“Dando uno sguardo alla storia degli attacchi jihadisti e alle decisioni di Osama Bin Laden di sviluppare eventuali attacchi biologici e chimici, capiamo che il fallimento è stato totale”.
A parlarci di CBRN ed eventuali attacchi in Europa, partendo da un excursus storico, è il dottor Ely Karmon, politologo, ricercatore presso l'Istituto internazionale per la lotta al terrorismo (ICT) e all’Istituto per la Politica e Strategia presso il Centro interdisciplinare (IDC) di Herzliya, Israele.
Un ex segretario della difesa statunitense William Cohen dichiarò, nel 1995, che le armi di distruzione di massa (WMD), il terrorismo, e quello chimico, biologico e nucleare avrebbero rappresentato la principale minaccia strategica per gli Stati Uniti nel ventunesimo secolo. Fortunatamente, dopo gli attacchi chimici da parte dei giapponesi Aum Shinrikyo nel 1994-1995, quello occorso negli Stati Uniti nell’ottobre 2001 e gli attacchi con cloro di al-Qaeda in Iraq nel 2006-2007, non ci sono stati gravi incidenti CBRN in tutto il mondo. Quanto è grave oggi la minaccia di proliferazione di sostanze chimiche? E la minaccia della proliferazione nucleare?
Alla sua nomina nel 1995, il segretario alla Difesa William Cohen presentò la minaccia terroristica CBRN come quella strategica per gli Stati Uniti nel ventunesimo secolo, riferendosi principalmente al terrorismo nucleare, anche se, la maggior parte delle analisi e dei ricercatori, ritenne la minaccia ad "alto rischio" ma con "probabilità molto bassa".
Dopo la caduta del Comunismo, in Unione Sovietica, ci fu la preoccupazione che le enormi infrastrutture nazionali, che comprendevano sottomarini nucleari, bombe e missili potessero cadere nelle mani di terroristi. Questo non accade nella vita reale per diversi motivi. Ci fu un accordo USA-Russia e la maggior parte dei materiali nucleari, compresi uranio e plutonio, fu messa sotto controllo, mentre paesi in questo momento indipendenti come Kazakistan e Ucraina vendettero le loro armi nucleari, smantellate, agli Stati Uniti.
All'epoca si mormorava che Osama bin Laden volesse comprare venti bombe nucleari dal Kazakistan. Era una palese una bugia: il governo russo capì rapidamente i rischi per la società e per i propri interessi e prese misure per rafforzare la sicurezza e la difesa delle infrastrutture nucleari, compresa la formazione di forze speciali al fine di difendere gli impianti. I servizi di polizia e di sicurezza in Russia, ma anche in Occidente, come in Germania o in Svizzera, agirono pertanto contro venditori - o acquirenti - di materiali nucleari e li arrestarono prima che potesse accadere qualcosa di grave. Queste operazioni furono pubblicizzate per scoraggiare altri, criminali e terroristi, e non essere coinvolti in tali accordi.
Il terrorismo nucleare è ancora considerato una minaccia molto grave perché un tale evento potrebbe mettere in pericolo il tessuto stesso delle società democratiche, con enormi conseguenze sociali e politiche. Per questo motivo, negli Stati Uniti c'è un controllo molto rigoroso del flusso di container dall'estero e ogni importazione da porti stranieri deve essere controllata secondo le norme e i protocolli delle dogane degli Stati Uniti, al fine di minimizzare il rischio che un dispositivo nucleare possa entrare di contrabbando nel territorio degli Stati Uniti.
Nel 2008, secondo la Commissione statunitense sulla prevenzione della proliferazione e del terrorismo delle WMD (Weapon of Mass Destruction), il 74% degli esperti del terrorismo intervistati "considerava il Pakistan, il paese più a rischio di trasferimento di know-how di tecnologia nucleare a terroristi nei futuri tre-cinque anni." Questo paese è ancora una minaccia?
Per quanto riguarda la minaccia posta dal Pakistan, posso dire che è ancora la principale minaccia nucleare, perché il Pakistan ha diverse strutture nucleari e un arsenale di circa 80-100 bombe. L'Arabia Saudita è stata coinvolta nel finanziamento del programma nucleare pakistano e al momento il primo ministro pakistano ha presentato il progetto come "bomba islamica".
Va ricordato che lo scienziato nucleare pakistano Bashiruddin Mahmood, ex capo del reattore di plutonio Khushab del Pakistan, aveva stretto legami con Al Qaeda e i talebani. Dopo 9/11 è stato arrestato con altri affiliati dall’intelligence del Pakistan (ISI) su richiesta del governo degli Stati Uniti. Ma poi fu liberato.
I leader di al-Qaeda provarono a contattare anche la famigerata rete di approvvigionamento clandestino di armi nucleari dell'infame Abdul Qadeer Khan che rifornì l'Iran, la Corea del Nord e la Libia di tecnologie e know-how nucleari. Questi tentativi furono respinti dal network di Khan.
Oggi il pericolo principale è rappresentato dai gruppi radicali pakistani jihadisti, alcuni dei quali sono stati formati in passato dall'esercito pakistano e dai Servizi d’intelligence per combattere l'India in Kashmir, che ora lottano contro il proprio governo.
Negli ultimi dieci anni, alcuni attacchi terroristi sono avvenuti vicino a impianti o infrastrutture nucleari. Otto persone sono state uccise in un bombardamento suicida nel 2007 a sud della capitale pakistana. Kamikaze nel 2008 attaccarono gli accessi della base aerea di Kamra in Pakistan (sospetto deposito di ordigni nucleari) e del Wah Cantonment (ritenuto un impianto di assemblaggio di armi nucleari). Due altri attacchi di alto profilo da parte dei terroristi a basi militari ritenute inviolabili in Pakistan, il primo al quartier generale dell'esercito pakistano a Rawalpindi nell’ottobre del 2009 e il secondo alla base dell'aviazione navale di PNS Mehran, vicino a Karachi, nel maggio 2011, hanno rinnovato le preoccupazioni per la sicurezza dell'arsenale nucleare del Pakistan.
Ciò che deve essere preso in considerazione, oltre al Pakistan, in particolare in Europa, potrebbe essere un attacco alle strutture nucleari esistenti, come i reattori civili. Per questo motivo, in Francia, che ha il maggior numero di centrali nucleari (49), esiste una rete di batterie antiaeree che protegge lo spazio aereo sopra questi impianti. Il sorvolo di queste aree è vietato.
La relazione della Commissione sull’undici Settembre, evidenziò come sia Mohammed Atta, uno dei piloti, sia Khalid Sheikh Mohammed, la mente degli attentati, avessero considerato come target anche un impianto nucleare. Alla fine decisero di evitare obiettivi nucleari, probabilmente perché Osama bin Laden temeva già il livello della tremenda rappresaglia degli Stati Uniti.
Nell’ottobre del 2001, funzionari statunitensi interruppero le operazioni dell'impianto di Three Mile Island in Pennsylvania per quattro ore e sospesero i voli nei vicini aeroporti, sotto una "minaccia credibile" di terrorismo. L'allerta rientrò rivelandosi un falso allarme.
Una minaccia si è manifestata in Belgio, dove un alto funzionario addetto al reattore BR-2 presso il centro di ricerca nucleare belga è stato oggetto di registrazioni video clandestine, da parte di un sospetto complice nell'attacco terroristico di Parigi del 13 novembre 2015 che fece 130 vittime. La polizia belga scoprì il materiale mentre perquisiva la casa di un soggetto che aveva legami con il gruppo terroristico dello Stato islamico. Le autorità belghe hanno ipotizzato che il gruppo stesse cercando di trovare un modo per raccogliere materiali radioattivi dal centro di ricerca, forse rapendo l’alto funzionario o uno dei suoi familiari. Un primo passo nella costruzione di una bomba.
E che dire di paesi come Corea del Nord, Iran, Siria e Libia? Questi paesi nel corso dell'ultimo decennio sono stati al centro della questione. Sono ancora una grave minaccia?
In passato, tutti i paesi canaglia dotati di infrastrutture nucleari, anche se non di ordigni, come la Corea del Nord, Iran, Siria, Iraq, Libia, sono stati considerati come potenziali fornitori di armi chimiche o nucleari per organizzazioni terroristiche.
Durante i sette anni di guerra civile, la Siria, che aveva un enorme arsenale chimico sparso in circa cinquanta basi, ha perso il controllo di alcune di queste infrastrutture. Tuttavia, la maggior parte degli attacchi chimici conosciuti in Siria sono stati inscenati dal regime di Bashar al-Assad contro l’opposizione militare e civile, con cloro e sarin.
In Iraq, anche se negli anni novanta la maggior parte degli impianti chimici è stata eliminata dagli ispettori internazionali, l'enorme complesso di Al Muthanna CW è stato occupato dall'ISIS nel 2014. Nelle distrutte strutture sotterranee probabilmente era rimasto un certo quantitativo di agenti chimici, in particolare gas mostarda. Il primo attacco chimico conosciuto dello Stato Islamico è stato nel luglio del 2014, contro i curdi nella città assediata di Kobani, nel nord della Siria. Poi sono seguiti altri attacchi contro le forze Peshmerga curde in Iraq...
Ex esperti di Saddam Hussein di guerra chimica erano attivi nelle fila dell'ISIS. Salih Jasim Muhammed Falah al-Sabawi (conosciuto anche come "Abu Malik"), un esperto di armi chimiche che si unì all'ISIS nel 2005 fu ucciso nel gennaio 2015 in un attacco mirato degli Stati Uniti vicino a Mosul. Aveva lavorato presso l'impianto di produzione di armi chimiche Muthanna ed era conosciuto come un combattente di medio livello che forniva mezzi per sviluppare armi chimiche.
Sulayman Dawud al-Bakkar (Abu Dawud), considerato l'"Emiro" della produzione di armi chimiche, che in precedenza aveva lavorato per il regime di Saddam Hussein, fu catturato dalle forze speciali statunitensi in Iraq. Ha fornito informazioni che hanno permesso bombardamenti a impianti di stoccaggio e fabbricazione di armi chimiche dell'ISIS, così come al personale impiegato.
La scorsa settimana Putin ha dichiarato che il più grande rischio per l'Europa (e in particolare per la Russia)è l'uso di armi nucleari "a bassa potenza". Lo Stato Islamico potrebbe eseguire attacchi terroristici chimici o biologici in Europa?
Se diamo uno sguardo alla storia degli attacchi, jihadisti e alle decisioni di Osama Bin Laden di sviluppare progetti di attacchi biologici e chimici, il fallimento è stato totale. L'unico lavoro serio fu realizzato da un comandante malese, membro di AQ, coinvolto anche nella preparazione degli attacchi dell’11 Settembre: cercò di costruire un laboratorio prima in Afghanistan e poi in Indonesia. Fu arrestato e i progetti smantellati.
La minaccia principale, come accennato in precedenza, è oggi in Iraq e in Siria. Anche se il 90% dell'arsenale chimico siriano è stato distrutto attraverso un accordo russo-americano nel 2013, il regime possiede ancora alcune risorse e potrebbe tornare a produrre nuove sostanze chimiche. Nulla si sa pubblicamente sul “progetto biologico” siriano.
C'è una potenziale minaccia di trasferimento di agenti chimici in Europa, ma questa è un'operazione molto difficile anche per l'ISIS o al-Qaeda. Ci sono stati alcuni tentativi in Germania simili all'episodio belga (documenti su un impianto nucleare tedesco sono stati trovati presso l'appartamento di Bruxelles dell’attentatore di Parigi Salah Abdeslam), in Kosovo (ISIS pianificò di avvelenare l'approvvigionamento idrico della città di Pristina) e in Australia (rilascio di solfuro d’idrogeno su un volo di linea), ma nessuno è stato portato a termine. Il problema è che anche attacchi tattici minori possono avere effetti sociali e politici enormi.
In una sua relazione datata 2012 avrebbe scritto che, secondo Robert S. Litwak, un gruppo terroristico potrebbe acquisire un'arma nucleare da uno Stato estero, da un trasferimento non autorizzato o attraverso un furto ad un impianto malprotetto. È un'ipotesi ancora valida?
A mio parere, la principale minaccia immediata è un attacco a strutture esistenti. Ad esempio, nell'esplosione dell’ottobre del 2001 in una struttura chimica molto importante a Tolosa, in Francia, trenta persone sono state uccise e 2000 ferite. All'epoca arrivarono informazioni secondo cui si sarebbe trattato di un attacco terroristico. Più recentemente, nel giugno 2015, un autista di un camion - già sotto sorveglianza per legami con gli ambienti islamici radicali - si è schiantato contro un magazzino chimico di proprietà americana nel sud-est della Francia e ha appeso la testa mozzata del suo datore di lavoro ad uno dei cancelli. L'esecutore ha cercato di aprire contenitori contenenti sostanze chimiche infiammabili prima di essere bloccato. Un funzionario della sicurezza francese ha detto che l'attentatore avrebbe apparentemente sbagliato i calcoli nella miscelazione delle sostanze.
Analogamente al pericolo di terrorismo chimico, è attuale anche quello radiologico, con una bomba "sporca". Le conseguenze sociali e politiche potrebbero essere anche maggiori.
La minaccia terroristica con un'arma nucleare, come già spiegato in questa intervista, è davvero molto bassa.