitare il vero percorso del soldato.

  3. Gli stereotipi: “Chi fa il soldato ama la guerra” a grandi line e quello che pensa un cittadino che non a contatto con le forze armate. Sembra che in torno ad esso ci sia una muraglia di paure di fraintendimenti e miti forse dovuti a una cultura che vuole rifiutarsi di riconoscersi in una struttura gerarchica e limitante. Portando così all’allontanamento della popolazione e soprattutto dei Giovani. Care forze armate l’andare alle fiere e le Pubblicità progresso non funzionano, se non c’è una base di sano patriottismo già nelle scuole e soprattutto dai genitori.

Cultura, tagli e collaborazioni: come siamo indietro…

1) Esigere un'inversione culturale che definisca in modo univoco la natura e gli scopi delle FFAA. I militari non sono crocerossine o traghettatori di africani, nè devono mostrare attitudini "buoniste" per essere accettati da quello "Stato comunità" che sono chiamati - per Legge - a difendere;

2) Cessare la consuetudine secondo la quale la Difesa è la prima a subire tagli finanziari o a trasformarsi in bancomat nella disponibilità di altri Ministeri o esigenze;

3) Inaugurare una stagione di joint venture industriali con quei Paesi (vedi Israele) che, pur privi di importanti assets economici e finanziari, riescono comunque a progettare e immettere in servizio operativo sistemi d'arma allo stato dell'arte e/o già battle-proven (vedi Merkava) in scenari potenzialmente richiedenti la presenza italiana.

Un lettore col dono della sintesi. E pure intelligente!

1. Adesione immediata al programma Tempest, per tutelare il nostro know-how in ambito aerospaziale. 
2. Riordino e aggiornamento del parco corazzato che versa in condizioni al limite dell'operatività. 
3. Servirebbe un rinforzo della linea sub per la MM.

Un altro lettore sintetico e arguto!

Buongiorno, le priorità che ritengo necessarie per le forze armate (le principali ovviamente) sono la certezza degli investimenti, l'esercizio e l'abbassamento dell'età media. In particolare, credo che l'esercito in questo momento sia maggiormente in sofferenza. Senza dimenticare f35, camm. er ecc.

Questo dovete leggerlo!

Prima di tutto, per me sarebbe necessario razionalizzare i reparti: creare le cosiddette "caserme di brigata", che permetterebbe un grande risparmio di personale, eliminando o riducendo le ccsl. Inoltre attorno a queste installazioni si potrebbero creare i villaggi militari: ciò migliorerebbe le condizioni economiche dei militari senza alzarne gli stipendi: aree tax-free, alloggi demaniali e posti di lavoro per i congiunti del personale. Poi sarebbe necessario riformare gi arruolamenti e la carriera: il personale neo-arruolato dovrebbe avere contratti più lunghi, la ferma massima non dovrebbe superare i 20 anni per la truppa, con reimpiego nella pubblica amministrazione e scatti di grado non più legati all'anzianità. Infine, servirebbe un DARPA, se non italiano, almeno europeo.

Militari o servi della gleba?

1 mancati pagamenti di svariate ore di straordinario, e conseguenti difficoltà di consumare il recupero compensativo entro i limiti temporali, difficoltà spesso create non solo da impegni lavorativi ma dagli stessi comandanti che ci impiegano (un cane che si morde la coda)! 

2 stress elevato da parte di molti colleghi (e tanti davvero difficili da individuare) a causa di continui impegni operativi e non(ricordo che chi impiega sta presso il reparto in comando per 1 max 2 anni, sottufficiali e graduati per decenni!) 

3 in molte attività si è più volte denotato la pochezza della macchina logistica per garantire il miglior benessere possibile al personale impiegato.... 

Pensiero e azione

Il mio pensiero:

  1. Lo stato deve fare investimenti su tutto quello che è sistemi d'arma

  2. naja e qualsiasi forma di ferma prefissata inutili e illusione per chi vuole farne parte

  3. spreco spendere la maggior parte del budget in stipendi e mantenimento delle strutture (caserme ).

La mia soluzione per dare una innovazione:

  1. scuole militari professionali così si creano giovani con un po' di spina dorsale se c'è posto come professionista bene se no civile con un normalissimo lavoro già dai 16 anni stage ai reparti

  2. avere una piccola forza effettiva di proiezione di cielo e di mare il restate creare come in altri paesi riservisti e guardia nazionale 

In conclusione: servono un serio ringiovanimento, un robusto ammodernamento e tanta meritocrazia

Priorità assoluta: Ricambio generazionale, riordino serio carriere e ufficiali, quindi quadro dirigenziale, che siano più aderenti alla realtà sia come preparazione professionale che sul piano umano…in pratica per capirsi meno lacchè. Ammodernamento di tutti i mezzi, armamenti, materiali. Più Disciplina in tutti i livelli e spirito di corpo. 

1 Lo dicono i media cattolici e chi scrive stenta a crederlo: http://www.lanuovabq.it/it/trenta-un-ministro-inadeguato-per-la-difesa