Le sfide della Food Intelligence

(di Maria Grazia Labellarte)
25/06/24

La Food Intelligence è un campo emergente che utilizza tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale, il machine learning e la biotecnologia per ottimizzare la produzione, distribuzione e consumo degli alimenti. Mira a migliorare la qualità e la sicurezza del cibo, rendendo più efficienti le filiere produttive e garantendo la sostenibilità ambientale. Attraverso l'analisi dei dati e l'innovazione tecnologica, la food intelligence cerca di rispondere alle sfide globali della sicurezza alimentare e di adattarsi alle esigenze in continua evoluzione dei consumatori.

Tecnopolis è una società consortile creata dall'Università di Bari con l'obiettivo di applicare i risultati della ricerca a vantaggio del territorio regionale, delle Pubbliche Amministrazioni, delle imprese e dei cittadini. Lì abbiamo incontrato la dott.ssa Annamaria Annichiarico, amministratore unico e direttore generale del Parco Scientifico e Tecnologico di Valenzano, per comprendere le sfide future della ricerca.

Quali sono gli aspetti principali della Food Intelligence? Sono sufficienti, secondo lei, l'Intelligenza Artificiale, la Machine Learning e la biotecnologia ad affrontare le sfide globali della sicurezza alimentare?

Oggi, la food intelligence si concentra su miglioramenti tecnici e commerciali per aumentare produzione e vendite. Tuttavia, serve una visione più ampia che includa sostenibilità e controllo, altrimenti si rischiano problemi come quelli delle colture intensive, che producono cibo di qualità inferiore e non risolvono la fame nel mondo. L'intelligenza artificiale e il machine learning aiutano a comprendere fenomeni complessi e a suggerire interventi efficaci.

È essenziale unire competenze tecniche ed esperienza in ambienti complessi, coinvolgendo tutti gli attori del sistema con una leadership visionaria. Un esempio in Italia è Aretè a Bologna, che supporta i clienti nell'interpretazione dei dati di settore per delineare scenari futuri e prepararsi adeguatamente.

Il Food Industry Intelligence Network (FIIN), creato nel 2015 da 21 aziende leader, lavora per garantire l'integrità della supply chain e proteggere gli interessi dei consumatori. Questo network favorisce la convergenza tra la protezione dei consumatori e gli interessi dei produttori, migliorando la comunicazione e i risultati tramite l'analisi dei dati e la collaborazione tra le parti. Oggi, questa attenzione assicura prodotti e servizi di migliore qualità al consumatore, condivisi anche dai produttori.

Possiamo definirlo un campo emergente?

Diciamo che la Food intelligence è sicuramente qualcosa di relativamente recente, ma io non lo definirei così. Il vero campo emergente, a mio parere, é la sicurezza alimentare, questo perché, al di là di provvedimenti di vario genere di controllo e di tutela, che finora sono stati diciamo, l'unica modalità per avere qualche governo della stessa, solo oltre l'inizio del nuovo millennio si è cominciato a trovare la modalità organizzativa per coinvolgere tutti gli attori: chi produce la materia prima, chi la trasforma, chi la commercializza, i consumatori, gli agenti le organizzazioni di tutela e così via...

Mappatura delle colture, la previsione del rendimento delle colture e la delimitazione dei campi sono sufficienti a delineare un quadro per la sicurezza alimentare?

Tutti gli elementi come la mappatura delle colture e la previsione del loro rendimento sono importanti, ma non sufficienti. Questi dati descrittivi sono risultati classici dell'intelligenza artificiale, ma per gestire realmente la sicurezza alimentare, occorre governare l'intera filiera, adottando standard e procedure di verifica adeguate. È fondamentale anche la formazione e l'aggiornamento degli operatori, poiché il cambiamento di mentalità e l'adeguatezza delle conoscenze sono essenziali per gestire nuove tecnologie.

Un altro elemento chiave è il trasferimento continuo dei risultati della ricerca al mercato. Spesso, la ricerca di base non è immediatamente utile per le aziende e c'è una difficoltà a esplicitare le esigenze di ricerca. I dottorati industriali, dove ricercatori lavorano sia in università sia in aziende, cercano di colmare questo divario, rendendo la ricerca più vicina ai bisogni reali delle imprese.

La sicurezza alimentare non riguarda solo la qualità del cibo, ma anche la disponibilità per tutti di cibo sufficiente e sano. Questo implica non solo una distribuzione efficiente, ma anche la qualità degli alimenti. La questione include anche cibi artificiali e farine di insetti, che devono essere compatibili con la salute e la qualità della vita.

Il problema della malnutrizione riguarda milioni di persone che soffrono la fame a causa di tensioni interne, risorse limitate e difficoltà produttive. Entro il 2050, la popolazione da sfamare crescerà del 60%, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Quindi, oltre alla quantità, è essenziale garantire la qualità e la sicurezza del cibo. Questo richiede politiche, misure economiche e considerazioni ambientali e sociali. In sostanza, tutti i settori devono lavorare insieme come parte di un sistema integrato.

Quali sono le sfide future della Food Intelligence? Complessità dei Dati, Accettazione pubblica delle innovazioni tecnologiche sono sfide o già hanno soluzioni?

Le sfide future? Faccio riferimento a un rapporto chiamato “Snack To The Future”, che offre una previsione su come il cibo arriverà sulle nostre tavole nel 2040 e come la tecnologia influenzerà le nostre scelte alimentari. Una giornalista di Channel Five ha spiegato un'idea interessante: nel futuro, si potrebbe usare l'intelligenza artificiale per simulare un individuo con il nostro patrimonio genetico e vedere l'impatto delle diverse scelte alimentari nel lungo periodo. Anche se sembra fantascienza, questa tecnologia è già possibile.

Il totale della spesa per nuove tecnologie alimentari nel 2040 dovrebbe essere di circa 66 miliardi di sterline, indicando una rivoluzione economica e innovativa. L'Unione Europea ha avviato un programma chiamato EIT FOOD, dedicato all'intero ecosistema alimentare, dalle politiche agli attori principali, sia pubblici che privati, fino alla formazione e informazione dei cittadini e consumatori.

Questo settore promette un enorme ritorno economico, specialmente considerando il risparmio sulla salute derivante da una dieta migliore. In Italia, un'analisi interessante descrive undici confini del futuro del cibo. Ad esempio, si potrebbe ottenere informazioni dal respiro per capire come il corpo reagisce al cibo. Le diete personalizzate, basate su dati raccolti e elaborati con l'intelligenza artificiale, diventeranno sempre più precise.

Un altro concetto è integrare bellezza e benessere, con alimenti che migliorano la salute della pelle e riequilibrano gli ormoni. In futuro, i cibi saranno scelti non solo per nutrire, ma anche per migliorare specifici aspetti della salute, dimostrando il legame tra qualità dell'alimentazione e benessere generale.

Quale input necessita l'Evoluzione Tecnologica nella ricerca e nello sviluppo per garantire soluzioni efficaci e sostenibili in questo campo?

Non dirò molto sulla stampa 3D, dato che la carne stampata ha sollevato molte controversie. Tuttavia, immaginate una stampante 3D che produca cibo su richiesta, con qualità e quantità precise. Questo scenario non è così lontano dalla realtà. Inoltre, cambieranno anche le modalità di consumo dei cibi: si parla di ristorazione immersiva, che permette di concentrarsi completamente sull'esperienza del mangiare, coinvolgendo tutti i sensi.

Per quanto riguarda la complessità dei dati e l'accettazione delle innovazioni tecnologiche, è essenziale una buona informazione e formazione del pubblico. La tecnologia viene accettata più facilmente quando è immediatamente utile e comprensibile, come è avvenuto per i telefoni cellulari. La vera sfida non è la complessità dei dati, ma la loro protezione. La cybersicurezza è cruciale, soprattutto per i dati sensibili sulla salute. La maggior parte delle persone e molte aziende non adottano misure di sicurezza adeguate, esponendosi a rischi significativi.

Progetti come CETMA-DISME a Tecnopolis in Puglia lavorano per proteggere i dati attraverso la cybersicurezza, l'intelligenza artificiale e il calcolo ad alte prestazioni. Questo progetto crea un Digital Innovation Hub per aiutare le piccole e medie imprese ad avvicinarsi alle nuove tecnologie. Le imprese possono ricevere assistenza gratuita per implementare queste tecnologie, e se il problema non è risolvibile localmente, la rete nazionale degli EDIH può offrire supporto.

Per garantire soluzioni efficaci e sostenibili, l'innovazione tecnologica necessita di collaborazione tra produttori, distributori e consumatori. Progetti come EIT FOOD e consumerlab ridefiniscono le caratteristiche dei prodotti per avvicinarli alle esigenze dei consumatori. La ricerca e sviluppo deve essere sempre più vicina ai luoghi e ai canali di distribuzione per sostenere un'offerta tecnologica e rispondere alle reali necessità del mercato. Questo settore, grazie all'innovazione, può migliorare la nostra salute e longevità, ma una dieta adeguata è essenziale per evitare patologie legate all'alimentazione.