Il traffico di esseri umani può senza dubbio esser considerato una delle più delicate crisi contemporanee. La sua complessa risoluzione, che oggi vede l'Unione Europea schierata in prima linea per contrastare le organizzazioni criminali che sfruttano il fenomeno dei flussi migratori spinti da conflitti, povertà e persecuzioni nell'area nord-africana per trarre profitto dal commercio di esseri umani, è stata affidata ad una Task Force inter-europea comandata dall'ammiraglio di divisione della Marina Militare Italiana Enrico Credendino che dal 18 maggio 2015, dall'European Union Naval Force (IT EU-OHQ) di Roma, comanda e coordina l'Operazione EUNAVFOR MED 'SOPHIA' (v.approfondimento).
Difesa Online ha avuto il privilegio e l'onore di intervistare l'ammiraglio Credendino, recandosi a visitare il Quartier Generale per capire, e raccontarvi, tutto il lavoro che si cela dietro i ragguardevoli risultati dello sforzo inter-europeo per contrastare il contrabbando di esseri umani.
Ammiraglio, l'opinione pubblica conosce la parte finale del vostro operato non sapendo che a monte c'è una struttura complessa impegnata giorno e notte. In che cosa consiste il lavoro "sconosciuto" che fate?
Tutto il lavoro che può vedere qui, nell'IT EU OHQ di Roma, può dare una dimensione della varietà delle azioni che svolgiamo e della cooperazione necessaria per portare a termine una missione complessa, quanto importante, come EUNAVFOR MED. Ci troviamo nel Quartier Generale che l’Italia ha messo a completa disposizione dell’Unione Europea e dove opera uno staff internazionale di 175 uomini suddiviso in diverse 'cellule' specializzate, ognuna in un compito specifico. Come questo ce ne sono altri 4: il CPCO di Parigi, il PJHQ di Northwood, l'EU OHQ tedesco di Potsdam e l'UE OHQ greco di Larissa. Dal 22 Giugno 2015 (fino al 27 luglio 2017) da questo OHQ si coordinano tutte le operazioni internazionali contro il traffico di esseri umani.
Io mi occupo del comando strategico militare; ho disegnato l’operazione SOPHIA e ne seguo ogni movimento coordinandomi con la nostra Centrale Operativa che monitora h24 l'area interessa e con la mia interfaccia in 'alto mare': l'ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto che è imbarcato sulla portaeromobili Garibaldi e comanda la parte tattica.
Dipendo direttamente dal comitato politico di sicurezza dell’EU, dunque dall'alto rappresentante del Consiglio Europeo Federica Morgherini e dagli ambasciatori che rappresentano i paesi membri del consiglio dell’UE. Mi sono occupato e tutt'ora mi occupo di tutte le relazioni necessarie a disegnare e portare avanti l’operazione EUNAVFOR MED (rinominata 'SOPHIA' in onore di una bambina somala data alla luce sulla fregata tedesca Schleswig-Holstein (foto) precedentemente impegnata nell'operazione). Ho stabilito personalmente tutti i contatti necessari allo svolgimento della missione con l'Unione Africana, la Lega Araba, le Nazioni Unite e tutte le sue estensioni, la NATO e le organizzazioni non governative che operano nel tratto di mare interessato dalle nostre 'operazioni'.
Lo staff che opera nel OHQ è suddiviso in diversi team: piani, operazioni, intelligence; c'è uno staff che sviscera tutti gli aspetti legali e ci sono 3 fondamentali 'political advisor': elementi altamente qualificati che essenzialmente di occupano di 'capire come funziona il mondo esterno’. Questi sono tutti ingranaggi fondamentali per costruire l’operazione: capire il funzionamento del modello di business dei migranti, come funziona quello dei traffici illeciti delle armi che finiscono in Libia e agire per contrastare questi crimini più efficacemente possibile nel pieno rispetto di regole e convenzioni.
Tramite la 'Centrale Operativa', armata 7 giorni su 7, h24, e attraverso e le altre figure chiave del OHQ che sono, come si suol dire ‘sempre al pezzo’, vengo informato costantemente su ogni movimento nel tratto di mare interessato; anche quando sono a Bruxelles per incontrare i vertici del consiglio EU, sono in costante contatto con il nostro ‘Force Commander’ sulla Garibaldi e ovunque mi trovi dirigo direttamente le operazioni.
In base alla sua esperienza, l'attività che svolgete necessiterebbe di un incremento di mezzi e risorse per svolgere il compito che l'Unione Europa vi ha affidato?
Qualunque comandante alle operazioni desidererebbe sempre avere più mezzi e più risorse per svolgere in maniera più efficace la sua missione (...) diciamo che oggi abbiamo un numero di mezzi e risorse sufficienti per andare avanti. Presto arriveranno nuove navi. Alla 'Task Force' già composta da 5 unità navali: la portaeromobili Garibaldi, la nostra 'FlagShip', la nave ausiliaria tedesca FGS Werra e la caccia mine tedesca FGS Datteln, il survey vassel HMS Enterprise britannico, la fregata spagnola 'Reina Sofia'; e ai 6 aeromobili: un MPA SW3 Merlin III lussemburghese, un CN-235 Vigma D-4 , due elicotteri italiani AB212, un SH90 e il MPA Falcon 50 francese), si uniranno una nave francese, un'altra nave britannica, e in ottobre una nave olandese, una nave belga, e un sommergibile portoghese.
Questo ulteriore impiego di mezzi da parte degli stati membri deriva dal fatto che l’operazione sta crescendo in numeri e consistenza; oltre a combattere gli scafisti ed i trafficanti di essere umani, abbiamo ricevuto due compiti aggiuntivi: l’addestramento della Guardia Costiera, della Marina libica e il controllo dell’embargo alle armi verso la Libia in accordo alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU. In questo l’Italia svolgerà un ruolo determinante, poiché l'addestramento sarà a guida italiana e si svolgerà sulla nave anfibia San Giorgio (L9892), dove già in settembre si svolgeranno le prime fasi dell’addestramento della Marina Libica.
Sempre secondo la sua esperienza, potrebbe dirci se ha riscontrato un'evoluzione del modello seguito dalle organizzazioni criminali coinvolte nel commercio di esseri umani?
Partiamo dall'assunto che la migrazione è un fenomeno estremamente complesso da analizzare, soggetto a diverse variabili e in continua mutazione. Noi ad oggi abbiamo ricevuto il mandato per operare esclusivamente in acque internazionali: questo ci permette essenzialmente di fermare le imbarcazione sospette e di impedire agli scafisti di recuperare barconi e gommoni che prima venivano metodicamente abbandonati dopo i soccorsi per essere riutilizzati per altri 'viaggi'.
Da quando SOPHIA è diventata operativa (nel tempo record di un mese dalla sua pianificazione) è stato impedito agli scafisti di recuperare le attrezzature impiegate per i loro traffici: gommoni, grosse imbarcazioni in legno, motori fuori bordo e navigatori gps sono stati regolarmente sequestrati e le imbarcazioni affondate (per evitare di lasciarle alla deriva e rischiare collisioni con altre imbarcazioni) infliggendo un duro colpo a queste 'organizzazioni criminali' che, come nel caso della Libia, fruttano il 30-40% del PIL del paese. Oltre all'effetto deterrente abbiamo registrato effetti 'concreti', se vogliamo chiamarli così: parliamo di 200 imbarcazioni impiegate per il traffico di esseri umani neutralizzate e dell'arrestato di 75 scafisti. È evidente quindi come le organizzazioni criminali operino in maniera meno efficace di prima e come si siano dovute 'adattare' alla nostra presenza.
Può spiegare ai nostri lettori l'importanza strategica del vostro Centro Operativo?
Come dicevo, la Centrale Operativa è collegata con la portaerei Garibaldi (subentrata alla Cavour) che è la nostra Flag Ship e dove è presente il nostro Force Commander. Lo scopo del Centro Operativo, dotato dello medesimo sistema di scambio informativo di FRONTEX, è quello di conoscere di tutto quello che avviene nell’ambiente marino del Mediterraneo. Da questa sala gli operatori monitorano 24 ore al giorno tutto ciò che avviene nell’area delle operazioni nella quale SOPHIA interviene - la cosiddetta Maritime Situational Awareness - e questo ci consente semplicisticamente di capire 'chi e sono i buoni e chi sono i cattivi' per intervenire quando necessario e contrastare gli scafisti, i trafficanti di essere umani, e per implementazione dell’embargo delle armi che provengono e vengono inviate in Libia.
Potrebbe fare un bilancio dell’operazione SOPHIA?
Il bilancio è molto positivo. SOPHIA è il risultato della concreta volontà dell’Unione Europea di agire come 'Unione': attivando un operazione navale/marittima a sua intera guida nel Mediterraneo per arginare la crisi del traffico di esseri umani. L’operazione, lanciata nel tempo record di un mese vanta l'ulteriore - e forse più importante primato - in quanto 'operazione con il maggior numero di membri aderenti mai registrato in una missione UE: vi aderiscono infatti 24 paesi(AUT, BEL, BGR, CYP, CZE, ESP, EST, FIN, FRA, GER, GBR, GRE, HUN, ITA, LAT, LIT, LUX, MAL, NED, POL, POR, ROM, SLO, SWE). Ogni paese contribuisce in maniera attiva, inviando navi, aerei, supporto logistico o gli essenziali 'boarding team'.
Come vede il coordinamento del dispositivo di EUNAVFOR MED con tutte le altre operazioni in atto in mare, ad esempio Mare Sicuro e Triton di FRONTEX?
Il coordinamento è ottimo ed è da considerarsi come il punto di forza dell'intera operazione. Esiste un protocollo d’intesa con Frontex, con la NATO e con i paesi indipendenti che hanno inviato navi che contribuiscono alle operazioni congiunte nel Mar Mediterraneo ma rimangono a guida nazionale (è il caso dell'Irlanda al momento). Ho ufficiali di collegamento presso l'agenzia FRONTEX e loro hanno ufficiali di collegamento presso il nostro OHQ per cooperare in maniera sinergica e dinamica. Lo stesso avviene anche con 'Mare Sicuro'.
Le cito per esempio il blocco di due imbarcazioni e la conseguente scoperta e arresto di 17 scafisti avvenuto in perfetta cooperazione con le unità dispiegate nell'operazione 'Mare Sicuro': le due imbarcazione sospette sono state intercettare dalla nostra unità inglese con l'ausilio di uno degli elicotteri italiani, ma poiché troppo distanti l'informazione è stata immediatamente passata alle unità di 'Mare Sicuro' che sono intervenute per bloccare le imbarcazioni sequestrandole e arrestando gli scafisti.
Anche la cooperazione con le ONG attraverso lo scambio di informazioni sul nostro forum comune SHADE MAD è essenziale. Lì i nostri 'working group' in costante contatto si coordinano per operare il più efficacemente possibile ed è un nostro grande punto di forza. All'ultimo appuntamento del Forum SHADE MED lo scorso maggio hanno partecipato ben 145 rappresentanti da 74 diverse organizzazioni civili, militari e non governative. Questo ha portato non pochi vantaggi nella cooperazione per contrastare sempre più efficacemente il traffico di esseri umani.
(foto: EUNAVFOR MED)