Dopo poco più di due anni al timone del Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi) il generale di corpo d’armata Luciano Portolano si appresta a passare all’incarico di segretario generale della Difesa e direttore nazionale per gli Armamenti.
Nel periodo del gen. Portolano, il Covi ha svolto un ruolo cardine per la Difesa nel complesso e imprevedibile scenario di sicurezza internazionale, superando il concetto interforze e abbracciando quello del multi-dominio, dove i domini sono cinque: terra, mare, cielo, cyber e spazio.
Nel salutare lo staff del Covi, il Generale ha espresso una profonda gratitudine per la professionalità e l’impegno messo in campo da soldati, marinai, avieri, carabinieri e personale civile. I contributi offerti da tutti voi nell’esercizio della pianificazione, coordinamento e condotta delle operazioni fuori area e quelli per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID 19, hanno dimostrato l'efficacia prontezza nel rispondere alle esigenze emerse, mostrando, con ogni evidenza, il valore aggiunto che questo comando può esprimere in situazioni caratterizzate da imprevedibilità ed impatto globale.
In merito alle operazioni, il generale ha ricordato solo l’ultima in ordine di tempo: l’evacuazione umanitaria Aquila Omnia, che in 15 giorni e con oltre 90 voli ha permesso il trasporto di personale militare e civile - sia italiano che straniero - dall'Afghanistan all’Italia.
Aquila Omnia ha rappresentato uno sforzo operativo e logistico mai sperimentato prima dalla Difesa italiana. Avviata dallo stato maggiore della Difesa, su richiesta del ministro della Difesa, e pianificata e diretta dal Covi, Aquila Omnia ha permesso l’evacuazione in sicurezza di oltre 5mila persone, di cui circa 4.900 cittadini afghani, tra i quali circa 1.300 donne e 1.450 bambini. Ha concluso Portolano.
Ad oggi, l’impegno nazionale della Difesa è di oltre 41 tra missioni e operazioni, delle quali 38 fuori dal territorio italiano e 3 in Patria, per un totale di oltre 12.200 uomini e donne in uniforme.
Il Covi nasce come effetto della legge n. 25 del 18 febbraio 1997 di ristrutturazione dei vertici delle forze armate che pone il capo di stato maggiore della Difesa in posizione sovraordinata rispetto ai capi di stato maggiore delle forze armate, alle dirette dipendenze del ministro della Difesa, quale responsabile dell’organizzazione militare ed in particolare della pianificazione, della predisposizione e dell’impiego delle forze armate nel loro complesso.