Nei giorni 31 gennaio e 1 febbraio 2024, sono stati eseguiti, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, i test relativi alla sperimentazione “ISOC services for ISS”. Il colonnello Walter Villadei ha infatti testato, per la prima volta da remoto e in maniera autonoma, la possibilità di monitorare l’insorgere di eventuali minacce causate da detriti in orbita e di valutare le relative manovre d’emergenza. Questo grazie alle capacità del software ISOC, una piattaforma concepita per rispondere alle esigenze di una conoscenza strategica dell’ambiente spaziale, nota in ambito internazionale come “Space Situational Awareness”.
Di proprietà dell’Aeronautica Militare e sviluppato dal gruppo ingegneria per l’aerospazio (GIAS) del reparto sperimentale di volo (RSV) della divisione aerea di sperimentazione aeronautica e spaziale (DASAS), ISOC è il risultato di una collaborazione trasversale tra la Forza Armata, l’industria aerospaziale (Leonardo) e l’Università (Università di Napoli e Politecnico di Milano).
“I test sono stati un successo, e ci hanno ripagato dei mesi di duro lavoro”, ha commentato il capitano ingegnere Alessandro Panico, in servizio presso il reparto sperimentale di volo e project manager del programma. “È stato un grande lavoro di squadra, e siamo consapevoli che di questo successo tutti possiamo esserne fieri. Molti hanno contribuito, con le scelte, gli indirizzi o semplicemente mettendo la passione nel lavoro di ogni giorno, che caratterizza l’operato del GIAS e che abbiamo riportato anche nella collaborazione con i partner industriali e accademici, oltre che con i colleghi del reparto sistemi informativi automatizzati (ReSiA) e con quelli del centro nazionale di meteorologia e climatologia dell’Aeronautica Militare (CNMCA)”.
L’esperimento costituisce un primo passo fondamentale verso l’acquisizione, da parte degli astronauti e degli stessi payload, dell’autonomia dal supporto di segmenti terrestri, nell’ottica dell’intensificarsi dello sfruttamento delle orbite basse e cislunari, nonché nella prospettiva, non troppo lontana, di viaggi interplanetari.
Il test contribuirà anche allo studio sistematico delle corrispondenze tra eventi di meteorologia spaziale (Space Weather) e anomalie generate in corso di navigazione, come, per esempio, l’indice di copertura del segnale GPS/GNSS o malfunzionamenti alle apparecchiature elettroniche.