Concorso Accademia Aeronautica. Obiettivo: formare professionisti maturi e responsabili

(di Anita Fiaschetti)
19/01/17

81 posti: sono quelli messi a disposizione per allievi ufficiali alla prima classe dei corsi regolari dell’Accademia Aeronautica per l’anno accademico 2017/2018 e resi noti nel concorso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 4ª s.s. n. 2 del 10 gennaio 2017.

Un futuro ambizioso, una prospettiva di vita, una possibilità di crescita e formazione a cui molti giovani aspirano e dei quali abbiamo parlato con il generale Nicola Lanza de Cristoforis, comandante dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli.

Generale, la formazione come primo passo per diventare ufficiali. Quali sono gli obiettivi che l’Accademia Aeronautica si pone nei confronti degli allievi? Quali i principi da trasmettere e le attività da svolgere?

Gli obiettivi che l’Accademia si pone si ritrovano nella missione, ovvero scegliere, formare e ispirare comandanti e professionisti esemplari, disposti ad affrontare questa vita e determinati a servire in squadra con eccellenza e dedizione il nostro Paese.

Le attività che si svolgono in Accademia sono essenzialmente di tre tipi. La prima è la formazione etica e di base che consiste nel fornire ai giovani allievi il lessico del mondo militare, cioè quello del servizio per valorizzare il desiderio di appartenenza alla Forza Armata e di servire le Istituzioni, che normalmente appartiene ai ragazzi che affrontano questa vita. Nella pratica l’aderenza a quei valori che sono centrali in Aeronautica Militare: eccellenza, rispetto, esemplarità, dedizione al servizio, integrità morale. Questo è il collante che fa funzionare la Forza Armata: è essenziale che i ragazzi cessino di essere polarizzati su sé stessi per essere al servizio degli altri.

Poi c’è la necessità di dare loro una formazione universitaria di eccellenza, così da avere tutti gli strumenti per affrontare da professionisti il futuro. Infine dobbiamo consegnargli le chiavi di lettura e la capacità di capire il mondo, in modo da poter essere in grado di trovare soluzioni alle problematiche complesse e essere di aiuto nel contribuire a risolvere le grandi situazioni di indeterminatezza del mondo di oggi. Per fare questo, abbiamo diversi moduli innovativi di formazione integrata e siamo noi stessi sempre alla ricerca di nuove soluzioni capaci di stimolare la loro partecipazione attiva durante la frequentazione dell’Accademia.

Diventare ufficiali oggi non è come nel passato: nuove sfide, nazionali ed internazionali, scenari in continuo divenire e strumenti sempre più efficienti e tecnologici pongono le basi per un continuo aggiornamento e confronto con la realtà. Formazione militare, morale e professionale: come ci si adatta e quali sono le risposte degli allievi?

La formazione militare, morale e professionale in senso stretto ha solide basi; quella che cambia è la sfida dell’adattamento dei meccanismi di formazione. A tal proposito ci sono due aspetti da considerare: il primo è che i ragazzi che entrano oggi in Accademia sono chiaramente diversi da quelli di ieri, sia come persone sia nel modo in cui guardano e si approcciano al mondo esterno: al mondo esterno delle sfide della sicurezza, al mondo esterno del sociale. Per questo c’è una forte attenzione al sistema della formazione per trovare stimoli adatti a questi ragazzi.

Il secondo aspetto è quello di poter trovare programmi che non diano solo soluzioni a problemi noti, ma siano utili per affrontare il mondo di oggi, sempre più variabile, incerto e complesso. In parte lo facciamo affrontando i temi sul piano teorico e pratico e in parte con moduli di formazione peraltro con prestigiose collaborazioni universitarie nelle quali ciascuno – e noi per primi – mette a disposizione le proprie eccellenze e capacità per fare sistema. In questo i ragazzi si dimostrano molto attivi trovando ulteriore stimolo dalla relazione con i numerosi colleghi delle altre Accademie Europee, anche le più prestigiose, che vengono a frequentarli presso di noi.

In un’ottica sempre più interforze, perché un giovane dovrebbe scegliere l’Aeronautica Militare piuttosto che un’altra Forza Armata?

Premetto che ho una grande ammirazione per coloro che decidono di andare anche in altre Forze Armate. Ci sono indubbiamente ragioni di pancia: i nostri ragazzi debbono essere affascinati dal mondo della terza dimensione, ovvero tutto ciò che si eleva da terra e va in aria e nello spazio. Siamo competenti e padroni di questa area: sacrificarsi per questo sogno è un primo dato.

Un secondo motivo è legato al nostro essere la risposta interforze di eccellenza: l’Aeronautica è meno ricca di tradizioni ed orgogliosa delle radici che ha nelle altre Forze Armate quali Esercito e Marina. Noi siamo la loro eredità nel dominio della terza dimensione e da sempre insegniamo e trasmettiamo la necessità di lavorare insieme e anche al servizio di quelle che sono le Forze Armate nelle quali abbiamo origine.

L’ultimo motivo è legato alla componente tecnologica di un’Aeronautica Militare che resta allo stesso tempo fortemente incentrata sull’uomo che ne costituisce la squadra. Pertanto, vi è la volontà manifesta di creare una leadership partecipata e inclusiva, un ambiente dove il personale possa realizzare sé stesso grazie a un processo comunicativo che possa mettere in relazione le persone.

Quali sono le caratteristiche che bisogna avere per diventare un eccellente cadetto?

Grazie alla reputazione che abbiamo, come Forza Armata nel Paese e all’estero, attiriamo ragazzi molto brillanti. Quello che ci serve è che sappiano essere capaci, comprendano la possibilità che gli viene data, chiedano ulteriori stimoli. Lo spirito di sacrificio è inevitabile e la volontà di mettersi al servizio degli altri pure. Vogliamo ragazzi ambiziosi, che amino la sfida, consapevoli di dire “io ho 10 anni davanti a me in cui posso costruire il mio futuro, un futuro che vedo al servizio del mio Paese in un percorso che dia alla mia vita senso e significato”. A noi spetta aiutarli a raggiungere queste ambizioni.

Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano sono usciti dall’Accademia di Pozzuoli. Luigi Broglio fece dell’Italia il terzo Paese, dopo Russia e USA, ad andare nello spazio. Le Frecce Tricolori sono ammirate nel mondo. Tre indizi fanno una prova: possiamo parlare anche in questo caso di eccellenza del Made in Italy?

L’eredità dell’Aeronautica Militare è pesante e avvertiamo il senso di sfida: quello di poter essere all’altezza della preparazione che è stata fornita a queste persone. Indubbiamente vedere questi risultati ci dà la sicurezza che molto di buono è stato fatto: sono eccellenze italiane, che non nascono dal nulla, ma sulle quali dobbiamo lavorare per avere basi adeguate per il futuro e in questo crediamo fortemente nel contributo che ci può venire dalle giovani generazioni. Dobbiamo investire molto e formare uomini e donne maturi e responsabili, capaci di operare, di dirigere, di affrontare sfide sempre più complesse nel futuro e per il bene comune.

È possibile candidarsi fino al 9 febbraio 2017. Per informazioni consultare i siti della Difesa e dell'Aeronautica Militare.