Il caso Ermellino: Vietato alzare la mano?

(di Andrea Cucco)
20/04/20

Pochi giorni addietro è scoppiata una piccola bufera per un'interrogazione parlamentare: l'on Alessandra Ermellino, membro della commissione Difesa del Movimento 5 Stelle, ha chiesto delucidazioni sui ritardi dei servizi segreti nel comunicare l’arrivo del coronavirus in Italia. Immediate proteste e prese di distanza da parte dei colleghi di partito...

Abbiamo contattato l'autrice dei “versetti satanici de noantri” perché, al di là del caso in sé, riteniamo inappropriato che si possa condannare un parlamentare semplicemente per aver argomentato una domanda.

Che lo si ammetta o meno, viviamo in un regime in cui l'informazione, salvo casi davvero “strani”, non è libera ed indipendente. Tale limitazione trae origine dalla stessa Costituzione Repubblicana. E su questo cominceremo presto una battaglia...

Il caso Ermellino però sottolinea altro: deve un rappresentante democraticamente eletto smettere di esercitare la propria funzione di controllo nel momento in cui il proprio partito è al governo?

Se in Italia non si selezionassero costantemente le domande, forse non si avrebbe timore a fornire risposte.

Onorevole Ermellino, quando ha cominciato a comprendere che qualcosa non tornava nei dati sul Coronavirus?

In qualità di parlamentare e di cittadina attiva sono chiamata ogni giorno a informarmi e a studiare. Tra l’altro, ciò che ho fatto raccogliendo e verificando le fonti alla base della mia interrogazione parlamentare, avrebbe potuto farlo chiunque in quanto sono tutte informazioni pubbliche, facilmente reperibili tramite un buon uso dei motori di ricerca. Di sicuro posso tranquillamente affermare che il lavoro alle spalle della mia interrogazione parlamentare non si è basato sul pregiudizio che qualcosa non dovesse per forza tornare. Se dovessi tuttavia circoscrivere la causa determinante degli step che mi hanno portato a questa interrogazione, direi che è stata la ricezione degli highlights della Relazione annuale sulla sicurezza. 

Secondo lei anche il governo italiano dovrebbe chiedere all'OMS informazioni su chi ha condotto le indagini in Cina per valutarne capacità ed indipendenza?

L’OMS ha delle diramazioni capillari capaci di tenere conto dei dati e del quadro politico in cui operano elementi della governance, perseguendo l’obiettivo comune di salvare vite umane. Gli Stati sono chiamati a questo: tutelare i cittadini, facendo il possibile per cercare di non rincorrere gli eventi. Se qualcuno sente la necessità di verificare dei dati, come affermato da Ranieri Guerra, dovrebbe essere libero di farlo. Personalmente mi concentrerei sul futuro, dato che i tempi e le modalità di reazione all'epidemia prima e alla pandemia poi hanno fatto la differenza, per ora, sul bilancio dei contagiati e dei decessi.

L'art 68 della Costituzione dice che “i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse”, lei ha scatenato un polverone non per una dichiarazione ma per una semplice interrogazione. Siamo messi così male?

Lei cita l’articolo 68 della Costituzione ma senza andare in là, l’articolo 21 sancisce un diritto di tutti, non solo dei parlamentari. Ritengo il mio atto non solo legittimo bensì dovuto. 

Avrà messo in imbarazzo qualcuno con l'interrogazione...

Personalmente sento la necessità di fornire risposte oltre che ai cittadini tutti, soprattutto ai parenti delle oltre 20.000 vittime di questa pandemia: madri, padri, figli morti in solitudine senza neppure l’ultimo abbraccio dei loro cari. 

“Alimentare colpevolmente la diffusione di notizie false è un comportamento molto grave che aumenta un’inutile dietrologia e contribuisce a creare confusione... Continuiamo ad essere al fianco del governo e ci impegniamo a fare tutto quanto in nostro potere per garantire sempre gli interessi dei cittadini” hanno detto in un comunicato i suoi colleghi M5S della Camera. Le reazioni l'hanno sorpresa? Si aspettava nette prese di distanza dallo stesso Movimento?

Mi pare evidente che i miei colleghi esprimano una sensibilità agli eventi e alle informazioni diversa dalla mia. Quando un parlamentare deposita una interrogazione, l’atto passa al vaglio tecnico del sindacato ispettivo, quest’ultimo, per verificarlo, parte sempre dalle fonti. Io le ho fornite tutte, e ripeto sono tutte pubbliche. Quindi di falso non c’è proprio nulla, con quelle affermazioni si mina sia il mio lavoro che quello delle persone deputate alla pubblicazione degli atti. Invito quindi i miei colleghi e l’intero gruppo M5S Camera a leggere e approfondire le basi del mio atto, altrimenti dovrei pensare che siano mossi da altre intenzioni.

Se nemmeno un parlamentare può porre un interrogativo, dovrà essere propinata ancora a lungo la balla clamorosa della libera informazione nazionale?

Affermare che il tema della libera informazione nazionale sia una balla clamorosa è un po’ una semplificazione. Il tema dell'informazione in Italia è alquanto delicato, abbiamo ad esempio giornalisti che vivono sotto scorta o che, nel caso di Jacopo Iacoboni sono stati platealmente minacciati da un rappresentante istituzionale di un paese straniero, la Russia, come anche il Ministro Di Maio ha ribadito. Per quanto mi riguarda rimango fedele ai temi e ai principi originari del M5S, in cui mi sono riconosciuta, e tra questi figura anche la tutela e la promozione della libera informazione nazionale.

Con l'esperienza in commissione Difesa che idea si è fatta dei nostri Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica? Intoccabili, temuti ed incontestabili o "perfettibili"?

I nostri servizi di informazione meritano il massimo rispetto, penso per esempio a un uomo caduto sul campo come Calipari, ma guai a dimenticare che sono donne e uomini retribuiti con denaro pubblico e che sono chiamati a svolgere un ruolo strategico per la sicurezza del Paese, anzi per me dovrebbero essere l'anima e l'intelligenza dello Stato. Cercare di fare luce su ciò che (da anni) viene fatto o non fatto, detto o non detto, nelle numerose sedi, l'ultima quella di Piazza Dante, è funzionale ad una volontà di far pace col nostro passato recente, far pace con tutte quelle pagine strappate dal libro della verità a cui hanno diritto i cittadini italiani. La coscienza me lo impone, nel rispetto dei valori costituzionali di disciplina e onore che dovrebbero essere la guida delle azioni di ogni libero cittadino.

Cosa mi può dire sulla storia (anche prima di stare al governo) dei rapporti con la Cina da parte del Movimento?

Il MoVimento 5 Stelle, prima di salire al Governo del Paese prima con la Lega e successivamente con il Pd, era notoriamente una forza di opposizione, caratterizzata da tutta una serie di proposte e azioni influenzate dal ruolo ricoperto. Stare al Governo è tutta un’altra storia, le responsabilità e i contatti che si creano sono completamente differenti. Di certo il MoVimento 5 Stelle non è mai stata una forza politica basata sul protezionismo, quindi sicuramente a favore di rapporti internazionali che però devono mantenere alla base la tutela del made in Italy.

(A seguire il testo dell'interrogazione del 16 aprile negli "Atti parlamentari di controllo")