Il bando di concorso per la prima classe dell’Accademia Aeronautica apre la porta ad importanti (anzi uniche!) opportunità per giovani che stanno per lasciare il nido della loro famiglia e spiccare il volo della loro vita.
Ben inteso: questa metafora non vuole unicamente parlare della carriera di Pilota Militare, ma anche di tutte le altre Specializzazioni che servono per permettere di avere una difesa aerea moderna ed efficace.
Lo dico da pilota (non militare, ma se fossi Militare quello che sto per dire avrebbe ancora più importanza): senza ingegneri, navigatori, ufficiali tecnici e ruolo servizi - dalla meteorologia alla logistica, nessuno escluso - i piloti militari stanno per terra e i loro aeroplani chiusi nell’hangar.
Da ex allievo del I° anno di un corso dell’Accademia Aeronautica posso dire che già anche solo partecipare al concorso è una preziosissima lezione di vita: permette ad un adolescente di prender atto di quali requisiti di base deve avere chi “da grande” vuol essere un professionista e non un semplice mestierante.
E per chi dimostrerà di avere i requisiti per superare il concorso, si apre una strada verso una nuova famiglia, a cui si resterà legato per tutto il resto della propria esistenza e che ti starà sempre vicina ed unita. Avevo scritto qualcosa in merito tempo fa (v.articolo), anche se un mio scritto precedente che consiglierei per un giovane di qualità e valori per convincersi ad iscriversi al concorso, gli suggerirei di leggere quanto scrissi a proposito di una visita alla fabbrica dell’F35.
Ben inteso, non voglio fare pubblicità ai miei scritti, ma è il solo modo che ho per spingere qualche giovane di valore e qualità a non consegnarsi ad un futuro che non offre più nulla alla sua generazione.
Una forza armata (non esclusivamente l’Aeronautica Militare, ma questa beneficia di una spinta tecnologica certamente superiore ad altre) offre ancora una possibilità di futuro e di realizzazione che nessuna azienda civile italiana oggi e per i prossimi decenni può e potrà dare. E questa volta lo dico da dipendente di una delle aziende più ricche e prestigiose d’Italia.
Certo, in Accademia ci sarà da sacrificarsi, perché la selezione è continua e la vita è dura, ma è motivante e avvincente come un campionato di una disciplina sportiva, senza contare che in Accademia si ha a disposizione strutture didattiche e sportive che per disponibilià e qualità di mezzi non ha paragoni in campo civile.
Ma dal momento che come ho lasciato sottindendere, la mia esperienza di Accademia Aeronautica è distante nel tempo, è opportuno chiedere a chi oggi è coinvolto nell’iter formativo del cadetto qualcosa di specifico e utile a descrivere scenario attuale e futuro.
Non me ne vogliano i miei amici non appartenenti al ruolo naviganti, spero che quanto ho scritto poche righe fa dimostri la mia sincera stima e gratitudine per quanto quotidianamente fanno, anche senza “riflettori cinematografici “puntati…
Il maggiore Stefano C. del 61° Stormo si è reso disponibile a chiarire alcuni dubbi ed aggiornarci sull'iter che farà "spuntare le ali" ai ragazzi che supereranno la selezione.
Come è cambiata la formazione dei piloti militari da quando è stato Lei allievo?
Per diventare un pilota ci vuole passione, dedizione, capacità di impegnarsi a fondo e un’etica professionale spiccata. Tutto questo viene affinato e sviluppato da anni di addestramento ai massimi livelli. La ricerca della massima professionalità in un’era di ristrettezze economiche ha imposto una revisione di tutto il processo di formazione del pilota militare con l’obiettivo di riuscire a mantenere alta la qualità del prodotto finale riducendone il costo complessivo. Il risultato è stato una ridefinizione delle quattro fasi, mirata a cogliere anticipatamente le “skills” dell’allievo, specializzandolo meglio e prima sulla “linea volo” a lui più appropriata. Fino al 2014 gli allievi venivano indirizzati alle diverse linee al termine della fase III, quella che porta al conseguimento dell’ “aquila turrita”, il brevetto di pilota militare; la fase III era pertanto unica per tutti gli allievi piloti. Oggi invece la selezione per le diverse linee viene fatta subito dopo la fase II (quella di addestramento basico); la fase III è pertanto differenziata e viene svolta su velivoli diversi a seconda della linea su cui il pilota svolgerà il resto della sua vita operativa.
L’addestramento dei piloti si baserà su M345 e M346. Il secondo è già operativo. Ci sono novità riguardo all’entrata in servizio e sul tipo di utilizzo del primo?
Il 346 (foto) è operativo già da un paio d’anni ed è impiegato per la fase IV, la cosiddetta “Fighter Track”, quella, per capirci, cui segue l’impiego sui velivoli a più alte prestazioni aerodinamiche e avioniche: AMX, Tornado, Eurofighter, F35. Abbiamo appreso con grande soddisfazione la notizia dell’acquisto dei nuovi velivoli M345 e attendiamo con ansia che questi possano essere operativi per le fasi II e III del training al volo. Sicuramente sarà un ulteriore miglioramento tecnologico per l’addestramento dei futuri piloti dell’Aeronautica Militare.
Quali sono le principali cause di abbandono/bocciatura degli allievi alle scuole di volo?
È difficile schematizzare le cause di abbandono/bocciatura durante il corso di pilotaggio. Fortunatamente, grazie alle capacità di chi si occupa della selezione alla fonte, da un punto di vista statistico, si tratta di casi sporadici. In genere, gli allievi che non riescono a portare a termine l’addestramento, presentano una non adeguata attitudine e/o motivazione, fattori fondamentali per affrontare il volo nel modo migliore, sia dal punto di vista fisico, che didattico.
Come potrebbe concorrere il sistema scolastico a preparare un ragazzo/ragazza al percorso addestrativo di un pilota militare?
Il sistema scolastico attuale fornisce tutte le competenze necessarie per intraprendere e portare a compimento in maniera ottimale il percorso addestrativo di un pilota militare. Un requisito fondamentale è senza dubbio che i ragazzi abbiano una buona propensione allo studio e, soprattutto, come ho già detto, una forte motivazione che li spinga ad affrontare proattivamente i sacrifici necessari ad intraprendere una carriera impegnativa e faticosa, ma sicuramente ricca di soddisfazioni uniche.
L’Aeronautica Militare svolge periodicamente dei corsi di cultura aeronautica. Li ritiene uno strumento efficace per coinvolgere i giovanissimi e avvicinarli al mondo del volo?
Sì, lo ritengo uno strumento efficace per far conoscere il mondo aeronautico ai più giovani, soprattutto in particolari regioni geografiche dove la possibilità di vedere velivoli militari in attività è meno frequente rispetto ad altre. Inoltre questi corsi danno l’opportunità di reperire dei punti di contatto diretti per chi volesse approfondire le proprie conoscenze aeronautiche, o entrare a far parte dell’Arma Azzurra.
Un’eventuale attività di volo prima della selezione può essere positiva o negativa nella formazione di un futuro pilota militare?
Credo che abbia un’influenza limitata. In realtà, l’attività di volo di un pilota militare è del tutto particolare. La formazione del futuro pilota militare dipende da ben più complesse attività addestrative rientranti in un apposito percorso formativo. Tuttavia, poter effettuare qualche esperienza volativa può costituire comunque uno strumento per permettere ad un ragazzo di scoprire, attraverso le proprie sensazioni, il feeling e la passione per il volo.
Oggi non si assiste più al gran numero di eventi aeronautici di un tempo: manifestazioni aeree ma anche film. Si avverte questa mancanza di "propaganda" tra la gente comune?
L’Aeronautica Militare partecipa con i propri assetti di pregio a grandi eventi e manifestazioni aeree, come quella di Jesolo dello scorso agosto, trasmessa in diretta dalla televisione nazionale. Queste manifestazioni ricevono sempre attestazioni di gradimento e, in questi contesti, moltissimi ci mostrano la propria vicinanza ed il proprio calore. Tali partecipazioni hanno il duplice beneficio di rappresentare una importante forma di comunicazione con la popolazione e quello di avere un notevole risvolto addestrativo ad ampio spettro. Sicuramente sono opportunità utili, non solo per farci conoscere, ma anche per far sentire la nostra presenza e far comprendere ai cittadini quello che facciamo e quali sono i nostri compiti, primo fra tutti la difesa dello spazio aereo. In realtà ci sono tante altre occasioni in cui entriamo in contatto diretto con la popolazione civile e mi riferisco a tutte le attività di supporto alla cittadinanza che l’Aeronautica Militare quotidianamente svolge, insieme alle altre Forze Armate, ponendo la professionalità del suo personale al servizio esclusivo del bene dell’Italia.