Chiamate a lavorare nel silenzio, a svolgere le cosiddette operazioni non convenzionali ad effetto strategico, sono loro: le “forze speciali”, unità militari addestrate a condurre azioni particolari di difesa. Le tipologie variano sensibilmente a seconda del momento storico e dello stato a cui si riferiscono.
Ci chiediamo come e cosa sia cambiato per loro e per i loro reparti oggi.
Nell’antica fortezza del Varignano, sede del Raggruppamento Subacquei ed Incursori della Marina Militare, per soddisfare il nostro quesito abbiamo incontrato il comandante di COMSUBIN, il contrammiraglio Massimiliano Rossi.
In tempo di guerra convenzionale cambia qualcosa per la componente Forze Speciali?
Sostanzialmente no.
Di fatto le operazioni speciali sono altamente rischiose e per abbassare questo rischio l’addestramento deve essere improntato al massimo realismo. Reparti che, per esempio, sono abituati da sempre ad utilizzare munizionamento da guerra anche nelle attività addestrative, hanno standard altissimi di preparazione in ogni fase delle operazioni: dall’inserzione, all’azione sull’obiettivo, fino all’esfiltrazione.
Quindi in considerazione di quanto accennato, un cambiamento, a mio parere, non c’è. Tra tutti gli scenari che consideriamo, scegliamo sempre il peggiore: una forza ostile con il massimo addestramento e dotazioni all’avanguardia.
Ipotizzare un nemico con visore notturno o camera termica è qualcosa verso cui ci siamo sempre addestrati. Questo anche se, negli ultimi vent’anni, ci siamo confrontati anche con avversari con capacità di combattimento inferiori.
È importante sottolineare che in un conflitto convenzionale sono le forze regolari a dover essere curate ed addestrate? Le forze speciali non possono assolvere un impegno in cui sono i numeri a contare…
Certamente, le forze speciali sono una componente di una manovra più grande. I conflitti di questo genere hanno ovviamente una connotazione ad ampio spettro con in gioco grandi numeri in termini di uomini e mezzi. I reparti speciali possono contribuire a determinare effetti strategici di un certo tipo ma non si può pensare di vincere solo con loro.
L’Intelligenza Artificiale è sempre più presente sui campi di battaglia.
L’intelligenza Artificiale si sta rapidamente sviluppando e avrà effetti in tutti i domini. È una tecnologia che offre vantaggi strategici e vi sono sistemi che possono svolgere missioni di sorveglianza anche in maniera autonoma elaborando grandi quantità di dati per ottenere informazioni accurate per la condotta delle operazioni.
Siamo cresciuti negli anni ‘80… Un “incursore robotico” potrebbe essere ipotizzabile nell’arco di un decennio? Il combattimento in aree urbane, per fare un esempio, è ancor oggi un “bagno di sangue”.
Sì ma ritengo l’uomo sempre e comunque centrale. Anche se si vedranno sempre più droni e veicoli speciali in ogni ambiente, compreso quello subacqueo, e con sempre maggiori capacità, dovrà esserci sempre dietro un uomo a fornire il valore aggiunto alle capacità della macchina.
L’Intelligenza Artificiale sarà sempre più in grado di prendere decisioni, con maggior rapidità, riuscendo ad apprendere dagli errori commessi. Tuttavia la presenza umana sarà a mio avviso imprescindibile.
“Apprendere dagli errori commessi…”. L’uomo non ne è spesso capace!
Abbiamo anche noi sistemi per capire le lezioni ricevute.
Quali sono le necessità, in questo momento, alla luce degli eventi?
Siamo sempre attenti ed impegnati anche in attività promozionali mirate all’arruolamento, in un settore di nicchia e di eccellenza quale è quello di una forza speciale come gli Incursori di Marina. Gli standard sono e devono rimanere sempre elevatissimi per chi decide di intraprendere questo tipo di carriera e dovremo cercare di migliorare dal punto di vista delle gratificazioni personali non solo di carattere economico.
Ad esempio, la conoscenza della lingua inglese è fondamentale, come in ambito civile: occorrono quindi incentivi per far si che i giovani siano in linea con tale requisito, basilare anche per un militare delle forze speciali.
Foto: Difesa Online / Marina Militare