Attualmente il contingente italiano in seno a KFOR, dispiegato a RS-WEST è composto per la stragrande maggioranza dagli uomini del 185° reggimento artiglieria paracadutisti (da non confondere con il 185° RRAO).
L’artiglieria da sempre permette ai reparti schierati in linea di muovere sul campo con supporto di fuoco di grandi calibri. Come per tante specialità anche le aviotruppe hanno da subito sentito il bisogno di avere una propria unità di artiglieria a supporto tattico. Il primo reparto della specialità fu il I gruppo di artiglieria paracadutisti da 47/32, che venne costituito ufficialmente il 28 agosto 1941, in quel di Tarquinia. Dopo varie riconfigurazioni ed ampliamenti il gruppo divenne reggimento e con lo schieramento in Africa della divisione il 27 luglio 1942, verrà ribattezzato con il nome di 185° reggimento artiglieria “Folgore”. I pezzi furono disseminati nei centri di fuoco delle compagnie paracadutisti lungo tutta la linea del fronte, dove affrontarono lo scontro di El Alamein, nell’impari lotta contro le soverchianti forze dell’8° armata britannica. Il 185° seguì le infauste sorti della divisione e scomparì dai ruolini del Regio Esercito l’8 novembre 1942.
L’artiglieria aviolanciata riapparirà nell’Esercito Italiano solo alla fine degli anni 50. Dopo un lungo periodo di evoluzione e di impiego all’estero si arriverà, nell'aprile del 2000, alla nuova denominazione di reggimento acquisizione obiettivi, questo dovuto al fatto che in seno all’unità vi fossero batterie specializzate nell’acquisizione. La commistione tra acquisitori e artiglieri durerà fino al 2013, quando a Bracciano venne costituito ex novo, come unità di artiglieria, il 185° reggimento artiglieria paracadutisti.
Attualmente l’organico è schierato nel teatro kosovaro in seno a RC-WEST, e fornisce la componente cinetica (ovvero la parte operativa/combat classica), e coopera alla componente non cinetica delle unità di LMT.
La componete logistica di villaggio Italia è assicurata dal reggimento logistico Folgore. L’unità ha la capacità di movimentare materiale per 100 m3/mese, supportare nel vitto e alloggio personale per 1000/giorno e amministrare 130 veicoli che percorrono 25000 km/mese.
Questa macchina così complessa è comandata dal colonnello Andrea Bertazzo. L’ufficiale vanta al suo attivo un bagaglio di competenze militari di tutto rispetto, acquisite sia in patria che all’estero.
Il curriculum del colonnello Bertazzo annovera aver comandato ai vari livelli molte sezioni e unità di artiglieria, la prima esperienza estera l’ha fatta proprio in Kosovo nel 2000, poi 2003 Afghanistan. Segue un periodo come comandante di compagnia alla prestigiosa Scuola Militare Nunziatella di Napoli, per poi essere di nuovo impiegato nel teatro afgano nel 2007, poi Libano 2012, e comandante di gruppo tattico per l’operazione Strade Sicure sulla piazza di Napoli. Il 30 ottobre 2020 viene promosso al grado di colonnello e assume il comando del 185°.
È doveroso da parte mia esprimere la mia gratitudine al colonnello, in quanto mi ha permesso, durante il mio periodo embedded, di poter conoscere la realtà kosovara nelle sue mille sfaccettature. Un ulteriore ringraziamento va al ten. col. Lo Monaco che in qualità di PAO (Public Affairs Officer, ndr) mi ha supportato e sopportato nelle mie numerose richieste e al personale che mi ha scortato e portato in giro lungo le insidiose strade della regione.
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