Nel 2011, la morte di Muammar Gheddafi fu percepita da alcuni analisti israeliani come il segno di un ipotetico riavvicinamento delle relazioni diplomatiche tra la Libia e Israele.
Israele non risultava nuova all’area libica. Quando nel lontano 1981, nel Sudan fu creato il Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia (il NFSL: un gruppo di opposizione libica creato con l'obiettivo di eseguire un cambio di regime) diversi analisti internazionali paventarono la presenza dei servizi israeliani dietro la creazione dello stesso, coadiuvati dalla CIA. Secondo questi ultimi, il finanziamento allo stesso gruppo fu incanalato da CIA e da Arabia Saudita, così come da Egitto, Marocco, Iraq e Israele appunto.
Nel maggio 1984 analisti internazionali ipotizzarono che l’attentato del NFSL, dal quale Muammar Gheddafi uscì illeso e che causò 80 vittime, fosse stato coordinato da CIA e Mossad.
Con la già menzionata caduta del regime di Gheddafi, il NFSL perse la sua ragion d'essere e si sciolse il 9 maggio 2012, sostituito in seguito dal Partito del Fronte Nazionale, che ottenne 3 seggi nelle elezioni del Congresso generale nazionale, la prima elezione della Libia libera dopo più di 40 anni.
Sono passati circa sei anni dalla fine di Gheddafi, la Libia resta attualmente, assieme alla Siria, un fuoco vivo che non riesce a spegnersi. Nel contempo il decennale conflitto israelo-palestinese, trasformatosi in un conflitto arabo-israeliano, ha assistito con il tempo al mutarsi di un'idea che vedeva la democrazia minacciata da una sorta di complotto ebraico, rendendo meno ostile l’approccio delle gente araba verso gli Israeliani.
Gli analisti ipotizzano ogni futuro geopolitico possibile nell’ area libica. A mio avviso, come già sottolineato da altri analisti internazionali, un eventuale ruolo di rilievo in quest’ area darebbe ad Israele l'opportunità di entrare in contatto con altri Stati arabi amici, come ad esempio il Qatar, paese che ha giocato un ruolo fondamentale in Libia, contribuendo in modo significativo alla campagna di propaganda contro Gheddafi, e che potrebbe usare ora la sua influenza nel mondo arabo per rendere Israele non solo diplomaticamente più avvicinabile ma ribadendo il suo ruolo primario nella striscia di Gaza.
Lo stesso paese arabo citato si sarebbe impegnato sia negli ultimi anni che negli ultimi tempi, nella mediazione per lo scambio di prigionieri tra Hamas e Israele. Notizia non confermata da entrambi i paesi.
(foto: IDF)