John Francis Edward Acton (1736–1811): un ministro per la marina napoletana

(di Mario Veronesi)
16/07/24

Nominato nel 1778 direttore della Real Segreteria della Marina napoletana e nel 1789 ministro degli Esteri con funzione di presidente del consiglio; il suo compito principale fu la riorganizzazione della Marina Napoletana. Acton ebbe, tra l’altro, il merito di far realizzare nel 1781 il primo Atlante Marittimo del Regno di Napoli, completo delle coste del Meridione d’Italia da Gaeta ad Ancona.

L’imperatore Giuseppe II d’Austria (1741-1790), che si trovava a cena dalla sorella Maria Carolina (1752-1814), e dal cognato, re di Napoli Ferdinando IV (1751-1825) a bordo di una nave ormeggiata davanti alla villa reale di Portici disse: “Se fossi io re di Napoli, avrei meno soldati ma farai tutto il possibile per avere una flotta. Questo sarebbe una fonte di ricchezza per il regno, e bisogna riconoscere che il regno è esposto agli attacchi di una qualsiasi potenza navale, pertanto una flotta sarebbe di estrema utilità”. Questa sua affermazione non cadde nel vuoto, la ricettiva regina Maria Carolina meditando su quanto detto dal fratello si guardò attorno, ma non vedeva nessuna persona in grado di ricostruire e valorizzare il naviglio mercantile e di guerra del regno. Maria Carolina si rivolse all’altro suo fratello Leopoldo II (1747-1792), granduca di Toscana, ed è una felice intuizione perché il sovrano ha proprio la persona che fa per lei, è un valoroso ufficiale inglese nato in Francia che, dopo aver riportato vittorie navali in favore della Francia e della Spagna, comanda ora una nave austriaca ancorata a Livorno. Acton non perde tempo, e ottenuta carta bianca dal re passa alla realizzazione di progetti ambiziosi, che finiranno per conquistare anche il sovrano, ma soprattutto sir William Hamilton ambasciatore d’Inghilterra a Napoli.

Acton, fu posto a capo del Ministero del Commercio e Marina nel 1779 e, da uomo esperto di cose militari e di mare, fu l’organizzatore sapiente della nuova Marina napoletana. In primo luogo, riordinò in due squadre la flotta: dei Vascelli e degli Sciabecchi. Acquistò vascelli e fregate, ma predispose anche un vasto programma di nuove costruzioni, ampliò il Collegio di Marina, inviò alcuni giovani guardiamarina con altri ufficiali a prestare temporaneo servizio su navi delle marine inglesi.

Fondò nel 1783, il Cantiere Navale di Castellammare di Stabia. Alla scelta di Castellamare di Stabia per la costruzione del cantiere navale concorsero varie favorevoli premesse, quali la presenza di molto legname sulle pendici boscose del monte Faito e dei monti Lattari, proprietà demaniale, nonché la lunga esperienza delle maestranze stabiesi, qualificate per tradizione nelle costruzioni navali. Acton si proponeva di costruirvi dodici vascelli, altrettante fregate e cento legni minori.

Dalla Francia fu chiamato l’ingegnere Antonio Imbert a dirigere le costruzioni, dove furono adibiti circa 600 condannati al bagno penale, la cui sorveglianza era affidata ad uno speciale corpo della Real Marina, chiamato “dei custodi dei servi di pena”.

In difesa dell’arsenale, venne poi costruita nel 1795 una batteria di 30 cannoni. La prima costruzione fu il Partenope (foto) varato nel 1786, vascello a tre ponti, carena ramata, 74 cannoni e 18 carronate. Operò in azioni contro le flottiglie di barbareschi (come erano denominate le popolazioni dei litorali africani affacciati sul Mediterraneo) e nel 1795 si unì alla squadra inglese a Livorno nelle operazioni belliche contro la Francia rivoluzionaria e a tutela dei locali interessi napoletani. Fu affondata nel gennaio del 1799 all’imboccatura del porto di Castellammare di Stabia per renderlo inagibile agli occupanti francesi.

Nel frattempo erano stati acquistati a Malta due vascelli da 64 pezzi, il San Giovanni e il San Gioacchino già appartenenti al Sovrano Ordine Militare dell’isola. Furono varati i brigantini Lipari, Sparviero, Vulcano e Stromboli, tutti armati con 12 pezzi calibro 80. Le galeotte Serpe e Vespa, Prudente, Rondine e Veloce, oltre allo sciabecco Robusto e la fregata Cerere di 40 pezzi. Poi altri due sciabecchi il Diligente e il Vigilante ed infine il Difensore, formando così il primo nucleo della nuova Marina da guerra che nella primavera del 1784, prese parte attiva in un’azione navale contro Algeri, assieme ad altre numerose unità spagnole, maltesi e portoghesi.

Istituì il corpo di fanteria di Marina, denominato “reggimento Real Marina”, che traeva le sue origini dal corpo dei reali volontari di Marina creato nell’aprile del 1772 per volere di Ferdinando IV, che ne fu il primo colonnello proprietario. Il corpo fu volgarmente detto dei “Liparotti” perché al momento della sua formazione furono reclutati nella maggior parte isolani di Lipari.

Il corpo dei marinai cannonieri era formato da 4 compagnie di 104 uomini ciascuna, 12 ufficiali e 3 sottufficiali per ogni compagnia. I vascelli dell’Armata di mare erano generalmente a due ponti di batteria e uno di coperta, le loro dimensioni variavano dai 50 ai 90 metri di lunghezza e dai 15 ai 17 di larghezza, e l’equipaggio variava dai 700 agli 800 uomini.

La spesa totale per la marina ammontava a 653.000 ducati, aumentati l’anno seguente di altri 250.000, fino a raggiungere nel 1790 la somma di 1.023.000 ducati. Con questi soldi si potenziò ulteriormente il programma delle costruzioni, ordinando la costruzione di un vascello da 74 cannoni, e di un gran numero di barche cannoniere fino a raggiungerne 140 in pochi anni. Questi anni di fervore costruttivo, non soltanto in campo navale, conobbero una brusca interruzione con l’invasione dello Stato da parte delle truppe francesi. Ferdinando IV sconfitto riparò in Sicilia. A Napoli occupata si formò la Repubblica Napoletana dall’effimera, tragica vita.

Acton si sposò a Palermo il 23 febbraio 1800, a 64 anni, dopo aver ottenuto una dispensa papale, con la nipote tredicenne Maria Anna Acton, ebbero tre figli. Nel 1804 Acton rassegna le dimissioni, e si imbarca con tutta la famiglia, non per l’Inghilterra, ma per Palermo dove conta molte amicizie. Morirà a Palermo il 12 agosto 1811 lasciando la giovane moglie e tre figli.

Bibliografia

1) Antonietta Drago – I Borboni di Spagna e Napoli – Mondadori 1972

2) Lamberto Radogna – Storia della Marina Militare delle Due Sicilie (1734-1860) – Mursia 1978

3) Antonio Formicola, Claudio Romano - Storia della Marina da guerra dei Borbone di Napoli. dal 1734 al 1799 - Ufficio Storico Marina Militare, Roma

4) Harold Acton - I Borboni di Napoli (1734 – 1825) - Giunti, 1999