Traffico di migranti: un problema militare

(di Tiziano Ciocchetti)
27/08/20

L’Ordinanza emessa in questi giorni dalla Regione Sicilia, in merito allo sgombero degli hotspot dell’isola, rilancia per l’ennesima volta, tra l’opinione pubblica, il problema del traffico dei migranti.

La questione della migrazione clandestina viene vista come un non problema da parte di determinati gruppi politici, quindi la risposta militare non sarebbe assolutamente applicabile; mentre altri schieramenti la vedono come uno dei problemi principali del Paese ma, a parte ipotetiche chiusure di porti e blocchi navali la cui modalità non viene mai precisata, non si ha un’idea di come affrontare l’emergenza in modo appropriato.

Come già espresso in altri articoli, secondo il punto di vista di Difesa Online, la questione del traffico dei migranti dovrebbe essere affrontata in termini militari.

Questo non significa che sarebbe sufficiente schierare la Marina Militare ai limiti delle acque nazionali e respingere gli eventuali barchini, carichi di migranti, provenienti dalla Tripolitania e diretti verso le nostre coste. Un eventuale intervento militare dovrebbe essere ben più articolato e complesso, includendo una strategia di interdizione navale, utilizzando pattugliatori aerei e droni nonché sottomarini.

Una parte fondamentale di una simile operazione sarebbe costituita dall’intervento a terra, in territorio libico (e quindi scontrarsi con i turchi), delle forze speciali, allo scopo di eliminare le bande che si occupano del traffico dei migranti. Questo tipo di intervento terrestre faceva parte della fase 4 dell’Operazione EUNAVFOR (anche denominata Operazione SOPHIA), abortita quest’anno per poi essere sostituita con l’Operazione IRINI.

Tuttavia questa parte dell’operazione riguarderebbe il solo fronte settentrionale, sarebbe necessario occuparsi anche della zona meridionale della Libia, ovvero della regione del Fezzan che confina con il Niger, formando una sorta di collo di bottiglia.

Ormai da anni, attraverso quel passaggio, le colonne dei trafficanti trasportano i migranti dalle regioni sub-sahariane fino alla costa. Un contingente italiano è già presente in Niger ma adibito a compiti logistici e di addestramento delle forze locali. Invece servirebbe un dispositivo con reparti aeromobili in grado di intervenire rapidamente per colpire le colonne dei trafficanti.

Ovviamente una simile operazione, per poter essere avviata, dovrebbe ricevere il sostegno della maggioranza delle forze politiche e dell’opinione pubblica, nonché avvalersi della collaborazione dell’Unione Europea. Nella situazione politica attuale, tale sostegno, non è purtroppo assolutamente ipotizzabile.

Foto: U.S. Air Force