In preda ad una crescente irritazione ho sperato che si trattasse di bufale ma col passare delle ore mi son dovuto ricredere: non lo erano.
Prima notizia: il Presidente del Consiglio “ha ringraziato il ministro Trenta per aver rinunciato all’acquisto di cinque fucili e destinato la somma risparmiata ad una borsa di studio per la pace” (v.video) patrocinata da una non meglio identificata World House. All'obiezione “cosa faranno quei cinque soldati senza un fucile?” il primo ministro ha commentato sarcastico: “Andranno nelle retrovie a parlare di pace”.
I presenti hanno riso. A me si è stretto lo stomaco e Il mio pensiero ancor prima che al soldato italiano è andato ad alcune figure politiche del passato: De Nicola, Andreotti, Berlinguer, Almirante, Craxi, Cossiga… e ho immaginato il loro sussulto nel sentire questo inqualificabile commento, offensivo nei confronti di tutti i soldati e irriverente verso quelli caduti imbracciando un fucile.
È innegabile che nella classe politica che governa l'Italia non manchino le figure valide, abbondino i mediocri e si contino non poche nullità, ma è comunque difficile accettare simili prese di posizione da parte di membri del governo. Che ai “risparmi” già previsti a scapito dello striminzito bilancio della difesa (un bilancio, non si dimentichi, che equivale sia in termini assoluti che percentuali a meno del 50% del bilancio francese, inglese ecc) si sommi la superficiale e miserevole dimensione di questa iniziativa è appunto inaccettabile. Tirando le somme si può ipotizzare che il ministro Trenta voglia andare anche idealmente oltre i 500 milioni di euro da lei già “dirottati” verso altri ministeri e anche oltre il miliardo che si intende prelevare annualmente dal bilancio della difesa per istituire e gestire un servizio idrico nazionale. È notizia dell’ultima ora che si debba rinunciare anche alla difesa aerea dei nostri cieli perché non ci sono i soldi né per sostituire il nostro vetusto sistema missilistico di difesa né per onorare gli impegni sottoscritti con gli alleati per l’acquisto degli F35. Sia detto per inciso: si continua persino a rinviare di mese in mese il pagamento delle indennità spettanti ai soldati impiegati in “Strade Sicure” e missioni dual-use similari.
La seconda notizia “da non credere” riguarda la decisione ministeriale di dedicare la parata del prossimo 2 giugno al tema “inclusione”. Cosa c’entri l’inclusione con la parata del 2 giugno Dio solo lo sa, ma dopo lo slogan “Forze armate di pace” adottato nello scorso anno non c’è da meravigliarsi più di nulla, e il minimo che ci si possa attendere è che l’anno prossimo il 2 giugno sia dedicato al rilancio delle vocazioni dei carmelitani scalzi o, in alternativa, al tema “corrente gratis per tutti, inclusi i morosi che ne usufruiscono per organizzare droga-party”. Spero di essere capito se come italiano che ha scelto di vestire una divisa chieda alla nostra classe politica di non ostinarsi ad offendere, mortificare e affossare le Forze Armate. Mi farebbe felice che il Comandante Supremo delle Forze Armate non restasse insensibile al grido di dolore del soldato italiano e uscisse da un assordante silenzio per levare le sua autorevole voce in un'opera di azione morale verso una classe politica che si dimostra palesemente digiuna in materia. Presidente, con queste “cose da non credere” si è toccato il fondo ... e purtroppo non si tratta di bufale.
Generale Nicolò Manca (già primo comandante sardo della Brigata “Sassari”)
P.S. Memore della mia tendenza ad esercitare, quando necessario, la virtù della disobbedienza, virtù di cui ho dato prova quando ero in servizio, confesso di aver pensato subito che se fossi stato al comando della “Sassari” avrei tramato e dato ordine di far sfilare un blocco di compagnia con cinque uomini privi di armamento e di interrompere l'inno Dimonios, inno nato sotto il mio periodo di comando, in corrispondenza della tribuna d'onore delle autorità. Sarebbe stato un onore essere sanzionato per questo atto di disobbedienza... e penso che non mi sarei neanche rivolto ai sindacati, quelli voluti dal ministro Trenta, per una difesa d'ufficio...
Foto: presidenza del consiglio dei ministri