Cosa viene in mente in Italia se si parla di India? Probabilmente molte immagini stereotipate, specialmente se non ci si è mai stati: povertà, sovrappopolazione, spiritualità, caste. Alcuni ricorderanno anche il caso dei due marò... Tuttavia, quel paese è - e sarà sempre più - anche ben altro: una potenza economica e industriale, un attore geopolitico di primo piano, e una forza militare in crescita.
In Italia, spesso fatichiamo a guardare oltre il nostro orizzonte immediato. Il nostro rinnovato legame con la Cina ne è un esempio: riscriviamo sorridendo accordi senza comprendere appieno le implicazioni a lungo termine, con un "conto alla rovescia" che riecheggia tra laboriosissimi amici ed Alleati in lontananza...
Quando visitai l'India oltre 30 anni fa, ricordo di aver incontrato una giornalista italiana a Bangalore, inviata per un reportage su una nuova area di sviluppo speciale. All'epoca, Bangalore era una tranquilla città di quattro milioni di abitanti. Oggi, con oltre dodici milioni di abitanti, è la "Silicon Valley" dell'India. Ricordo lo stupore nel rivederla dopo 15 anni: le strade polverose si erano trasformate in autostrade e l'orizzonte era punteggiato da grattacieli scintillanti con le insegne dei giganti dell'high tech. Mentre l'India continuava a crescere, in Italia il progresso ha seguito un percorso "diverso".
Oggi, mentre la temperatura globale (e geopolitica) raggiunge nuovi record, molti dei nostri alleati hanno spostato lo sguardo da Pechino a Nuova Delhi. È un segno di lungimiranza, affinità democratica o semplice "saggezza Occidentale"?
Abbiamo chiesto un'intervista a Vani Rao, l'ambasciatore indiano in Italia e San Marino. Ci ha, con cortesia e cordialità, accolti nella sede diplomatica di via XX Settembre a Roma.
L’India sta accrescendo – ed accrescerà sempre più - il suo ruolo geopolitico. In particolare, l'India sembra avere una strategia multilaterale. Nel caso di una guerra globale si dovranno scegliere posizioni definite e chiare. Il suo paese ha una storica relazione di amicizia con una Russia che oggi appare essere stretta alleata della Cina. Cosa avverrà in caso di un nuovo confronto militare fra Cina ed India?
È una domanda complessa. Partiamo dal ruolo geopolitico dell'India. In questo momento, nella regione dell'Indo-Pacifico e dell'Oceano Indiano, l'India è un paese chiave, con un'economia importante in una posizione strategica.
Se osserviamo l'India su una cartina geografica possiamo notare che, con una costa enorme, è alla confluenza di rotte commerciali marittime.
Viviamo di fatto con un “vicinato” complicato, con questioni di sicurezza aperte ai confini con almeno tre paesi.
L'India nella regione sta cercando pace e stabilità, a favore di una prosperità economica che può avere un impatto positivo sui paesi confinanti. Per la nostra crescita economica e il nostro sviluppo, relazioni pacifiche con i nostri vicini sono dunque fondamentali.
L'India, soprattutto nell’ultimo decennio, sta anche emergendo come partner fondamentale per i paesi nella regione dell'Oceano Indiano, dell'Asia meridionale e della più ampia regione dell'Indo-Pacifico. Stiamo aiutando molte nazioni nelle loro priorità di sicurezza, sviluppo delle capacità e molti altri programmi.
Siamo anche ciò che chiamiamo “primo soccorritore” in caso di crisi, di assistenza umanitaria, di calamità come durante il Covid.
Diamo un'occhiata alle nostre relazioni con la Cina, che ha menzionato. In passato siamo stati in guerra ed avevamo stretto accordi, ancora validi, per mantenere la pace e la stabilità al confine. Negli ultimi quattro anni tali patti sono stati ripetutamente violati, creando una situazione difficile. Stiamo gestendo, attraverso il dialogo diplomatico e militare, l’allentamento delle tensioni per cercare di tornare allo status quo ante.
Le violazioni possono essere state una forma di provocazione della Cina?
Sì, da parte nostra abbiamo chiesto loro di tornare alla situazione precedente l'estate del 2020. Ma non siamo stati in grado di ottenere ciò che volevamo ed hanno mantenuto la propria presenza militare oltre il confine con l'India. Stiamo di riflesso mantenendo la nostra per salvaguardare la nostra sovranità e integrità territoriale. Una linea d'azione che qualsiasi paese intraprenderebbe, se si trovasse ad affrontare tale minaccia.
Naturalmente, questo ha ripercussioni sulle relazioni politiche e sul commercio, abbiamo preso alcune misure per mettere alcuni controlli e verifiche sul tipo di investimento che arriva, alcune app cinesi sono state vietate in India, ci sono, tra i tanti, anche controlli nel settore delle telecomunicazioni.
Parliamo ora delle relazioni dell'India con la Russia. Dalla nostra indipendenza, abbiamo avuto legami con l'ex Unione Sovietica. Nell'era post-indipendenza, l'ex Unione Sovietica ha assistito l'India nei suoi programmi di industrializzazione spaziale ed energetico. Parte del nostro processo di industrializzazione è stato possibile grazie all'aiuto dell'ex Unione Sovietica.
Oggi, nel nostro programma nucleare civile, la Russia è un partner.
I legami nella Difesa sono stati un aspetto cruciale delle nostre relazioni con la Russia. Nell'era post-indipendenza in India, l'ex Unione Sovietica era uno dei paesi - uno dei pochi - disposto a vendere sistemi di difesa all'India, disposto a trasferire tecnologia per consentire la produzione su licenza e anche fornire supporto post-vendita. Abbiamo acquisito diverse piattaforme ed equipaggiamenti militari dall'ex Unione Sovietica, tra cui velivoli MIG o Sukhoi, mezzi per la nostra artiglieria, per la Marina, ecc.
E carri armati! Qualcuno dice che negli anni ‘90 avete “salvato” alcune aziende russe con i vostri ordini...
Per quanto riguarda i tank è vero. Nel corso degli anni, la relazione si è trasformata da quella di acquirente/venditore a una con più sfaccettature: abbiamo avviato piani di ricerca congiunti e di co-produzione di alcune piattaforme di origine russa. Sistemi e piattaforme oramai datate hanno bisogno di supporto continuo, manutenzione e interazione con la difesa e gli stabilimenti militari originari.
Ci sono anche esercitazioni e altri scambi con la Russia.
Veniamo alle relazioni odierne tra Russia e Cina. Bisogna comprendere il contesto in cui i loro legami si sono rafforzati. Negli ultimi quattro o cinque anni le iniziative di alcuni paesi hanno hanno limitato le forniture alla Russia che, conseguentemente, si è rivolta ad alcuni paesi in Asia per ottenerle. Questo aiuto non implica solo l’aspetto tecnologico, politico ed economico ma anche il rischio di divenire un “Proxy State” (Stato subordinato/satellite, ndd).
Siamo consapevoli delle dinamiche di quella relazione e delle sue conseguenze per l'Asia e per il mondo intero.
Come paese “terzo”, non vogliamo commentare la dinamica o trarre conclusioni. Ma comprendiamo il contesto è avvenuta.
Un cambiamento radicale è avvenuto anche in Pakistan: 20 anni fa, era in stretti rapporti con gli USA ed oggi è un paese vassallo della Cina… Prima ha parlato di tre paesi “difficili” ai confini: uno è sicuramente Cina, il secondo è storicamente il Pakistan. Il terzo?
Con il Pakistan abbiamo una storia di tensioni, infiltrazioni e conflitti, la Cina è il secondo e il Myanmar (Birmania) è il terzo. Abbiamo un confine geografico molto lungo con il Myanmar e un movimento di insorti attraverso il confine. Parliamo di gruppi che operano in India e si rifugiano in Myanmar, che ritornano e causano conflitti.
Dobbiamo mantenere la pace attraverso tutti i confini. Con il Pakistan, le nostre relazioni sono state difficili in passato, e abbiamo preso una posizione molto ferma sul fatto che se non avessero cessato di aiutare e favorire il terrorismo transfrontaliero in India, sarebbe stato difficile per noi avere normali relazioni diplomatiche.
In India, all’interno dell’intera classe politica e anche nell’opinione pubblica, c'è consenso e supporto per questa postura nei confronti del Pakistan e della Cina.
Parliamo della vostra crescita economica. Una crescita iniziata, non ora, ma decenni addietro e merito di politiche e strategie lungimiranti. Lo sviluppo negli ultimi 30 anni dell’area di Bangalore ne è un chiaro esempio.
A partire dagli anni ‘90, a seguito di riforme economiche, l'economia indiana ha cominciato a crescere.
Oggi l'India è un'economia da quasi 3,9 trilioni di dollari. Lo scorso anno abbiamo registrato una crescita di oltre il 7%. Quest'anno, di nuovo, manterremo una crescita intorno al 7,7%.
È una storia di successo. Il settore dei servizi ha spinto la maggior parte di questa crescita: rappresentano circa il 55% del PIL. Bangalore, centro per il commercio dei servizi, e anche molte altre città in India ne sono un esempio. Il settore agricolo rappresenta circa il 18%.
Il nostro obiettivo nell'ultimo decennio è stato anche quello di rafforzare l'industria e il settore manifatturiero, perché è lì che verranno generati posti di lavoro e sviluppo delle competenze. Abbiamo investito molto nelle infrastrutture.
Gli investimenti di capitale sono in crescita e sono sostenuti dall'incremento della riscossione delle imposte.
Andando avanti, l'India dovrà costantemente investire nelle infrastrutture e garantire un aumento della produttività agricola. Dobbiamo concentrarci anche sulla transizione verde: siamo consapevoli dell'impatto del cambiamento climatico.
Diamo inoltre molta importanza alla presenza femminile nella forza lavoro.
Queste sono alcune delle nostre priorità. Data la nostra demografia - i giovani in India sotto i 25 anni rappresentano circa il 50% della popolazione - il più recente bilancio del governo si è concentrato sulla creazione di posti di lavoro e sulla formazione.
Ci aspettiamo che anche il settore privato aumenti i suoi investimenti. Dovrebbe portare più ricerca e sviluppo, con una maggiore attenzione all'innovazione.
La prima volta che ho visitato l’India 30 anni fa, ricordo che se chiedevo a dei giovani cosa volessero diventare da grandi la risposta più frequente era “medico”. L'ultima volta che ci sono tornato, dodici anni fa, la risposta è cambiata in “ingegnere elettronico”!
L'India è oggi uno dei paesi con il maggior numero di professionisti nei settori tecnologici, tra cui tecnici, ingegneri e informatici...
È vero. E le opzioni 10 anni fa erano minori. Ora ci sono molte nuove aree in cui i giovani vogliono specializzarsi: biotecnologia, elettronica e molti altri settori. Quello spaziale ha registrato una crescita enorme!
Le startup ed il lavoro autonomo sono aumentati notevolmente. Ci sono programmi governativi e prestiti disponibili per coloro che vogliono creare la propria industria, in particolare per le donne.
Il governo sta incoraggiando perché non tutti gli impieghi lavorativi deriveranno dal settore manifatturiero o dei servizi. Aumenteranno i domini più specializzati, in cui sono indispensabili competenze particolari, come per l’Intelligenza Artificiale, l’apprendimento automatico, la sicurezza informatica, lo spazio. I questi campi in cui vogliamo vedere crescita e partnership con altri paesi, tra cui l'Italia.
Abbiamo assistito ad un cambio di amicizie a livello geopolitico. Come abbiamo detto un tempo era il Pakistan ad essere vicino agli USA… L'India considera oggi la vicinanza degli Stati Uniti strategica per il futuro?
Gli Stati Uniti sono e sono stati uno dei nostri partner più stretti: è una relazione reciproca e multidimensionale. Ci sono molti stakeholder da entrambe le parti che supportano questo rapporto e vogliono vederlo crescere e rafforzarsi. Indipendentemente da chi è o è stato al potere a Washington D.C., repubblicani o democratici, hanno sostenuto un supporto bipartisan con l'India: gli Stati Uniti sono uno dei nostri maggiori partner commerciali con circa 200 miliardi di scambi commerciali.
Crescono notevolmente sia gli investimenti statunitensi in India che gli investimenti indiani negli Stati Uniti. Negli ultimi due/tre anni abbiamo riorientato alcuni dei nostri legami commerciali per discutere di nuove questioni come le catene di approvvigionamento, le tecnologie critiche, la collaborazione spaziale. È una relazione molto forte, che ha una base molto solida.
Abbiamo anche un'enorme comunità indo-americana che sta costruendo ponti tra i due paesi, con un gran numero di studenti negli Stati Uniti, quasi 200.000.
Abbiamo anche convergenze nel modo in cui guardiamo all'Indo-Pacifico nel quadro del Quad*. Gli Stati Uniti, in poche parole, sono un partner molto stretto dell'India.
Il vostro primo ministro, Narendra Modi, sembra avere un buon rapporto con il nostro presidente del consiglio, Giorgia Meloni.
L'India si è impegnata sensibilmente nelle relazioni con l'Europa negli ultimi dieci anni. Il nostro primo ministro ed il ministro degli Esteri hanno visitato molti paesi perché consideriamo l'Europa un partner chiave nel commercio, nella tecnologia e anche in questioni come la migrazione, l’energia, la mobilità e le questioni emergenti come l’Intelligenza Artificiale.
Abbiamo una crescente diaspora indiana in molti paesi d’Europa e siamo felici che molti paesi europei stiano ricambiando e si stiano concentrando non solo sull'Indo Pacifico ma sull’India creando ampi legami.
Consideriamo l'Italia, all’interno dell’Europa, come un partner molto forte per l'India. Ci sono valori di storia e cultura che legano ed avvicinano anche la gente comune.
Negli ultimi anni l’attenzione dell’Italia, con il suo Mediterraneo Allargato, ha raggiunto l’Indo-Pacifico e l’Oceano Indiano. L’India rappresenta una democrazia stabile ed affidabile nell’area. Vogliamo aumentare ed approfondire le relazioni, oggi principalmente commerciali. C’è un enorme potenziale da sviluppare.
Durante le visite istituzionali si è parlato anche di esercitazioni militari comuni, bilaterali. Speriamo si passi dalle parole ai fatti.
Partecipiamo entrambi a diverse esercitazioni multinazionali e l’India si esercita regolarmente con molti paesi dell’area. Sarebbe utile sviluppare scambi di esperienze o addestramento tra le singole forze armate: Marina, Esercito ed Aeronautica.
Negli ultimi anni, l'India ha potenziato significativamente la sua industria militare ed acquisito molti clienti. L’Armenia è uno degli ultimi.
Il settore della Difesa è cambiato profondamente grazie all’ammodernamento delle produzioni. Negli ultimi quattro anni, anche a causa delle conseguenze logistiche della Pandemia, il paese ha cercato l’indipendenza dai sistemi stranieri e dalle relative catene di approvvigionamento, privilegiando la produzione in loco.
Stiamo investendo in tecnologia ed innovazione, sia nel settore pubblico che privato. Cerchiamo di stringere partnership per diventare parte della catena logistica globale del mercato della Difesa.
Ultima domanda: l'India si presenta come "la più grande democrazia del mondo", tuttavia nella graduatoria di Reporters Without Borders sulla libertà di Stampa, negli ultimi decenni la posizione è crollata ed oggi l’India si trova addirittura dietro al Pakistan. È una questione che vi preoccupa?
L’India è ancora "la più grande democrazia al mondo": abbiamo elezioni indipendenti ed una magistratura indipendente.
Abbiamo un numero enorme di testate giornalistiche ed in svariate lingue! È anche aumentato il numero di canali televisivi e radiofonici.
La carta stampata registra un declino ma i social media si prestano a costanti e vivaci dibattiti e confronti.
I media occidentali giudicano l’India prendendo come riferimento propri standard. Talvolta gli artefici di certe graduatorie dovrebbero preoccuparsi prima dei propri risultati.
La libertà di stampa esiste e si sta comunque sviluppando notevolmente. La nostra magistratura, inoltre, la tutela.
* Il Quadrilateral Security Dialogue, è un'alleanza strategica informale tra Stati Uniti, Giappone, India e Australia. Creato per promuovere la cooperazione su temi di sicurezza e strategia nell'area dell'Indo-Pacifico, il QUAD si concentra su questioni come la sicurezza marittima, la risposta ai disastri, la cooperazione economica e la promozione di un ordine internazionale libero e aperto. La sua attività si è intensificata negli ultimi anni in risposta alla crescente influenza della Cina nella regione.
Trascrizione originale in lingua inglese dell'intervista:
India is increasing — and will continue to increase — its geopolitical role. Specifically, India appears to have a multilateral strategy. In the event of a global war, clear and defined positions will need to be taken. Your country has a historic friendship with Russia, which today appears to be a close ally of China. What will happen in the event of a new military confrontation between China and India?
It's a complex question. Let's start with India's geopolitical role. At the moment, in the Indo-Pacific and Indian Ocean region, India is a key country, with an important economy in a strategic position. If we look at India on a map, we can see that, with its vast coastline, it is at the confluence of maritime trade routes. We live in a "complicated neighborhood," with security issues at our borders with at least three countries. India is seeking peace and stability in the region, favoring economic prosperity that can have positive impact on neighboring countries. For our economic growth and development, peaceful relations with our neighbors are therefore fundamental.
India, especially in the last decade, is also emerging as a crucial partner for countries in the Indian Ocean region, South Asia, and the wider Indo-Pacific region. We are helping many nations with their security priorities, capacity development, and various other programs. We are also what we call a "first responder" in times of crisis, humanitarian assistance, and disasters like during Covid.
Let’s look at our relations with China, which you mentioned. In the past, we have been at war and had agreements, still valid, to maintain peace and stability at the border. In the last four years, these pacts have been repeatedly violated, creating a difficult situation. We are managing through diplomatic and military dialogue to ease tensions and seek to return to the status quo ante.
The violations may have been a form of provocation by China?
Yes, on our part, we have asked them to return to the pre-summer 2020 situation. But we have not been able to achieve what we wanted, and they have maintained their military presence beyond the border with India. We are consequently maintaining ours to safeguard our sovereignty and territorial integrity - a course of action any country would take if faced with such a threat. Naturally, this has repercussions on political relations and trade; we have taken measures to put some controls and checks on the type of investment coming in, some Chinese apps have been banned in India, and there are checks in the telecommunications sector, among others.
Now let's talk about India's relations with Russia. Since our independence, we have had ties with the former Soviet Union. In the post-independence era, the former Soviet Union assisted India in its industrialization, space and energy programs. Part of our industrialization was possible thanks to the help of the former Soviet Union. Today, Russia is a partner in our civilian nuclear program. Defense ties have been a crucial aspect of our relations with Russia. In post-independence India, the former Soviet Union was one of the countries, one of the few countries, willing to sell defense systems to India, willing to transfer technology to enable licensed production and also provide post-sale support. We have acquired various platforms and military equipment from the former Soviet Union, including MIG, Sukhoi aircraft, artillery systems, naval equipment, etc.
And tanks! Some say that in the 1990s you "saved" some Russian companies with your orders...
It's true (regarding tanks). Over the years, the relationship has evolved from buyer/seller to one with more facets: we have started joint research and co-production plans for some Russian-origin platforms. Systems and platforms that are now outdated need continuous support, maintenance, and interaction with the original defense and military establishments. There are also exercises and other exchanges with Russia.
Let's talk about the current relations between Russia and China. One must understand the context in which their ties have strengthened. In the last four or five years, initiatives by some countries have limited supplies to Russia, which consequently turned to some countries in Asia to obtain them. This help implies not only the technological, political, and economic aspect but also the risk of becoming a "Proxy State" (satellite state, ed.). We are aware of the dynamics of that relationship and its consequences for Asia and the world. As a "third" country, we do not want to comment on the dynamic or draw conclusions. But we understand the context in which it happened.
A radical change has also occurred in Pakistan: 20 years ago, it had close ties with the USA, and today it is a vassal state of China... You earlier mentioned three "difficult" countries at the borders: one is surely China, the second is historically Pakistan. The third?
With Pakistan, we have a history of tensions, infiltrations, and conflicts; China is the second, and Myanmar (Burma) is the third. We have a very long geographical border with Myanmar and movement of insurgents across the border. We are talking about groups that operate in India and take refuge in Myanmar, returning and causing conflicts. We need to maintain peace across all borders. With Pakistan, our relations have been difficult in the past, and we have taken a very firm stance that if they do not cease to help and favor cross-border terrorism in India, it will be difficult for us to have normal diplomatic relations. In India, within the entire political class and also in public opinion, there is consensus and support for this stance towards Pakistan and China.
Let's talk about your economic growth. Growth that began, not now, but decades ago thanks to forward-looking policies and strategies. The development of the Bangalore area in the last 30 years is a clear example.
Starting in the 1990s, following economic reforms, the Indian economy began to grow. Today, India is an economy of nearly $3.9 trillion. Last year we recorded growth of over 7%. This year, again, we will maintain growth around 7.7%. It's a success story. The services sector has driven most of this growth: it represents about 55% of GDP. Bangalore, a hub for the services trade, and many other cities in India are examples of this. The agricultural sector represents about 18%. Our goal in the last decade has also been to strengthen industry and the manufacturing sector because that's where jobs and employment will be generated. We have invested a lot in infrastructure. Capital investments are increasing and are supported by increased tax collections.
Moving forward, India will need to constantly invest in infrastructure and ensure increased agricultural productivity. We also need to focus on the green transition: we are aware of the impact of climate change. We also give great importance to female participation in the workforce. These are some of our priorities. Given our demographics — young people in India under 25 represent about 50% of the population — the most recent government budget focused on job creation and Skill development. We expect the private sector to also increase its investments. It should bring more research and development, with a greater focus on innovation.
The first time I visited India 30 years ago, I remember that if I asked young people what they wanted to become when they grew up, the most frequent answer was "doctor." The last time I returned, twelve years ago, the answer had changed to "electronic engineer!" Today, India is one of the countries with the largest number of professionals in the technological sectors, including technicians, engineers, and IT specialists...
It's true. And the options 10 years ago were fewer. Now there are many new areas in which young people want to specialize: biotechnology, electronics, and many other sectors. The space sector has seen enormous growth! Startups and self-employment have increased significantly. There are government programs and loans available for those who want to create their own industry, especially for women. The government is encouraging this because not all jobs will come from the manufacturing or services sectors. More specialized domains will increase, where specific skills are essential, such as Artificial Intelligence, machine learning, cybersecurity, space. These are fields where we want to see growth and partnerships with other countries, including Italy.
We have witnessed a change in friendships at the geopolitical level. As we said, once it was Pakistan that was close to the USA... Does India today consider the closeness to the United States strategic for the future?
The United States is and has been one of our closest partners: it is a mutual and multidimensional relationship. There are many stakeholders on both sides who support this relationship and want to see it grow and strengthen. Regardless of who is or has been in power in Washington D.C., Republicans or Democrats, they have supported India. In the US congress there is bipartisan support for India: the United States is one of our largest trading partners with about US$ 200 billion in trade. U.S. investments in India and Indian investments in the United States are growing significantly. In the last two/three years, we have reoriented some of our trade ties to discuss new issues such as supply chains, critical technologies, space collaboration. It's a very strong relationship, with a very solid foundation. We also have a huge Indian-American community building bridges between the two countries, with a large number of students in the United States, almost 200,000 students. We also have convergences in how we view the Indo-Pacific within the Quad framework*. The United States, in short, is a very close partner of India.
Your prime minister, Narendra Modi, seems to have a good relationship with our prime minister, Giorgia Meloni.
India has significantly engaged in relations with Europe over the last ten years. Our Prime Minister and Foreign Minister have visited many countries because we consider Europe a key partner in trade, technology, and also on issues such as migration, energy, mobility, and emerging issues such as Artificial Intelligence. We have a growing Indian diaspora in many European countries, and we are happy that many European countries are reciprocating and focusing not only on the Indo-Pacific but on India, creating extensive ties. We consider Italy, within Europe, as a very strong partner for India. There are historical and cultural values that bind and bring people closer together. In recent years, Italy's focus, with its Extended Mediterranean, has reached the Indo-Pacific and the Indian Ocean. India represents a stable and reliable democracy in the area. We want to increase and deepen relations, today mainly commercial. There is enormous potential to be developed.
During official visits, there has also been talk of joint bilateral military exercises. We hope words turn into action.
We both participate in various multinational exercises, and India regularly exercises with many countries in the area. It would be useful to develop exchanges of experiences or training between individual armed forces: Navy, Army, and Air Force.
In recent years, India has significantly strengthened its military industry and acquired many clients. Armenia is one of the latest.
The defense sector has profoundly changed thanks to the modernization of production. In the last four years, also due to the logistical consequences of the Pandemic, the country has sought independence from foreign systems and related supply chains, favoring local production. We are investing in technology and innovation, both in public and private sectors. We are seeking partnerships to become part of the global defense market supply chain.
Last question: India presents itself as "the world's largest democracy," yet in the Reporters Without Borders ranking on press freedom, the position has collapsed in recent decades, and today India is even behind Pakistan. Is this an issue that concerns you?
India is still "the world's largest democracy": we have independent elections and an independent judiciary. We have an enormous number of journalistic outlets in various languages! The number of television and radio channels has also increased. Print media is declining, but social media lends itself to constant and lively debates and discussions. Western media judge India by their own standards. Sometimes the authors of certain rankings should worry about their results first. Press freedom exists and is nevertheless developing significantly. Our judiciary also protects it.