I segreti del successo dell'industria della cybersicurezza di Israele

(di Maria Grazia Labellarte)
04/11/19

Cresce il ruolo dello Stato di Israele come leader nel mondo della difesa contro minacce virtuali, ma certamente pericolose al pari di quelle fisiche.

Di seguito la nostra intervista a Uri Ben Yaacov, tenente colonnello della Riserva Israeliana,  direttore dello Sviluppo e della Ricerca presso l'International Institute for Counter-Terrorism (ICT).

In Italia si sente spesso parlare del suo Paese come uno dei più avanzati al mondo nel settore delle nuove tecnologie e in particolare nel Cyber. Ci può raccontare in cosa consiste il segreto del vostro successo?

Israele è in pericolo, anche  nel mondo cyber, e questi pericoli sono considerati materia di sicurezza nazionale. In Israele, la richiesta di tecnologie avanzate è grande, sia per l’utilizzo di esse in ambito fisico che cyber. Numerose nazioni vivono al giorno d’oggi in uno stato di guerra, “ guerra tra le guerre” come qualcuno preferisce chiamarla. Si tratta di una guerra differente, diversa da tutto ciò che abbiamo visto in passato, una guerra tra tecnologie emergenti dove chi partecipa non è sempre identificabile e non può essere guidicato dalla comunità internazionale per le sue azioni. In questo scenario, un attore non statale potrebbe essere avvantaggiato rispetto alla sua reale posizione, e può essere impiegato come proxy da parte di un attore statale.
A causa di ciò, lo Stato di Israele è coinvolto nello sviluppo di nuove tecnologie, sia nel settore pubblico che privato. Sia nel campo di tecnologie generiche che legate al dominio cyber in particolare:
Il coinvolgimento dello stato parte dal sistema di educazione scolastica che incoraggia studenti di tutte le età a seguire corsi STEM ( Science, technology, engineering, mathematics).
Agli studenti viene presentata la possibilità di mettere in pratica le loro conoscenze durante il loro servizio militare ed in seguito di entrare a far parte di numerose compagnie che operano in questo settore. Parte di queste compagnie vengono assistite da Green Houses supportate dal Governo ( attraverso la Israel Innovation Authority o altre) o diverse altre Private Equities.

Abbiamo spesso sentito parlare dgli investimenti del settore delle start up cyber. Ci può dire come funziona la formazione cyber a livello scolastico? Come é organizzato lo Stato per sostenere le start-up più promettenti? Come fate ad individuarle? Come promuovete l'innovazione nel campo della cyber?

Avendo riconosciuto che la sicurezza di Israele dipende dalle generazioni future, una delle priorità del Governo consiste proprio nel preparare la prossima generazione alle sfide del futuro. 
Così, il coinvolgimento dello stato comincia nell’educazione scolastica, incoraggiando gli studenti di tutte le età. Il Governo ha posto queste materie ( soprattutto la matematica) come priorità se si vuole mantenere all’avanguardia nell’ambito high-tech.
Organizzazioni come la “Israeli Advanced Technologies Industries” lavorano assieme ai ministeri del Governo, compagnie high-tech ed organizzazioni no profit per l’educazione al fine di promuovere l’apprendimento di materie STEM in Israele e connettere i diversi stake holders.
L’Israeli Innovation Authority è una agenzia indipendente finanziata pubblicamente che si occupa dell’ecosistema delle nuove tecnologie, in crescita costante. Ciò è indirizzato a servire le tecnologie innovative dal loro primo stadio di impresa, fino al marketing in ambito internazionale e alla fase di produzione. Questa autorità fornisce agli imprenditori e alle compagnie strumenti pratici ( ed anche piattaforme di finanziamento se necessarie), cominciando dal business plan, sviluppo dei prodotti e la transizione sul mercato internazionale.

Si legge spesso che l'AI é sempre più indispensabile nel mondo cyber, sia per velocizzare l'analisi di enormi quantità di dati, sia per sottrarre l'uomo a compiti ripetitivi e alienanti. Non si rischia di portarsi in azienda o all'interno di una organizzazione, degli strumenti troppo complessi e difficilmente gestibili?

Tutti corrono dei rischi. Tutto sta nel vedere se i vantaggi superano i rischi quando si avanza in nuove tecnologie. L’elemento umano è cruciale nel processo di decision making e dunque vi è una corda sottile sulla quale si cammina provando a bilanciare i richi e le ricompense delle nuove tecnologie.

Quali sono le relazioni tra Etica e Intelligenza Artificiale?  Quali sono i rischi legati alla convivenza di esseri umani e AI? Vi sono degli Stati, come l'Estonia per esempio, che sta cominciando a pensarci seriamente, voi come vi ponete in merito?

Il campo dell’intelligenza artificiale è molto interessante, emozionante  e pieno di opportunità. Comunque, continuando ad avanzare in questo campo e assegnando sempre più compiti alle macchine specialmente dove legge, privacy, applicazione delle leggi si intersecano pongono una nuova serie di domande di natura etica. L’AI può essere più veloce nel processare grandi quantità di dati ma non può compiere decisioni di natura emotiva-etica. Rimuovendo l’uomo dall’equazione, la perdita di moralità nel compiere decisioni viene persa sotto ogni aspetto, e quindi avanzando in questo settore ci spingiamo sempre più verso i limiti della nostra etica. Eserciti di tutto il mondo stanno già adattando tecnologie che sfruttano l’AI e robotica per creare nuovi sistemi per armi o soldati. Quando sarà un computer a scegliere se sparare o no, a prendere decisioni di natura emotiva ed etica-morale sul campo di battaglia? I rischi risiedono nel permettere ai computer/macchine di prendere il sopravvento in ogli aspetto delle nostre vite e renderle automatizzate, tagliando fuori l’aspetto umano. Corriamo il rischio di perdere la nostra moralità e il processo etico di decision making. Credo che un paese così interconnesso come l’Estonia potrebbe incorrere in numerosi rischi se non viene fatta attenzione. Ma essere così interconnessi può creare nuove strade, mostrarle al mondo ed essere il pioniere. Tutto ciò senza menzionare il rischio di attacchi informatici e l’accesso di suddette tecnologie a mani sbagliate.

La dimensione cyber é sempre più impiegata a supporto dell'Intelligence. Sia per scopi militari che industriali. Quali sono i rapporti tra le due discipline?

La dimensione cyber permette una interconnettività mai conosciuta in passato, tra persone, prodotti e tra tutti i tipi di piattaforma. Le capacità cyber supportano tutti i tipi di intelligence, per essere sempre un passo avanti rispetto agli avversari sia nell’ambito militare sia nell’ambito industriale si deve possedere la migliore “intelligence”. Ciò significa che il supporto delle tecnologie cyber è cruciale. Ora stiamo vedendo che compagnie private ed industrie stanno creando nuovi strumenti cyber a cui le organizzazioni militari sono sempre più interessate. Per i militari è importante non dover investire troppo in R & D, compito delle compagnie private che traggono profitto dalla vendita ai militari. In definitiva le relazioni tra industria e Forze Armate si rafforzano sempre più.

Foto: IDF / Milrem Robotics