Buona domenica a tutti! Poco più di una settimana fa avevamo chiesto ai lettori di scrivere, se avessero voluto condividere e argomentare la loro posizione, un’analisi della situazione geopolitica della Federazione russa, in particolare con riferimento alle sfide che attendono il grande Paese euroasiatico nei prossimi dieci anni, presumibilmente gli ultimi dell’era putiniana. L’obiettivo non era esaltare la figura gigantesca dello statista russo o evidenziarne i molti limiti in materia di rispetto dello stato di diritto e del diritto internazionale, piuttosto di collocare la Russia nelle evoluzioni dello scenario internazionale. Qui di seguito, pubblichiamo le risposte più interessanti, tutte non Putin-centriche.
Prima di addentrarci nella lettura, vi comunico il soggetto della rubrica della prossima settimana: dopo il ruolo dell’Italia come potenza regionale, l’Italexit e il futuro geopolitico della Russia, al lettore è data la possibilità di essere creativo e di scrivere - seguendo le solite regole1 - sia un’analisi dello stato e degli scenari futuri dell’Unione europea sia il suo pensiero circa i cambiamenti che ritiene auspicabili nel processo di integrazione europeo. Ricordo la e-mail a cui inviare il “pezzo”: geopolitica@difesaonline.it.
Lo scrivente si riserva alcune considerazioni personali sul tema di oggi - la Russia - in coda a questo articolo.
Il lettore Sergio Pession è una vecchia conoscenza di questa rubrica, capisce il manicheismo spesso indotto dall’analisi politica e ha il coraggio di soffermarsi per un momento a considerare le sofferenze patite dal popolo russo. Non è il caso del lettore, ma spesso si tende - parlando di Russi e di Americani - a prendere posizione in modo netto, quasi sostenendo l’”immacolata concezione” degli uno o degli altri. Dei disastri fatti, anche in anni recenti, dalla leadership statunitense sono piene financo le cronache: ora, pero, mi si permetta una considerazione che mi costerà non poche critiche… Tutti hanno dato addosso alla Turchia per il suo rifiuto di riconoscere il “Grande Crimine”, cioè l’olocausto degli Armeni compiuto dal governo dei Giovani Turchi nel 1915-16, e all’Italia, purtroppo, per le Leggi razziali, mentre troppo spesso tanti hanno scientemente ignorato autentiche vergogne della storia russa come i Pogrom costati la vita o l’espulsione a milioni di Ebrei, l’Holodomor (1929-33) che ha sterminato per inedia 3-5 milioni di Ucraini, l’ignominia incancellabile di Katyn e, da non dimenticare, il falso storico dei Protocolli dei Savi di Sion, autentica giustificazione dell’antisemitismo nazista e fascista. Insomma, la Russia ha sofferto tanto, ma un po’ come tutti le Nazioni, ha i suoi scheletri nell’armadio… Il lettore mi perdonerà l’inciso, ma certe cose vanno dette.
La Russia, da sempre, appare essere una corazzata in uno stagno. Sin dall’Impero2, ha influenzato il mondo ad di sotto delle reali potenzialità. Osannata o demonizzata, ma mai stata questa grandezza sconvolgente (o Antico Male), se non quando si necessitava di uno spauracchio o pretesto per muovere armate o giustificare politiche espansioniste. Storici antagonismi (Chiesa Ortodossa/ Chiesa Cattolica, Comunismo/Capitalismo e Comunismo/Religione), le hanno fatto vestire scomodi e necessari panni di Avversario, come alcuni attori sempre nel ruolo del Cattivo. Il popolo russo, più invaso che invasore, nonostante letterature gialle, ha soprattutto conosciuto innumerevoli sfumature di sofferenze, culminate con Rivoluzioni, “Comunismo” e Perestrojka. Ma ora … colpo di scena! Il “Paladino Buono del Mondo Libero”, gli Usa, a seguito di discusse azioni internazionali ed un cinema controcorrente, diventa più ambiguo … meno buono. Il Cattivo di sempre, in apparenza meno nero che nei dipinti, volta pagina, presentandosi come alternativa energetica e commerciale, potenza pacificatrice, produttrice di software ed armi di qualità. La Russia, agevolata dalla moderna informazione, recupera terreno, ambendo al seggio di Buono nel Mondo. Partendo dalla vicina Europa, in crisi e debito di spazio ed energia, la Russia diviene tentatrice capace di accendere diaboliche e contrastanti passioni, rispetto ai lontani Usa. E dove la Chiesa Cattolica perde identità e vigore, la stabile Ortodossa (sopravvissuta a Stalin), emerge come nuovo riferimento. La Russia di oggi sa di cosa necessitano gli altri attori, e mira a fornirlo: partnership con Cina; energia, spazio per imprese, nonché belle donne, all’Europa; alternative militari a paesi Nato (e non); centrali nucleari e addestramento a paesi africani al bivio; isole e ponti ad ex-nemici (Giappone); se a tutto questo, si oppongono dazi e crisi finanziare “Made in Usa”, non ci resta che metterci comodi e vedere come procederà il film: la caduta del Buono ed il pentimento del Cattivo?
Allo scrivente piace l’analisi del lettore Marco Trombino in quanto è capace di cogliere la debolezza delle accuse nel caso della ex spia sovietica/russa in Gran Bretagna. Difesa Online ne ha già parlato con articoli ancora oggi interessanti3. Direi che la posizione del lettore somiglia molto a quella dei vicepremier dell’attuale governo4, considerando i leader russi come costretti a una posizione difensiva.
La Federazione Russa dal 2003 è letteralmente sottoposta ad un assedio militare da parte dei paesi NATO, i quali dapprima hanno organizzato e finanziato rivoluzioni antirusse in molti paesi ex-sovietici (Georgia 2003, Kirghizistan 2005, Bielorussia 2006, Ucraina 2014) costringendo la Russia a reagire in Crimea e gridando infine all'invasore. La NATO ha inventato inesistenti minacce d'invasione russa ai danni di Paesi Baltici, Svezia, Norvegia e di conseguenza ha dispiegato una forza militare ai confini con la Russia, minacciandola da vicino; ha promosso sanzioni economiche sempre più gravi con scuse sempre più risibili fino alla pagliacciata del caso Skripal. Sennonché questa politica non ha affatto spinto i cittadini russi contro la propria classe dirigente, ma anzi ha cementato di più il loro sentimento patriottico e il nazionalismo. Questo assedio può terminare solo in due maniere: o con la ritirata della NATO o con una guerra termonucleare. L'idea della resa non passa nemmeno per l'anticamera del cervello dei Russi.
Luca ha uno stile personale e, a parere dello scrivente, molto gradevole nell’esporre la sua analisi. Mi si permettano due osservazioni: le famose/famigerate sanzioni euro-americane contro la Russia fanno una ben misera figura rispetto ai dazi, davvero potenti, alzati da Washington contro la Cina. Qualcuno pensa davvero che l’Occidente, sanzionando la Russia, volesse far qualcosa di più che mandare un messaggio simbolico? La seconda osservazione: il calo demografico russo è paragonabile a quello dei maggiori Paesi dell’Europa occidentale, a parte Francia e Svezia. Perché ci scandalizziamo per le culle vuote a Mosca e non ci preoccupiamo per quelle di Genova o di Milano?
Federazione Russa la "Cosa" capitolo 1
La Federazione Russa "La Cosa" fa parte dei "fantastici 4"; gli altri tre sono la Cina: "l'uomo di gomma"; Israele: "la donna invisibile" e l'India: "la torcia umana". Dei 4 pretendenti al trono mondiale, la Russia attualmente è quella che soffre più direttamente la Cina "uomo di gomma" che con i suoi super poteri si sta espandendo sempre di più, nella parte orientale della Federazione Russa, inserendo sempre di più una popolazione cinese che i Russi difficilmente riescono a controllare. E se la regione dell'Amur diventasse la nuova Spratly Islands? Il calo demografico si fa sentire anche in Russia e visto che l'africa è lontana, è naturale che alcune regioni subiscano sempre più la crescita demografica cinese: l'uomo gomma si espande. La donna invisibile, Israele che c'è e non c'è, è ovunque ma non è presente. Per fare un esempio: in Ucraina i cittadini Israeliani possono entrare senza passaporto e viceversa. Quell'Ucraina che tanto velocemente è uscita poiché un presidente filorusso "rubava" adesso che un altro presidente filoccidentale sembra che non sia estraneo a certe operazioni non del tutto legali e dopo che l'occidente gli ha messo in sicurezza l'arsenale nucleare, cosa fa torna da madre Russia? A mio dire sarebbe logico: lingua e scrittura comune, religione anche, che senso ha Israele, ops, scusate l'Occidente? L'India, "la torcia umana", paese enorme in tutto, popolazione, vastità, territoriale, amico? Di sicuro cliente, con il suo super potere incontrollabile, si può incendiare in un attimo, almeno fino a quando non arriverà un altro Gandhi che deciderà di creare un'indipendenza tecnologica, visto che gli scienziati e i cervelli ci sono...
La Russia, la Cosa, come il supereroe dura come la roccia, possente, cultura millenaria, risorse energetiche immense, tecnologia sorprendente e in crescita, non fa figli, e zar Putin non vive in eterno, ci sarà un ricambio politico forte che tenga insieme la "Cosa" dura come una roccia? O il paese multietnico si sgretolerà al vento?
Riflessione finale: siamo sicuri che la Russia sia proprio l'antagonista dell'occidente? Con la scusa della minaccia occidentale si riarma, ma siamo sicuri che sia proprio per difendersi dal "Christian club"? O il vero pericolo per la grande Balena va in vacanza alle Spratly islands?
Tra tutte, l’analisi del lettore Marco ci pare la più articolata. Considera, intanto, la Russia a partire dalla Comunità degli Stati Indipendenti, vale a dire la Russia e quegli stati ex URSS che sono rimasti nell’orbita di Mosca5 e valuta il futuro dell’ex grande potenza sotto vari punti di vista.
Situazione geopolitica della CSI, in riferimento alle sfide dei prossimi decenni.
Politica: ad oggi non sono visibili "nuovi Putin", tuttavia Putin potrebbe produrre un delfino, per evitare alla CSI un vuoto di potere che causerebbe caos e secessioni dalla CSI.
Economia: Il mondo in sovrappopolazione sarà sempre più competitivo, con scarsità di cibo, materie prime, energia, acqua potabile, guerre valutarie e finanziarie. La Russia sopravvive dall'esportazione di materie prime, carburanti fossili, vendita di sistemi d'arma. Le prime voci acquisiranno valore con crescenti "licenze e joint venture" in Siberia per lo sfruttamento delle risorse naturali. La vendita d'armamenti produce BROKEN ARROW favorendo Cina, Iran, India, Pakistan, tali paesi con la propria industria sono capaci di modificare, migliorare i sistemi russi e progettarne di nuovi ed innovativi.
Sociale: Calo demografico in Russia, crescita demografica di Bangladesh, India, Iran; costanza di Cina; in Asia sono attese 5.2MLD di persone nel 2050. In Russia, ci sarà crescita delle spese sanitarie e previdenziali in sfavore di spese militari; le aree Siberiane saranno attratte da Cina e suoi proxies. Dalla galassia dei paesi della CSI con suffisso "STAN", potrebbero scaturire frammentazioni o secessioni dalla CSI con polarizzazioni su Iran, India, Pakistan.
Tecnologia: Un declino quantitativo e qualitativo dei sistemi d'arma russi è atteso nei prossimi decenni, se non vi sarà una ottimizzazione dei sistemi, l'obsolescenza, l'eterogeneità degli apparati russi causeranno la disabilitazione di una larga fetta dell'arsenale convenzionale russo, una contrazione di quello nucleare strategico, una costanza di quello nucleare tattico.
Ambiente: Accelerazione del processo di desertificazione in Asia, traslazione a Nord del clima temperato, crescita del livello del mare+Uragani, cambiamenti nella direzione e stagionalità monsonica. Shock idrici e cali delle rese agricole n Asia; il deserto s'espanderà nella Steppa, la Taiga diventerà Steppa, la Tundra diventerà Taiga. Il livello del mar Polare salirà causando ampi allagamenti stagionali nelle coste basse siberiane causando massive emissioni di gas serra (incontrollabili per l'umanità).
Legale: È impossibile il ritorno dell'URSS con il Comitato Centrale, le istanze sociali causate dall'invecchiamento della popolazione potrebbero consolidare la democrazia autoritaria, quanto pluralizzare la democrazia russa.
La risultante PESTEL di lungo periodo sulla Russia, IMHO può produrre solo due esiti:
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Se i russi rinunceranno alle nostalgie di superpotenza e se comprenderanno i bisogni (indotti dal Climate Change) degli altri players in Asia, è possibile che i Russi vendano a pezzi la Siberia a Cina, India, Iran, Pakistan-Bangladesh, sminando la WWIII in Siberia.
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In alternativa, sarà guerra in Siberia: esistono 3 tipi di possibili WWIII
WWIII (prima restrizione) Europa=Defender + USA=NeutraliCina vs India (WWIII a prima restrizione con attori ad interazione minima)
(Cina+Iran) vs (Russia)+India
(Cina+Iran) vs (Russia+Europa+India)
(Cina+Iran+Chartago) vs (Russia+Europa)
(Cina+Iran+Chartago) vs (Russia+Europa+India)
WWIII (seconda restrizione) Europa=Neutrali + USA=Defender
Cina vs (Russia+USA+India)
(Cina+Iran) vs (Russia+USA+India)
(Cina+Chartago) vs (Russia+USA+India)
WWIII (terza restrizione) NATO=Defender
Cina vs (Russia+NATO+India)
(Cina+Chartago) vs (Russia+India+NATO)
(Cina+Iran+Chartago) vs (Russia+NATO+India)
Ora, in conclusione, lo scrivente si riserva di dire la sua. Mi si perdoni la boutade, ma la Russia mi è sempre sembrata come il rottweiler attorno al quale scodinzola un barboncino. Il proprietario del primo cane giura che il suo animale da compagnia è una “buona bestiola” e che “non farebbe male a una mosca”, ma il secondo cane sa che un solo morso di quelle poderose fauci lo potrebbe tranciare in due. Ecco, nei panni del barboncino sono 13 dei 14 Paesi con cui confina la Federazione russa (il quattordicesimo è la Cina e come dimensione geopolitica è pure lei un… cane possente), costretti a fare ogni volta i conti col gigante russo, che sarà pure “sotto assedio” per le mosse della NATO (la quale, va detto, non ha dispiegato testate nucleari ai confini russi, come Mosca invece ha fatta Kaliningrad…), ma dalla caduta dell’Unione sovietica a oggi ha occupato militarmente territori di ben tre Paesi (Moldavia, Ucraina e Georgia), per non parlare delle isole Kurili reclamate dal Giappone e delle operazioni in corso nell’Ucraina orientale. Non è dato di dubitare che lo abbia fatto con le più solide giustificazioni: tuttavia, il morso del rottweiler fa male anche se questi, nello stritolarti, aveva le migliori intenzioni… Per quanto colossale e spesso portato a risolvere con maniere spicce i conflitti, il gigante euroasiatico appare oggi niente più che un emirato petrolifero fuori contesto: dotato com’è di un arsenale nucleare formidabile, ha la garanzia de facto dello status di potenza internazionale, ma dipendente unicamente dalla vendita di commodity. Senza le sue nukes, la Russia sembrerebbe una copia pantografica dell’Ucraina, col gas al posto del carbone. Altro limite: a parte la Siria, l’Iran e l’Egitto, Mosca ha perso tutti gli “amici importanti” a livello globale, trovandosi spesso costretta a un abbraccio potenzialmente mortale con la Cina, principale partner politico, compratore e fornitore di Mosca. I problemi che la Russia dovrà risolvere a livello interno nei prossimi anni sono ben rappresentati da quelli affrontati dal gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi col suo investimento in Lada: quello che a Mosca sembra funzionare come a Londra, Milano o Parigi, nel resto del Paese si muove con ritmi a dir poco bolsi e brilla solo per l’inefficienza. Ecco, se la Russia non saprà attuare profonde riforme interne, mai nemmeno tentate dalla leadership putiniana, appagata dal prezzo alto degli idrocarburi e delle altre commodity, l’inevitabile crisi del dopo-Putin o della senescenza di Putin potrebbe riaprire antiche ferite e costringere il Paese a affrontare una nuova crisi intestina, prima ancora che improbabili conflitti globali. A chi chiede quale futuro avrà la Russia, la risposta - per chi scrive - è: quello che determineranno gli equilibri etnici di un Paese che tra dieci anni potrebbe avere un terzo della popolazione che nemmeno si esprime in lingue russa.
1 Il lettore potrà scriverci una ricerca o un’analisi, in buon italiano, con un linguaggio serio e in forma ben strutturata, della lunghezza minima di 100 parole e massima di 250. Testi che usano una terminologia volgare, contengono offese o incitano alla violazione della Legge saranno ignorati. I testi selezionati, accompagnati da un commento dello scrivente o di altro componente della redazione di Geopolitica di Difesa Online, saranno pubblicati sul sito nei successivi 7-10 giorni, indicando il nome dell’autore delle singole analisi o un alter ego di sua scelta.
2 Curioso, il lettore non ha indicato a quale impero si riferisse: penso a quello zarista, ma ricordo che per i Russi nati prima del 1980 l’“Impero” era anche l’URSS.
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4 Ricordiamo che il così detto contratto di governo nella sua prima stesura recitava: “A tal proposito è opportuno il ritiro immediato delle sanzioni imposte alla Russia, da riabilitarsi come interlocutore strategico al fine della risoluzione delle crisi regionali”.
5 Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Tagikistan e Uzbekistan.
(foto: Cremlino)